“ Come è sciocca e superba la convinzione di poter modificare gli eventi prevedendone l'accadimento e stilando con l'immaginazione una lista di possibili soluzioni! Le cose che devono accadere, accadono, al di là dei nostri "desiderata", così come si risolvono prima o poi, in un modo o nell'altro, tutti i problemi della vita.
Pensiamo ad un corso d'acqua. Una volta sgorgato dalla sua fonte, procede secondo la natura del terreno che attraversa e prima o poi, in un modo o nell'altro, arriva al mare. Nel suo scorrere potrà incontrare ostacoli d'ogni genere; potrà generare una cascata o sprofondare nella terra per riemergere chissà dove e quando; potrà mescolare le sue acque con quella di un lago per poi uscirne, sotto forma di emissario con nome diverso, e continuare così a modificarsi in modo imprevedibile. Ma alla fine sfocerà nel mare e sarà questa la conclusione del suo processo.
Ben poco può l'uomo sugli accadimenti della propria esistenza, esattamente come sullo scorrere naturale di quel corso d'acqua.”
Dopo aver terminato di scrivere il suo “ pezzo”, la sua “ pillola di saggezza quotidiana” (come le piaceva definire le proprie estemporanee riflessioni esistenziali), Silvia lo postò su Facebook alla pagina del suo diario personale, cliccando con decisione sul “ condividi”.
Era stata una giornata particolarmente complicata, difficile, giunta finalmente al termine abbastanza tranquillamente. Come una vecchia tela sdrucita, che si lacera con estrema facilità, la sua esistenza quotidiana le chiedeva sempre più frequentemente interventi di rammendo, ricucitura, cambi di colore, lavaggi, operazioni di smacchiatura e stiraggio. Ma alla fine, le parti della tela su cui aveva operato l’ intervento, risultavano rafforzate, più resistenti, quasi impreziosite rispetto alle parti ancora integre.
Col passare degli anni, aveva maturato la convinzione che tutto nella vita prima o poi, in un modo o nell’ altro si risolve, e dunque era inutile arrovellarsi per ogni problema, cercando di risolverlo prima che i tempi fossero maturi perché ciò avvenisse.
Ci aveva riflettuto e non le era sembrato affatto banale questo discorso. Per gran parte della propria esistenza aveva tentato di prevenire gli eventi di cui temeva gli accadimenti, ma essi si erano presentati regolarmente, al di là di ogni tentativo di impedirlo. La reazione era stata quasi sempre la debolezza di abbandonarsi all’ ansia, alla paura, si era arrovellata la mente formulando mille congetture, cercando di prevedere le conseguenze, anticipandole persino con l’ immaginazione, per essere pronta a porre riparo ai danni di questo o quell’ accidente.
Mai le previsioni si erano rivelate esatte né la soluzione era giunta attraverso le vie che si era prefigurata di dover percorrere. Di difficoltà, di problemi, di sofferenze, di imprevisti e complicazioni, ormai, si trovava ad averne subiti e affrontati talmente tanti che sarebbe stato davvero impossibile quantificarli, figuriamoci affrontarli e risolverli anzitempo!
Ma forse si deve cominciare ad invecchiare almeno un po’ o se non altro avviarsi lungo l’ altra sponda del monte della vita, lungo il pendio, per capire a fondo la propria arrogante presunzione nei confronti dell’ esistenza umana.
Perciò quel post su Facebook le aveva dato maggiore soddisfazione rispetto alle poesie, alle foto dei tramonti, alle massime copiate e incollate dei grandi saggi di ogni tempo, ai pezzi di ottimo rock americano pescati da youtube e riproposti agli amici.
“ Ci si sente molto più appagati nel condividere la propria, personale, sofferta esperienza”, si disse, “ Magari servirà a far riflettere qualcuno sul nostro comune stato di guerrieri anonimi della vita”.