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Questa è un racconto erotico: se può turbare la tua sensibilita o se non hai più di 18 anni dovresti evitare di leggerlo.
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...e si partiva di Domenica verso le 10: 00 con la piega del cuscino ancora visibile e gli occhi ancora chiusi. Ombrello, ghiacciaina e cibarie. In coda per venti, trenta minuti, votandosi a San Adamo di non farci trovare parcheggio troppo lontano. Con il mare a 600 metri andavamo a Tirrenia. Carichi come muli da soma trovavamo un posto appartato. Piazzavo l’ ombrellone e tu come geco al sole. Toglievi il costume e mettevi a nudo i seni. Ti guardavo con la coda dell'occhio e già gustavo il dopo. Nella penombra silenziosa di una casa sfitta, fra l’ odore di chiuso ed il profumo di sesso, fra un ridolino e una smorfia ti avrei fatta mia. Il sole picchiava come un martello. Ti addormentavi. Per darti fastidio ti schizzavo con l’ acqua, ti baciavo i capezzoli e mettevo le mani dentro il costume. Eri depilata. La voglia si accese. Assorto nella musica, accaldato ed annoiato, ti divertivi a darmi noia. La mano sul petto, calda come brace, la lingua nell’ orecchio, slacciavi i pantaloncini e ridevi: ” mettilo a cuccia, non è il caso “. Volevo andare a casa, lavarmi, sdraiarti sul letto e dimenticarmi il tempo che passa. Un bagno e mani dappertutto. Un gioco di sguardi, una voglia crescente. Difficile da domare impossibile da dire. Chiuso l’ ombrello, a passo svelto, la sabbia cocente, la macchina un forno bollente. Finestrini abbassati, le mani nei costumi. Era già bagnata. Le domeniche pomeriggo, assolate, accaldati ed eccitati, fra le dune di Tirrenia, la macedonia mangiata con le mani. Il volante della Polo incandescente, gocce di sudore dietro la nuca. La quiete del salotto, teli bianchi sulla mobilia, serrande al tramonto. Doccia fresca, costumi sul pavimento e sabbia fra le dita. Voglia matta. La mia bocca, il tuo seno, le mie dita, la fica rasata. Senza vergogna, senza pudore, solo passione. La lingua piano cercava, dentro te si perdeva. Largo fra le cosce, lieve sulle labbra, inumidiva e batteva. Sapevi di sale e sesso. Poi un guizzo repentino, mi toglievi il costume. Ridevi e guardavi. Il respiro affannoso, un turbine costante, un vortice, un gorgo, leccavi, mordevi, succhiavi. Vogliosa, mi fissavi. Arreso, inerme, ma per nulla domato. Persi fra i gemiti, libere le mani, sciolti, senza più catene. “ Prendimi ora! “ Senza pudore, nessuna vergogna, scivolai dentro di te. Occhi negli occhi, gambe arrese, due corpi sudati, passione salata. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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«P. S
Volevo ringraziare gli autori che si fermano a leggere i miei racconti e trovano il tempo di lasciare un commento. Grazie davvero.
Bio» |
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