Non ho voglia di lavorare oggi. Ma è un pensiero che tengo per me. Mi sento stanca. La mia mente è in viaggio, passa al vaglio tante idee. Mi sento trasferita in un’ altra vita, parallela, difficile da capire.
Se mi sforzo di concentrarmi sul lavoro, comincio a sbadigliare. Non è sonno. Qualcosa di più complesso.
Mi sento tirata all’ estremo opposto. Non provo a resistere. Non avrebbe senso. Non ce la potrei fare.
Usciranno creature da questa mente, con braccia e gambe, un corpo più o meno esile, che andranno per le strade, entreranno nelle case, grideranno per le piazze. Mi domanderanno del mare ondoso, delle vele che scompaiono all’ orizzonte, delle sirene sugli scogli, dei gabbiani.
Quella pennellata di bianco nel cielo azzurro, sosterà sul mio capo, mentre cammino lentamente sulla sabbia.
Non c’è nessuno. Io e il silenzio, un silenzio parziale, incompleto. Nessuna voce umana, né un lamento. Solo rumori indistinti.
Imparerò a riconoscerli, li muterò in suoni. Cosicchè gli strumenti potranno riprodurli. Ne verrà fuori un’ armonia mai vista né sentita. La mia arca conterrà soprattutto armonia. Le creature, innumerevoli, invisibili ne saranno le artefici. Sopravviverò alle tempeste. Il tempo non ha importanza. Non misuro il tempo. Attendo solo l’ arcobaleno. I suoi colori. Per te ho scelto l’ indaco.