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Ho aperto la porta di casa e puntualmente il Dio del vento mi ha accolto tentando di scodinzolare. Dal fondo del corridoio la luce celeste di camera, il faro che illumina il salotto e il silenzio di casa mia. Lavanda nell'aria. Mi misi per terra, tolsi occhiali, scarpe e cuffie. Sentivo il respiro ed il cuore farsi più lenti. E' caduta qualche lacrima, senza sapere bene il motivo. Natale alle porte, forse anche per quello. Mi manca mio padre e le tante passioni alle volte non mi tengono a galla. Sveglia alle 6: 30 Lavoro. Poi casa. Riposino e poi via al lavoro. Tutto per prendere nemmeno ottocento euro, noie escluse. Monotonia e routine. Ho cercato di ritrovare il sorriso più volte. Sforzandomi a vedere il bicchiere mezzo pieno. Apprezzando quel poco che ho, sempre in bilico fra una certezza ed una paura. Ci son giorni che a stento mi riconosco. Mi guardo allo specchio. C'è un altro Matteo rispetto ad inizio anno. Ancora più deluso, ma non arreso. Triste, ma non depresso. Sognatore, mai domato. Vivo e incazzato morto. C'è una frase che mi ritorna a gola come la peperonata: " La vita ti mette di fronte le persone di cui hai bisogno ". Me la sarò recitata come un salmo, invano. Io volevo pace, non tormenti. Evidentemente qualcuno lassù o da qualche parte vuole che diventi opportunista, cinico, freddo, instabile, ipocrita, un colossale pezzo di merda o solo sociopatico. Vorrei solo serenità, ma è chiaro che voglio troppo. Mi staranno mettendo alla prova. Vogliono vedere fino a che punto e se resisto, prima che la parte malvagia spezzi le catene. Ci son momenti che preme per uscire. Quando finirà questo tira e molla? E’ un gioco al massacro emotivo che non mi piace. Lasciatemi in pace. Dovrò scontare il male che ho fatto in precedenza, anche se credevo di aver saldato il conto da tempo. E qui tornava sempre la psicologa " Non hai tutte le risposte, non farti domande, lascia perdere, è uno spreco di tempo ed energia". Mi urtava i nervi quella sua saccenza. Mi è costata un po’ di euri ed alla fine le cose che mi ha detto le sapevo per conto mio. Non son cosi cretino da non capirlo. Non sono abituato a vivere senza farmi domande senza essere curioso. Penso troppo quello si, ma staccare il cervello non mi riesce o comunque non del tutto. Ogni tanto si rifanno vivi vecchi amici virtuali Zanna, Lonewolf, Ombra. Fecero come i disertori, si detterò alla macchia per sfuggire alla naja. La Pitty manda segnali di fumo. E’ rimasta una delle poche che ancora mi orbita intorno. Pure lei un giorno si stancherà. Dio lo volesse, almeno troverebbe pace. Era veramente innamorata e lo sarà tutt’ ora, ma non fa per me. La Bea si rifarà viva quando le si romperà il pc o quando avrà bisogno di qualcosa. Ormai non ci faccio più caso, tanto anche tentare di spiegarglielo è come descrivere le sfumature di un'alba ad un videoleso. Le riserverò lo stesso trattamento che ho riservato a tutti quelli che mi cercavano solo quando avevano bisogno. Avere o tentare di portare avanti un “amicizia” come questa è pura follia. Taglierò i ponti come ho sempre fatto e mi inventerò qualcosa per passare la giornata. Grazie al cielo, l’estro non mi manca. Persone così meglio darle un calcio nel sedere e tenerle a distanza, sono un patimento per l’anima. Mi alzai sperando che il ginocchio mi avesse dato tregua. Guardai fuori di finestra. “ Boia cane, guarda là che tramonto è venuto fuori “. Restai lì, contemplando quei colori, guardando i gabbiani volare liberi senza costrizioni ne catene. Bisognerebbe saper mettere le ali ai pensieri, diventerebbero più leggeri, inutili. Si perderebbero nel sole che muore, senza fare danno, senza rompere i coglioni, perdendosi nell'oscurità.
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Wings: Acronimo non suffragato: Without Intelligence Not Grow Stress» |
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