Maria.
Il sole era alto quella mattina e la calura si faceva sentire e obbligava Maria a riposare ogni tanto. L’ affanno per quegli anni, che passavano tra stenta e violenza e una vita scivolata via da una collina all’ altra. Nata poco prima dell’ unita d’ Italia, tempi bui, incerti e l’ unione: tutta un’ avventura; Maria non comprendeva e si rimetteva a quello che ascoltava in Chiesa la domenica.
E qui, cercando di trovare quella pace; la remissione dei peccati per un domani quando l'ora sarebbe scoccata. L'unica speranza di libertà.
Le prediche del parroco durante la SS. Messa si riallacciavano all’ attuale periodo storico. Quell'unità non condivisa dal Papa Leone XIII e lo vede relegato dentro le mura Vaticane, come un prigioniero eccellente, in realtà una prigione autoinflitta e durerà fino al 1929. Maria cercava di comprendere, ma tutto era complicato.
In casa quando parlavano dell’ argomento e lei come donna non partecipava, le donne devono solo ubbidire e lavorare e alleviare quell'istinto animale senza tregua: possedere. Mettere al mondo figli per avere braccia da lavoro e una virilità ostentata. Le femmine non gradite, ne nacque una sola.
Il giorno scandito dai lavori, alzarsi presto con l’ obbligo di preparare e imbastire l’ indispensabile, La giornata proseguiva con l’ accudire al cortile e dietro a quegli uomini che non sapevano far altro che comandare e bestemmiare.
Silenziosa, procedeva nel suo quotidiano e raccontando le sue storie alla figlia piccola: Ersilia. La bambina intenta a quelle faccende a lei comandate da altre persone che non guardano mai in faccia; solo la voce si udiva e dal tono minaccioso.
Andare a prendere l’ acqua, il caldo dell’ estate la faceva sempre scarsa e la fontana distante più di un chilometro con il sentiero in discesa, dirupo sassoso e polveroso e attraversato da animali al pascolo, al ritorno: irto.
E in più stare attenta che la brocca non perdesse il prezioso liquido.
I bambini si ritrovavano a quella fontana. La scuola per loro non esisteva; era estate, ma in inverno nulla cambiava. Gli incontri servivano per disperdere brutti pensieri, divertirsi, chiacchierare passare un po’ di tempo dimenticandosi della misera e delle loro incombenze.
Indifesi e sporchi, precocemente sfruttati, l’ infanzia scivolava via come il sapone usato quando facevano il bagno al vicino torrente; in inverno dentro tinozze davanti al focolare, nessun servizio igienico nelle case, solo la stalla oppure la concimaia.
Maria voleva andare via, ma non era possibile. Ogni giorno, la malinconia e la tristezza le prendevano l’ animo. Quei pensieri negativi e gli sforzi subiti; le avevano generato un malessere diffuso, l'organo più colpito: il cuore.
Cuore stanco e deluso con sogni usciti senza fermarsi. L'amore rubato come bambola di stracci e con il garbo di un elefante smanioso; non esistevano carezze, pensieri accorti. Un bacio delicato dato con passione. Solo la piccola Ersilia e l’ unico maschio gentile: Serafino. Le uniche persone dolci che allietavano la sua vita. Il figlio trovò lavoro presso la nuova compagnia elettrica, manodopera necessaria per portare ovunque l'illuminazione. Accettato il lavoro e contento di avere un salario per esonerarsi da quello dei campi e a lui non gradito. Imparare a scrivere, un suo desiderio, le sue conoscenze si fermavano alla sua firma. Apprendere a far di conto, ma non si accontentava; acquisire la lettura per poi poter accedere a quei libri che aprono la mente e gettando le basi per un mondo migliore; senza essere esposti alla prepotenza di chi, ha dalla parte giusta il coltello.
Il ragazzo con il suo primo stipendio regalò alla mamma un paio di scarpe nuove e una spazzola per i capelli, si quella chioma lunga e sempre arruffata, neppure il
tempo di spazzolarla. Una sfiorita donna dall'aspetto, un tempo piacente. Maria si era sposata giovane, Emidio molto più grande di lei. Matrimonio diffuso nelle campagne rurali. La donna, ancora adolescente, era stata concessa in moglie per lenire quel mantenimento che non portava a nessun profitto, solo spese. Non voleva quell’ uomo maturo, Emidio nato il 10 gennaio 1848 Maria alla fine degli anni ‘ 50, una notevole differenza di età, ma per il periodo, quasi normale.
Contenta che quel figlio aveva pensato a lei, anche se sgridato, ma la gioia provata, le alleviò tante pene.
Anche alla piccola Ersilia aveva fatto un regalo: un fiocco, poteva così agghindarsi la domenica. Prometteva bene la bambina, ancora acerba per l'età e senza cura come un agnellino selvatico. S’ intravedeva la donna che sarebbe uscita dal bozzolo.
I mesi trascorsero nella routine fino al giorno dell'incidente. Serafino lavorava alla cabina di allacciamento e con il precariato della sicurezza e la poca conoscenza; la manovalanza in esubero e persa un’ unità, poi, se ne rimpiazza due. Fu così che, il ragazzo rimase fulminato dai fili della tensione. Morì poco più che ventenne e alla madre arrivò la comunicazione senza nessun preambolo, con i suoi resti e il guadagno maturato.
Maria sconvolta e quel fatto peggiorò ulteriormente le sue condizioni fisiche. L'affanno ormai era consueto e le cure: riposo e riposo, ma senza fare i conti con quella famiglia di egoisti dove i migliori facevano a cazzotti tra di loro.
Emidio andava a spendere soldi nelle varie osterie del paese e in tutta la vallata, poi cercando donne nelle case di tolleranza. L’ importante non lavorare, ci pensava la moglie e i figli a mandare avanti il podere, anche se le condizioni erano disagiate: riuscivano bene in quell'intento.
Maria, con la sua salute sempre precaria ed Ersilia si preoccupava per lei, ma come spesso accade, si cerca di scappare dai problemi. La ragazza ormai quasi donna si era innamorata e ricambiata da Francesco un ragazzo che abitava poco distante dalla sua casa.
Un bel ragazzo, alto moro con occhi neri e un carattere docile, simile a Serafino: erano stati amici.
Fidanzati molto giovani appena lei ebbe compiuto diciotto anni: si sposarono. La dote: consisteva in un ricco corredo che la ragazza aveva tessuto, cucito e poi, ricamato e una somma di denaro. Emidio non si faceva ridere alle spalle. Gli occhi di Maria ancora più tristi per la perdita della sua piccola stella.
Ersilia, rassicurò la madre, non andava distante e avrebbe sempre pensato a lei, come in realtà fece, anche per le precarie condizioni della donna.
La nuova dimora di Ersilia non era di proprietà; in quel podere a mezzadria il lavoro non mancava e altre braccia fresche facevano comodo.
Nel frattempo Ersilia rimane incinta, porta in grembo quel bambino per nove mesi e alla nascita dopo solo un mese il bimbo muore. Non era vitale, non si alimentava nato stanco. Lo avevano chiamato Valentino come il bisnonno nato nel lontano 1817, un uomo dal pugno di ferro ma dal cuore buono e la mente giusta.
Ersilia, si ricordava vagamente di quel nonno, l'immagine che le appariva nella memoria era di un uomo non troppo alto, ricurvo dal peso degli anni e la barba lunga fino a terra come gli gnomi delle favole. Il nonno era nato l’ anno senza estate, ricordi tramandati di paura e castighi. Il mese di luglio di quell’ anno nevicò, strano il fatto ma ancora di più il colore della neve: rossa. Le preghiere e le penitenze della gente portarono negli anni a venire lo stabilizzarsi delle stagioni, era la loro credenza. Anzi ne erano certi, infatti,
Ersilia si ricordava questi particolari poiché ascoltati fin da piccola nelle fredde veglie d’ inverno e la speranza che non si ripetessero più episodi simili. Racconti che volevano indicare e ricordare che l’ uomo deve essere timoroso di Dio e la donna succube e ubbidiente. Sottomettere e manipolare nell’ ignoranza più completa.
Oggi si ritiene che le aberrazioni climatiche sarebbero state causate dall'eruzione vulcanica del Tambora, nell'isola di Sumbawa dell'attuale Indonesia (allora Indie olandesi), avvenuta dal 5 al 15 aprile 1815, eruzione che immise grandi quantità di cenere vulcanica negli strati superiori dell'atmosfera. Il vulcano Soufriè re nell'Isola di Saint Vincent nei Caraibi nel1812, e il Mayon nelle Filippine nel 1814, essi avevano già eruttato abbondanti polveri e gas pesanti nell'atmosfera. Com’è comune a seguito di grandi eruzioni vulcaniche, la temperatura globale si abbassò poiché la luce solare faticava ad attraversare l'atmosfera. Tali fenomeni si sovrapposero a un periodo in cui si verificò il minimo di Dalton, durante il quale si ritiene che il Sole abbia emanato meno energia. In quel periodo, inoltre, era ancora in corso la cosiddetta piccola era glaciale, periodo di raffreddamento generale del pianeta che, dal medioevo, si protrasse fino al 1850.
Al bimbo quel nome non portò fortuna, si spense una mattina qualunque di un giorno ordinario lasciando i giovani genitori nel dolore.
Il desiderio di avere un nuovo figlio e ci provarono subito. Ersilia, di nuovo in attesa. Forse troppo presto, oppure gli sforzi; sta il fatto, che andando a raccogliere la legna nel bosco, un dolore lancinante le fece uscire un grido e il rosso del sangue, le inondò le gambe. Lo sbigottimento e la paura portarono Ersilia al vicino torrente. Si lavò e tornò a casa, sistemandosi come quando avesse il ciclo e finì tutto con un’ abbondante mestruazione. Fortuna volle, aveva espulso l'embrione, altrimenti sarebbe morta dissanguata.
Nel frattempo venti di guerra erano arrivati in quei luoghi sperduti. I ragazzi si preoccupano, ma per il momento avrebbero chiamato quegli più adulti. A Francesco arrivò puntuale la cartolina precetto, anche agli altri, quelli che erano prima del ‘ 99 e reclutati per intraprendere quella carneficina. Alla casa paterna rimasero solo due ragazzi uno del '99 e l'altro del '900. Emidio che non s’ interessava d'altro, solo al suo bicchiere e che fosse sempre colmo, a Maria le incombenze e in più le vacche da governare e pulire. I ragazzi sono giovani e l'avrebbero aiutata, ma se prima erano in sei uomini, ora con quattro al fronte il lavoro era fortemente aumentato.