Quando ero piccola giocavo con i miei fratelli e gli amici e amiche che abitavano vicino casa mia.
Ero sempre vivace e mi divertivo molto con loro.
Avevo cinque anni quando una suora che stava in un convento dove c'era un parco in cui noi bimbi ci recavamo a giocare, un giorno mi regalò una lavagnetta con i gessetti colorati, che portai a casa tutta felice.
I fratellini si misero a giocare con me, che pensai di dipingerli sul viso come gli indiani. La mamma ci aveva fatto il bagnetto e ci aveva vestiti con i grembiulini puliti.
Io pensai che sarebbero stati felici se ai fratellini avessi dipinto il volto, così li dipinsi con i gessetti colorati.
Loro erano contenti, ma volevano che li dipingessi uno prima dell'altro.
Io li dipinsi a poco a poco, ma loro si misero a litigare e così i lacrimoni gocciolarono i colori sui grambiulini, che si sporcarono tutti.
La mamma mi rimproverò e mi disse di non farlo più, fui punita e quel giorno niente giochi per me.
Alcuni giorni dopo mentre andavo a comprare il pane passai come sempre sotto la casa di un mio amichetto, che prendeva i sassolini dal vaso di basilico, che la sua mamma teneva sul davanzale della finestra.
Come passavo lui me li lanciava addosso e poi rideva se mi colpiva, dopo veniva giù in strada e io che lo aspettavo gli lanciai un sassolino in testa, che lo colpì e il sangue cominciò a gocciolargli addosso.
La sua mamma nel veder la scena mi venne a prendere e mi strillava dicendo che avevo ferito suo figlio.
Ci rimasi male e mi misi a piangere.
Un altro amico lo aiutavo a fare il costruttore formando all'angolo di uno scalino vicino casa sua una casetta, ma come lui entrava in casa io distruggevo la casetta.
Quando tornava fuori e vedeva la casetta distrutta, piangeva, ma io lo calmavo dicendogli che l'aiutavo a ricostruirla.
Lui era felice del mio aiuto, ma quando la zia lo chiamava in casa io distruggevo di nuovo la casetta e lui nuovamente piangeva.
Questo dispetto durava per diverso tempo, poi la zia notò che ero io a rompere la costruzione, prendendo in giro il nipotino.
Anche da lei ricevevo rimproveri, ma l'amichetto che mi voleva bene, mi perdonava sempre e continuava a giocare con me.
Un gioco che mi piaceva tanto fare, era il "Musichiere", un gioco che vedevo in tv, condotto da Mario Riva.
La fascia dei giochi la costruivo io con la carta igienica e così ci divertivano a indovinare le canzoni.
Chi vinceva indossava la fascia con scritto su il "Musichiere" a lettere tutte colorate.
Quanti giochi si faceva con i miei amici: campana. breccia, nascondino, salto alla corda, gioco della trottola e tanti altri.
Ancora adesso mi diverto a ricordare le grida e i sorrisi di quel tempo andato...
(SECONDA PUNTATA)