Il suono del campanello distolse Alfio dagli ultimi preparativi per la cena, quella sera Elsa, la sua fidanzata, sarebbe tornata più tardi dal lavoro e lui voleva farle trovare tutto pronto. I due ragazzi erano andati a convivere da poco e per Alfio che aveva sempre vissuto da solo era bello sapere che alla fine della giornata ci fosse qualcuno ad attenderlo o ad aspettarlo e la casa sembrava più calda e accogliente.
Il campanello squillò più volte prima che egli andò ad aprire, il tempo di spegnere il gas e si trovò di fronte i suoi amici che tenevano qualcosa di grande coperto da un lenzuolo e buste con cibi e vettovaglie. “Che cosa festeggiamo?” chiese Alfio incuriosito
“Abbiamo deciso di consegnarti di persona il premio che hai vinto nella gara della scorsa settimana, solo per pochi giorni perché poi andrà esposto al nostro club” risposero loro poggiando l’oggetto in mezzo al salone. Appena il ragazzo si rese conto di cosa si trattasse, cercò di mandarli via ma loro erano così euforici che non ascoltarono nemmeno una sua parola, infatti dopo aver tolto il lenzuolo cominciarono ad acclamarlo e a sventolargli davanti l’assegno che aveva ricevuto con il premio.
“Non è una bellezza… la più bella volpe che i giurati avessero mai visto” esclamò un suo amico. Alfio non capì più nulla … sapeva solo che se Elsa fosse tornata in quel istante avrebbe scoperto la sua bugia,le aveva promesso che non sarebbe più andato a caccia .
Proprio in quel momento la ragazza aprì la porta e Zora, la sua cagnolina, le venne incontro, sembrava spaventata da quel’ incursione improvvisa.
“Che succede … come mai questa allegria?” esclamò avvicinandosi ad Alfio e raccogliendo il lenzuolo con un’espressione incuriosita. Fu proprio allora che gli amici del ragazzo si resero conto di quello che avevano combinato… Elsa era un animalista, lottava contro la caccia e non avrebbero mai fatto quel improvvisata se avessero saputo che lei fosse già tornata dal suo viaggio, si sentivano molto imbarazzati sapevano cosa fare per rimediare.
“Non doveva tornare tra qualche giorno” bisbigliavano tutti, mentre cercavano di mettersi davanti al trofeo. Purtroppo per Alfio i suo amici non riuscirono nel loro intento e appena Elsa vide la volpe impagliata impallidì, guardò il suo fidanzato con uno sguardo severo e salì nella loro camera con Zora. Era arrabbiata, triste, delusa e sentiva un peso al cuore tale da toglierle il respiro. Aveva bisogno di andarsene e lasciare quella casa per un po’.
“Vedi non l’ha presa molto male, magari non ti parlerà per qualche giorno ma le passerà, in fin dei conti non puoi rinunciare alla tua passione, hai cominciato a seguire tuo padre a caccia da quando eri piccolo” Alfio però aveva un brutto presentimento, infatti poco dopo Elsa si avvio verso la porta con la sua valigia e la cagnolina dentro una borsa.
“Mi hai mentito” gli disse guardando la volpe. “ E magari sei anche fiero d’aver vinto! Vedo anche un bel assegno,allora onore al vincitore, sempre che tu riesca a guardare quella povera bestiola negli occhi, sarà fiera d’esser morta per diventare il tuo trofeo.”
“Ti amo da morire ma questo è troppo” Dopo aver pronunciato quelle parole si tolse l’anello di fidanzamento e lo gettò a terra con forza. Alfio la vide andare via e non riuscì a fare o a dire nulla per fermarla. Elsa aveva ragione lui le aveva mentito, rotto la promessa che le fattole prima di andare a vivere insieme e si sentiva tremendamente in colpa.
Raccolse l’anello e lo conservò nella speranza di poterlo di nuovo vedere al dito della ragazza.
La festa finì subito , la casa si svuotò e il trofeo fu messo in una stanza che Alfio utilizzava solo per gli ospiti.
Quella notte egli non riuscì a dormire, il telefono di Elsa era sempre spento e dentro di lui si faceva sempre più forte la convinzione d’averla persa per sempre, le parole di lei gli rimbombavano nella mente… non volevano proprio abbandonarlo.
Erano quattro del mattino e non aveva ancora chiuso occhio, senza Elsa si sentiva solo e quel silenzio sembrava provocare un rumore insopportabile, si alzò, andò nella stanza dove avevano portato la volpe e accese la luce, senza rendersene conto il suo sguardo incrociò gli occhi della bestiola. “Potevi stare attenta, non mi hai nemmeno visto … ma dove andavi così di fretta, a cosa pensavi? Se solo fossi scappata la mia ragazza avrebbe accettato di sposarmi, avevo già organizzato una bellissima serata.”
Distolse così lo sguardo e pervaso da uno strano nervosismo tornò a letto, ma dormì pochissimo e fece un sogno che lo turbò molto : la volpe camminava accanto a lui e si fermò davanti ad una grotta dalla quale uscirono tre cuccioli , poi la bestiola gli si avvicinò di più e tra le sue mani ne pose uno. A quel punto egli si svegliò di colpo, sudato ed agitato.
“Ma che cosa vado a pensare,era solo un sogno” disse tra se e se,alla fine però non riuscì più ad addormentarsi e per tutto il giorno successivo non poté cacciare dalla mente le immagini di quei cuccioli.
Chiamò Elsa più volte ma il suo telefonino risultava sempre spento e a casa il telefono squillava a vuoto. Fu allora che decise di fare una pazzia: comprò molta carne e del latte poi si recò nel luogo dove aveva ucciso la volpe, improvvisamente gli venne in mente che nell’istante in cui fu colpita , alla bestiola cadde dalla bocca un animaletto.
“Non è possibile, sto impazzendo” ripeteva mentre continuava a camminare nel verso in cui stava correndo la volpe. Notò alcune grotte ma sembravano troppo piccole, nel tragitto però due di esse attirarono la sua attenzione, ci mise un po’ ad accorgersene perché erano nascoste da molte foglie e da un albero tronco.
“Se qualcuno sapesse che sono seduto qui per un sogno mi farebbe rinchiudere” disse ad alta voce mentre cercava di vedere all’interno delle due grotte e dopo un po’ si tirò su con l’intenzione di tornare indietro. In quel istante udì dei mugolii e dei flebili versi, gli sembrò di vedere qualcuno avvicinarsi dall’uscita della grotta più grande. Un musetto spuntò tra le foglie ma quando Alfio si avvicinò il cucciolo scomparì all’improvviso.
Il ragazzo dopo aver spostato dei rami, mise il cibo e il latte dentro una ciotola all’entrata della grotta poi si allontanò. Non passo molto tempo e due cuccioli uscirono fuori dalla tana e si mangiarono quasi tutto, un terzo più piccolo rispetto agli altri due si avvicino piano e fini quel poco che era rimasto ma non sembrava stesse bene.
“Tutto uguale al sogno … com’è possibile” continuava a chiedersi Alfio durante il ritorno a casa. Arrivò a destinazione con un sentimento misto tra confusione e stupore.
“Erano i tuoi cuccioli vero? Vuoi che li aiuti allora … ma come osso fare ?” disse ad alta voce guardando la volpe.
Per la prima volta si rese conto delle conseguenze del suo gesto, la bestiola stava portando il cibo ai suoi figli ed ora loro erano rimasti soli. Tornò più volte alla grotta per sfamarli nei giorni successivi . I cuccioli sembravano riconoscere i suoi passi e alcune volte prima di rientrare in essa si fermavano ad osservarlo. Probabilmente stavano aspettando ancora il ritorno della loro mamma.
Un volpino, quello più piccolo degli altri, dava l’impressione di essere sempre più debole e Alfio cominciava a preoccuparsi, era la prima volta che provava quei sentimenti e solo in quei giorni si rese veramente conto del significato delle parole di Elsa.
Un pomeriggio tornò sotto casa della ragazza,suonò in continuazione ma nessuno aprì. “Elsa lo so che sei in casa, ho visto la macchina parcheggiata. Ti devo parlare e resterò qui finché non mi aprirai, stavolta non me ne andrò via”.
Alfio aspetto due ore, finalmente sentì lo scatto del cancello e la vide davanti alla porta della sua casa,indossava un paio di jeans, una maglietta e portava i capelli legati ma per lui era bellissima.
“ Sii veloce e poi vattene … non ho tempo da perdere,ho bisogno di stare sola”. Disse Elsa con un tono duro ma non del tutto distaccato, visto che una parte di lei era molto felice di vederlo.
“Posso entrare un attimo, ho bisogno del tuo aiuto. La volpe aveva dei cuccioli e ogni giorno sto andando da loro per sfamarli ma il più piccolo non credo stia bene. Lo so che sembro pazzo ma dico sul serio!” Elsa s’ammutolì improvvisamente e lo fece entrare.
“Ma come hai fatto a sapere che aveva dei cuccioli? Ora vuoi anche prendermi in giro?”.
“L’ho sognata … si si la volpe, la sera che te ne ei andata. Era vicino a me e mi ha portato davanti una grotta dalla quale sono usciti tre cuccioli, ne ha preso uno con la bocca e me l’ha messo tra le mani. E’ vero credimi!” Non sapeva perché ma Elsa sentiva che Alfio fosse sincero, per quanto il racconto sembrasse così assurdo.
“Forse sei veramente pazzo ma per fare ogni giorno tutti quei chilometri avrai avuto un motivo, aspetta ti accompagno ma prima passiamo da un mio amico, se questi cuccioli esistono veramente avremmo bisogno di alcune cose”.
Infatti prima di andare nel bosco Elsa si fece dare da un suo amico che lavorava in un centro d’accoglienza per animali tre gabbie e del cibo adatto per dei cuccioli di volpe, in macchina avevano due sacchi a pelo, una tenda, un fornelletto e cibarie per qualche giorno.
Quando arrivarono alla grotta Elsa non si fece vedere , si rese conto però che Alfio aveva detto la verità, la ragazza infatti vide con i suoi occhi i cuccioli.
Montarono la tenda poco distanti dalla tana e rimasero lì qualche giorno,durante i quali la volpe maschio purtroppo non si vide mai ma quello che però li convinse ad intervenire fu il fatto che il più piccolo dei tre cuccioli sembrava sempre più debole e un giorno non uscì neanche per mangiare.
“Mettiamo del cibo nelle gabbie, i cuccioli sono troppo piccoli per stare da soli” disse Elsa un pomeriggio, poco prima di andare da loro. Le tre gabbie furono presto pronte e due dei piccoli vi entrarono quasi subito attirati dalla carne, aspettarono l’altro per più di un oretta ma non si mosse nulla e a quel punto Alfio decise di andarlo a prendere, anche Elsa fu d’accordo e lo spronò ad intervenire.
Non fu facile per il ragazzo entrare nella grotta e fortunatamente la volpe non era molto lontano dall’uscita della grotta e non fece resistenza quando egli l’afferrò e vide che era una femminuccia come la mamma.
Alfio avrebbe dovuto metterla nella gabbia ma non ci riuscì, la volpina tremava molto e si calmava solo quando veniva accarezzata, allora lo guardava e si accoccolava a lui. Egli riuscì anche a farle bere del latte caldo da un biberon preparato in precedenza e poco dopo la volpina si addormentò. Elsa si commosse nel vedere quella scena tanto da fermare la macchina e baciare il ragazzo con tutto l’amore che ora non più aveva più paura di nascondere.
Zora nel frattempo era dietro con gli altri due volpini e li guardava incuriosita, quella gita nel bosco le era proprio piaciuta, il centro di accoglienza di Giulio, l’amico di Elsa , non era molto lontano e appena il ragazzo li vide arrivare li accolse a braccia aperte e prese con se le due gabbie . I due cuccioli all’inizio sembrarono spaesati dentro quella grande gabbia , poi però dopo aver mangiato, sì addormentarono vicini in un angolo di essa.
“ E questo “ disse Giulio con un tono sorpreso,rivolgendosi ad Alfio seduto in disparte.
“E’ una lei” esclamò Elsa sorridendo e avvicinandosi a quest’ultimo.
“Ti presento Alfio, il mio fidanzato. Ha salvato i cuccioli e li ha sfamati fino ad ora ma la volpina non ci sembra stia molto bene … almeno crediamo”
Giulio prese la bestiola dalle braccia di Alfio , la visitò accuratamente e la riportò ai due ragazzi addormentata dentro una piccola cesta.
“ Sta benino … diciamo! E’ molto debole e probabilmente non sarebbe sopravvissuta se fosse passato qualche altro giorno,penso potrebbe farcela ma avrà bisogno di molte attenzioni e questo è un problema.”
“Un problema … perché” esclamò Alfio
“Perché avevo pensato di portarli tutti e tre in una riserva per vedere se un’altra volpe avesse voluto adottarli, sapete ha perso da poco il suo cucciolo e si sta lasciando morire ma sono sicuro che li accetterà visto che sono ancora piccolini . Lei però non potrà andare con i suoi fratelli ,magari la terrò qui poi vedremo il da farsi .”
In quell’istante la bestiola si svegliò e cominciò ad agitarsi, solo quando vide Alfio e fu presa in braccio da lui si calmò. “A questo punto è chiaro che qui non potrà rimanere … verrà con noi!” esclamò Elsa
“Ho visto ma se si abituerà a voi non potrà essere reinserita in natura.” Ribatté Giulio
“Ascoltami , sua madre è morta, l’ho uccisa io e ora mi occuperò del suo cucciolo, sono sicuro che ogni cosa andrà bene se tu ci aiuterai” gli rispose Alfio con un tono deciso.
Alla fine la decisione fu presa, Giulio diede loro l’occorrente per accudirla e concordarono l’appuntamento per il giorno dopo al centro d’accoglienza, avrebbero accompagnato le due volpi alla riserva.
Quella sera furono ospitati a casa dell’amico di Elsa visto che lui abitava vicino al centro a e poi sarebbe stato un viaggio troppo lungo tornare a casa.
La missione alla riserva ebbe successo, la volpe accolse subito i due cuccioli e sembrò riacquistare la voglia di vivere. Elsa ed Alfio decisero di chiamare la volpina “Bella” e Zora fece subito amicizia con la bestiola. I due ragazzi ritrovarono quell’amore che pensavano d’aver perso ed Elsa fu fiera del gesto inaspettato compiuto dal suo fidanzato, il quale però non fini ancora di stupirla.
Una volta a casa loro infatti Alfio sistemò Bella in una cesta e chiamò i suoi amici per farsi accompagnare a seppellire la volpe ma la ragazza non ci credette fino a quando non vide la loro espressione incredula al loro ritorno. Bella cresceva a vista d’occhio accanto ai due ragazzi che si erano sposati dopo pochi mesi dall’arrivo della volpe in quella casa. Lei li amava ma entrambi si resero conto che non avrebbero potuta tenerla per sempre con loro, dovevano rispettare la sua natura selvaggia che non sarebbe rimasta sopita per sempre e poi la sua presenza stava cominciando a dare troppo nell’occhio, infatti molti curiosi si avvicinavano anche solo per vederla o fotografarla .
Così un giorno presero una decisione che cambiò la loro vita: dalla vendita delle loro due case ne acquistarono una grande vicino una zona del bosco dove la caccia era vietata, tramite una stradina dietro la loro casa potevano anche accedere in questa piccola riserva nella quale gli animali, tra i quali le volpi ,potevano vivere indisturbati.
Zora fu molto felice di quel cambiamento, mentre Bella fu molto spaesata all’inizio, era così piccola quando fu portata via dalla grotta nella quale era nata e fino ad allora era vissuta in casa, infatti non si abituò subito a stare nel suo recinto, nonostante un grande e calda casetta nella quale dormire.
Elsa ed Alfio cercarono di farla stare meno in casa a parte l’ora dei pasti e alti momenti che potevano variate nell’arco della giornata. Per insegnarle a cercare il cibo cominciarono a nasconderlo prima in casa poi fuori da essa e ogni volta che lo trovava la premiavano con tantissime carezze, alla fine Bella divenne brava in quest’arduo compito e la sua soddisfazione era palese.
Ogni giorno, dopo aver ottenuto un permesso temporaneo, la portavano nella riserva a fare una passeggiata, inizialmente Bella camminava accanto a loro poi quando quell’ambiente cominciò a diventarle familiare si allontanò da loro per poi raggiungerli dopo un po’a casa.
Un pomeriggio, nonostante le loro paure vollero vedere se Bella fosse pronta ad uscire da sola, così dopo il pranzo lasciarono il recinto aperto e tornarono in casa per osserva tutto dalla finestra:la volpe dopo essersi svegliata, usci dalla casetta e si sedette davanti all’uscita del recinto, forse stava decidendo cosa fare. Se Bella avesse voluto andare da loro avrebbe potuto farlo perché la porta era solo accostata e un cuor loro i due ragazzi lo speravano, invece si girò verso la finestra , li guardò e si diresse spedita verso il bosco. Da quando scomparve dalla loro vista cominciò una lunga attesa che terminò con la sua ricomparsa nel loro salone.
La volpe era affamata ma non sembrava spaventata, anzi una nuova scintilla che non avevano mai visto era nata nei suoi bellissimi e grandi occhi verdi, come quelli di sua madre.
Dopo un po’ di coccole e una lauta cena Bella tornò a dormire nel suo recinto che per quella notte non lasciò nemmeno se aperto e da quel giorno fu libera di uscire, altre volte invece usciva con loro per poi lasciarli e tornare nel suo recinto dopo aver mangiato, mentre Zora l’aspettava impaziente per giocare con lei.
Una sera Elsa ed Alfio non crebbero ai loro occhi, al ritorno dalla sua passeggiata la volpe non chiese la cena ma dopo aver giocato con il cane andò direttamente a dormire, la stessa cosa avvenne nei giorni successivi e solo quando la videro tornare con qualcosa in bocca capirono il motivo del suo insolito comportamento: aveva imparato a procurarsi il cibo da sola, cacciato le sua preda e questo significava che la sua parte selvaggia si stava risvegliando. Tutto era andato oltre le loro più rosee aspettative ma nonostante ciò l’amore per loro due non era mai finito e amava sempre farsi coccolare da quelli che forse riteneva i suoi genitori, soprattutto da Alfio .
Ormai Bella stava diventando grande e ogni giorno assomigliava sempre di più alla sua mamma, l’inverno si stava avvicinando e presto sarebbe iniziata la stagione degli amori, un passaggio molto importante per lei e i due ragazzi non sapevano come comportarsi.
Giorgio quando vide Bella si congratulò con loro per il bellissimo e difficile lavoro che avevano fatto.
“Ora sarà la natura a fare la sua parte, il vostro compito è finito, ma sono sicuro che rimarrete nel suo cuore per sempre, l’avete cresciuta e amata ma rispettata nella sua indole , senza di voi forse sarebbe morta”. disse loro prima di salutarli e andarsene.
L’inverno diede i suoi primi segnali ,una notte la neve cominciò a cadere piano e poi coprì ogni cosa. La mattina dopo Zora impazzì a quella vista infatti era la prima volta che vedeva la neve e dopo un iniziale ritrosia dovettero combattere con lei per farla entrare in casa, Zora e Bella giocarono insieme tutto il giorno fino allo stremo e la sera entrambe crollarono dalla stanchezza.
Per la prima volta s’addormentarono l’una accanto all’altra vicino al fuoco del camino, fu uno spettacolo emozionante vedere due specie diverse adorarsi in quel modo . La volpe dopo qualche tempo cominciò ad uscire più spesso, era molto nervosa e spesso tornava accompagnata sempre dallo stesso maschio. A volte Bella stava fuori giorni interi poi quando tornava entrava in casa, rimaneva per un po’ con la sua famiglia adottiva e tornava nel suo recinto a dormire.
Elsa ed Alfio oramai cominciarono a prepararsi nel vederla andare per la sua strada, era proprio quello il motivo che li aveva spinti a trasferirsi in quel luogo sperduto dalla città e a sconvolgere la loro vita ma in cuor loro avrebbero avuto averla sempre li.
Il corteggiamento dell’altra volpe durò molto, un giorno però li videro insieme nella gabbia, giocavano e si rotolavano poi si addormentarono vicini dentro la casetta di Bella.
“Ha trovato il suo compagno, presto la saluteremo” disse Alfio tristemente.
“Lo so, l’hai cresciuta e lei ti ha amato dalla prima volta che l’hai presa in braccio, è una scena che non dimenticherò ma questa rimarrà la sua casa” rispose Elsa abbracciandolo.
Due sere dopo Bella tornò al tramonto con il suo compagno ma non si avvicinarono entrambi come al solito, anzi lei si allontanò da lui ed emise uno strano verso che non avevano mai sentito, i due ragazzi uscirono e la raggiunsero immediatamente.
Bella s’avvicinò ad Elsa e si fece abbracciare e accarezzare, poi lecco le mani di Alfio e strofinò il muso al viso del ragazzo, si allontano piano e ad ogni passo si guardava indietro, era come se non sapesse cosa fare, sembrava molto confusa e aveva uno sguardo triste e felice allo stesso tempo.
“Vai Bella … il tuo compagno ti aspetta, noi saremo sempre qui per te e ci ritroverai ogni volta che lo vorrai.. Ti voglio bene” urlo Alfio cercando di nascondere il suo dolore, anche Zora le corse incontro e dopo essersi rotolata con lei sulle neve tornò da Elsa.
La volpe prima di raggiungere il compagno corse ancora verso Alfio , gli saltò in braccio e lo leccò sul viso. Poco dopo i due animali scomparvero dalla loro vista e s’addentrarono l’uno accanto all’altra nel fitto bosco.
“Ci ha salutati e ha chiesto il tuo permesso per andare via, mi ha veramente commosso, sono sicura che la rivedremo presto … magari con i suoi cuccioli” esclamò Elsa .
Qualche giorno dopo invitarono Giulio a cena e gli raccontarono come bella li aveva salutati, anche gli si commosse e confidò loro che non avrebbe mai pensato ad un ritorno in natura della volpe in tempi così brevi, soprattutto considerato il forte legame che avevano instaurato con la bestiola. Proprio in virtù di quell’inaspettato risultato chiede ai due ragazzi se avessero potuto aiutarlo con il suo lavoro nel centro d’accoglienza, ospitando animali che dopo essere stati curati avevano bisogno di un periodo di convalescenza prima di essere reinseriti nel loro ambiente.
Entrambi accettarono molto volentieri,anche perché lavorando per il centro d’accoglienza avrebbero avuto definitivamente il permesso per entrare nella riserva e magari un giorno avrebbero potuto rincontrare bella., nella speranza che lei li avrebbe riconosciuti.
Quella volpe aveva cambiato loro la vita, si erano trasferiti un posto meraviglioso dove poter godere delle meraviglie della natura, avevano cominciato a lavorare a casa con ritmi più lenti e vissuto l’avventura più bella della loro vita, documentata ogni giorno redigendo un diario e scattando moltissime foto.
Senza rendersene conto aveva preso vita la storia di Bella , un cucciolo che fin dal suo primo sguardo aveva rubato loro il cuore e da li non se ne sarebbe mai andato.
L’inverno sembrava non finire mai e la neve scendeva fitta … senza sosta. Spesso Alfio cercava di immaginare la vita di Bella e si domandava se ogni tanto nel mezzo della sua nuova vita il suo pensiero fosse andato a loro e a Zora, la sua amica adorata.
Anche la cagnolina sentiva la mancanza della volpe e a volte entrava nel recinto dove giocavano insieme ogni volta che Bella tornava dalle sue passeggiate nella riserva , sembrava che aspettasse ancora..
La neve diminuì lentamente e il freddo divenne meno pungente … la primavera cominciava a dare dei primi deboli segnali ed ecco come per magia un’esplosione di colori e luci che facevano da sfondo alla natura che si risvegliava dopo un lungo e profondo sonno.
Elsa e Alfio avevano aspettato con ansia la primavera, quel inverno era stato uno dei più freddi ai quali avevano assistito e le uscite erano state limitate all’acquisto delle provviste e ogni tanto a fare visita ai parenti poi quando il freddo lo permetteva a delle passeggiate nella riserva, soprattutto al tramonto per ammirare i riflessi meravigliosi del sole sulla neve. Nonostante ciò tra il loro lavoro che portavano avanti da casa, la collaborazione con il centro d’accoglienza e stesura del racconto ispirato proprio alla storia di Bella le giornate passarono velocemente.
Una mattina sul finire dell’inverno, Elsa stava mettendo via i maglioni e trovò in una scatola i giochi di quando la volpe era piccola: animaletti di pezza e palline morbide che portava in giro per casa e lasciava sempre con se. Quando però vide il cagnolino di pezza con il quale aveva dormito per molto tempo da quando l’avevano presa con loro, sentì ancora più forte la nostalgia per lei e il vivo desiderio di rivederla.
Con l’arrivo della primavera ricominciarono le passeggiate nella riserva e a volte intravedevano dei cuccioli con le loro mamme. La vita aveva ripreso a scorrere , tutto intorno l’aria era frizzante e vivace, il fruscio degli alberi mossi dal vento, i versi degli animali e il cinguettio degli uccelli che andavano e venivano dai loro nidi creava ogni volta una diversa melodia della quale ogni musicista sapeva come e quando suonare il suo strumento.
Quel freddo inverno Bella aveva partorito i suoi cuccioli, due femminucce e un maschietto identico al papà nei colori e nel suo carattere forte, chissà se sia stato il caso o semplicemente l’istinto, ma la volpe aveva partorito in una grotta simile a quella nella quale era nata e aveva vissuto per un po’ con i suoi fratelli. Purtroppo loro si trovavano in un’altra riserva e molto probabilmente non si sarebbero più tornati tutti e tre insieme.
Elsa a Alfio spesso sfogliavano un album con le foto di Bella e dei sui fratelli e una sera venne loro voglia di andare a vedere come stessero, erano sempre stati informati da Giulio del buon andamento dell’inserimento tra i loro simili e ne erano felici ma pensarono che sarebbe stato bello andare alla riserva di persona.
Giulio li accompagnò volentieri e appena arrivarono glieli indicò, le due volpi erano insieme alle loro nuove famiglie e alla loro madre adottiva.
“Un immagine insolita, non è vero?” esclamo l’amico di Elsa osservando lo stupore nelle loro facce.
“Ma come è possibile, le volpi sono animali che lasciano prestissimo la famiglia e non vivono in gruppo” Chiese la ragazza.
“ Hai ragione Elsa, quei cuccioli e la loro mamma sono rimasti molto legati, si l’hanno lasciata e si sono fatti una loro vita ma a periodi alterni si ritrovano tutti quanti , è stupefacente.” aggiunse Giulio
Alfio nel vedere quello spettacolo meraviglioso s’intristì un po’
“Se non fosse stato per te, non avremmo potuto ammirare questo raro spettacolo e probabilmente la volpe che li ha adottati sarebbe morta di dolore dopo la perdita del suo cucciolo. Sono sicura che la nostra Bella tornerà a trovarci ogni tanto” esclamò Elsa sorridendo e riuscendo a scacciare quel attimo di malinconia che aveva colto il marito.
Le giornate scorrevano tranquillamente e il racconto sulla storia di Bella era quasi terminato, l’ultima foto avrebbe dovuto essere quella scattata all’altra riserva, essa ritraeva le due volpi felici nella loro grande famiglia ma Elsa ed Alfio non volevano ancora mettere la parola fine alla loro storia, speravano di avere delle immagini della nuova vita di Bella e non avrebbero mai immaginato quello che sarebbe accaduto qualche tempo dopo.
Tutto iniziò durante una passeggiata di Elsa e Zora nel bosco, Alfio quel giorno sarebbe tornato nel tardo pomeriggio da un incontro di lavoro in città. Quella mattina il sole splendeva alto nel cielo limpido, un fresco ma piacevole venticello si diffondeva ovunque e le fronde degli alberi danzavano al suo ritmo.
Subito dopo pranzo Zora era molto impaziente di uscire, così Elsa decise di portarla a dare una passeggiata, quest’ ultima tranquilla perché la sua cagnolina conosceva la riserva e non si allontanava mai troppo da lei anche senza guinzaglio, comunque bastava chiamarla e subito si riavvicinava.
Come al solito Zora odorava i fiori, si rotolava sull’erba e ogni tanto provava a rincorrere un animaletto, il quale puntualmente le sfuggiva e la cagnolina delusa, tornava dalla sua padroncina, bastava però un croccantino per farle tornare il buon umore.
All’improvviso il tempo cambiò, il cielo si fece più scuro e il sole che prima splendeva indisturbato fu coperto dalle nuvole …si stava preparando un temporale, dal colore del cielo e un rombo in lontananza Elsa presagì che sarebbe stato molto forte.
“Zora vieni subito,dove sei? dobbiamo trovare un riparo prima che cominci a piovere “ urlò la ragazza
“Eccoti finalmente,che ci fai li immobile? Ho capito, vengo a prenderti io ma guai a te se ti muovi!” Aggiunse con un tono molto concitato.
Zora non si girò neanche un istante nell’udire quelle parole, doveva aver veramente visto qualcosa infatti si era diretta in quel punto del bosco così di corsa che Elsa non se ne era neanche accorta. Purtroppo, poco prima che la ragazza riuscisse ad afferrarla, un tuono molto forte scosse ogni cosa e Zora fuggì per lo spavento, a quel punto la pioggia venne giù fitta e copiosa per un tempo che sembrò infinito, in realtà non durò molto e poco tempo dopo il vento si era calmato e le nuvole erano scomparse. Il sole splendette di nuovo,con più calore rispetto a prima. In quel frangente Elsa aveva cercato Zora ovunque, ma con la pioggia non era riuscita a vedere nulla, l’aveva chiamata più forte che potesse ma le sue parole si erano perse in quel frastuono. Finito il temporale aveva continuato a cercarla, dopo qualche ora si dovette arrendere e andare a chiedere aiuto ad Alfio , sembrava che la cagnolina fosse sparita nel nulla.
Il ragazzo capì subito dal viso della ragazza che fosse accaduto qualcosa, soprattutto quando la vide senza Zora, Elsa era fradicia e sconvolta per l’accaduto. Alfio ci mise molto per convincerla a rimanere a casa ma alla fine ci riuscì e s’addentrò nella riserva a cercare Zora, guardò in ogni angolo che avrebbe potuto diventare un buon nascondiglio, quando però cominciò a farsi buio fu costretto a malincuore a tornare a casa a mani vuote.
Fu una notte agitata per entrambi, i quali ogni tanto si svegliavano con la speranza che Zora fosse tornata una volta passato lo spavento, purtroppo il loro desiderio non si realizzò e la mattina dopo dovettero tornare a cercarla.
Portarono con loro i croccantini che le piacevano tanto,una coperta e dei panini per loro infatti non sarebbero tornati a casa prima d’averla trovata o per lo meno aver fatto qualsiasi cosa fosse in loro potere per raggiungere quello scopo.
Il nome “Zora” ruppe il silenzio di quel luogo e attraversò una lieve nebbiolina che si dissolveva con il calore del sole, Elsa ed Alfio sapevano che la cagnolina avrebbe riconosciuto sicuramente la loro voce e non smisero mai di chiamarla.
Superarono il punto da dove era scappata,dopo aver udito quel forte tuono e si riposarono un momento, infatti avevano camminato senza sosta, ascoltando ogni piccolo rumore e osservando attentamente qualsiasi movimento accanto a loro.
“Se le fosse successo qualcosa,si sentirà sola e spaventata. A quest’ora avremmo dovuto trovarla!”esclamo Elsa scoraggiata
“E’ tutta colpa mia … se solo avessi portato il guinzaglio o per lo meno intuito che il tempo sarebbe cambiato!”aggiunse con un tono triste. Il ragazzo cercando di nascondere l’ansia che anche lui aveva nel cuore , le prese la mano e la fece alzare dal masso sul quale era seduta.
“Su continuiamo a chiamarla e vedrai che uscirà fuori sana e salva. Non disperare, Zora questa parte della riserva non la conosce bene perché ci siamo venuti solo una volta,l’aiuteremo noi a ritrovare la strada e potrà seguire la nostra voce.”
Erano quasi due ore che camminavano e non sapevano più dove cercarla, sembrava veramente che la cagnolina fosse sparita nel nulla, era come se il bosco l’avesse ingoiata.
“Dividiamoci, magari saremo più fortunati e il primo che la troverà avvertirà subito l’altro” propose Elsa cercando di combattere lo sconforto che la stava assalendo.
Alfio non fece in tempo a rispondere, entrambi furono attirati da un rumore proveniente da un cespuglio vicino a loro. “Zora finalmente” esclamò Alfio felice.
Si avvicinarono convinti di trovarci la loro cagnolina, invece un muso spuntò dalle foglie e si videro fissare da due meravigliosi occhi verdi che erano loro molto familiari, Alfio ed Elsa sentirono un tuffo al cuore e d’istinto, appena quella creatura scappò via , la seguirono. Stranamente non fecero fatica a starle dietro ed entrambi ebbero l’impressione che a volte la bestiola si fermava ad aspettarli e tutto ciò continuò fino a quando non arrivarono davanti una grotta e sentirono abbaiare.
“Zora, Zora sei tu” urlarono dalla gioia. La cagnolina corse loro incontro e saltò in braccio ad Elsa. La bestiola era così felice di rivederli che sembrava impazzita.
“Piccola mia, stai bene, non sai che spavento mi hai fatto prendere” esclamò la ragazza. Anche Alfio la prese in braccio, poi le diede i suoi croccantini che essa mangiò con voracità, in effetti e proprio affamata.
Non appena alzo gli occhi da Zora Alfio rimase di stucco,davanti a lui c’era bella, ma riuscì a crederci solo quando la volpe gli venne incontro e cominciò a leccargli il viso.
“ Allora sei veramente tu, il cuore me lo ha detto da quando sei spuntata dal cespuglio, hai salvato la tua amica ed è rimasta con te per tutto questo tempo, mi sembra incredibile ma tu ci hai sempre stupito” Elsa che era rimasta in disparte s’avvicino alla volpe e l’accarezzò, essa si fece grattare sulla pancia come le era sempre piaciuto fin da piccola.
“Allora non ci hai dimenticati,” disse la ragazza guardando Alfio e sorridendogli.
Quella giornata fu bellissima, Alfio ed Elsa passarono del tempo con Bella e la osservarono con i suoi cuccioli, era una mamma amorevole e attenta e i piccoli erano vispi e curiosi.
Zora giocò tutto il tempo con loro e sembrò divertirsi molto ma non perse mai di vista i suoi padroni … chissà quanto spavento nel vedersi sola nel bosco, fortunatamente Bella era inaspettatamente corsa in suo aiuto.
I due ragazzi però non si avvicinarono mai troppo ai piccoli, per quanto sarebbe loro piaciuto prenderli in braccio pensarono che non sarebbe stata una cosa buona che essi si fossero abituati al contatto con l’uomo.
Elsa ed Alfio salutarono Bella e si avviarono verso casa con Zora, non si sentivano tristi perché sapevano che quello sarebbe stato solo un arrivederci, portarono via con loro molte foto ma la più bella e commuovente di tutte fu quella che ritraeva la volpe e la cagnolina che dormivano insieme, proprio l’immagine che scelsero per la copertina del libro dal titolo “Bella, storia vera d’amore e d’amicizia”.
La loro più bella avventura era finita, ora la “loro” volpe aveva la sua vita ed era felice, ogni tanto però quando loro non potevano andare a farle visita tornava nella casa nella quale era cresciuta e in certe sere d’inverno, si metteva davanti al camino con la sua amica Zora poi tornava nella sua grotta nel bosco .
Non chiedeva cibo, solo coccole e carezze dai due umani ai quali lei aveva rubato il cuore ma anche loro erano entrati nel suo e da li non se ne sarebbero mai andati fino alla fine della sua vita.