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Ulisse

Fantasy

Ulisse crebbe magro da piccolo. Tanto magro da sembrare una giraffa. Aveva gambe lunghe e snelle, aveva fianchi magri come una mandorla bianca. Non sapeva nulla del cielo e dei suoi colori.
Colori, che si trasfomavano con le ore del tempo. Ne sapeva dei giri della terra, della fasi della luna e del calore dei raggi del sole, che giallo dipingevano la terra. Sognava spesso amore che vestito da ciliegia, gli procuravo il piacere di stare nella casa della vita. Crebbe tra spine di rose e profumate malinconie, ma crebbe forte di anima, perché era protetto dallo stesso dolore che provava. Il Suo Karma era quello di scoprirsi attraverso lo sconforto che la vita gli procurava e la curiosità innata per la scoperta del perché dell'esistere. Amava e non si chiedeva niente, amava ogni cosa che si muoveva, in particolare, amava il movimento e non sapeva il perché, amava il divenire dell'essere umano, divenire che conduceva alla scoperta del perché si nasce, del perché del dolore senza colpa alcuna, del perché. All'età di diciotto anni , abbandonò la dimora nativa , abbandonò il nido che lo proteggeva. Abbandonò la Madre e il Padre assente. Corse verso l'iniziazione all'amore, tra mesi di rose profumate e anni di pungenti dolori, tra le primavere che si susseguivano incessatemente, mentre il tempo passava. Le lancette dell'orologio velocemente con il rumore dello tic -tac, divoravano il tempo. Crebbe Ulisse, crebbe tra delusioni e amori, in un susseguirsi di dolce ingoiare ciliegie dal ramo più alto dell'albero della vita: " ciliegie ora aspre, ora amare, ora zuccherate ."
Scoprì per caso Poesia che ben presto divenne Sua compagna di vita, la scoprì mentre osservava le nuvole nel cielo, scoprì che il vento soffia su tutto, nostro malgrado... scoprì la morte del separarsi dalle cose e dagli uomini. Ne fece tesoro... e conservò le perle della scoperta nello scrigno in fondo al mare della Sua anima. Era gelosa delle Sue scoperte. Vagò per tutte le terre della Sua anima, attraversò isole bagnate dai possenti raggi di sole, attraversò oceani di dolori e di passioni, vide la morte cento volte tra i flussi alti delle maree della vita, la osservò, la comprese... ne divenne amico e compagno. Su un'isola deserta dove pochi giungono scoprì la pace, somma delizia per tutti i dolori. Su di altra isola , scoprì serenità maga leggera, maga che lo fece compagnia per molto tempo. Gli implorava ogni giorno di rimanere con Lei, ma Ulisse non sazio delle esperienze, andò via dalla maga, senza girarsi, senza che i suoi occhi potessero incontrare lo sgurdo di lei. Valicò i confini dell'anima stessa, valicò regioni inesplorate, perse amici e amori, perse se stesso e si riconquistò con forza, seppe dire no, seppe dire mai... mai all'essere che rimane impriogionato dai fantasmi di se stesso. Che Dio ne abbia pietà diceva tra se!
Affrontò ciclopi e mostri, affrontò la sorte e il destino, ne uscì vincente e perditore, a nulla vale la lotta aspra con il divenire: "divenire che comunque percorre il suo andare verso...verso la completezza" Ulisse cercava sé in terra, cercava sé in cielo,cercava sé in ogni modo. Sapeva delle strade paludose della vita, sapeva del richiamo delle Sirene, sapeva del richiamo del piacere...combatteva ciò, con il silenzio, silenzio che era il Suo scudo preferito. Un giorno ci sarebbe arrivato festoso ad Itaca, vestito delle più belle vesti di seta, lucente come il sole, sarebbe arrivato con la corona di alloro sul capo, l'avrebbe raggiunta; Avrebbe abbracciato il suo amore... o meglio il se stesso amore; amore che Lui conscio, sapeva da sempre di non poterlo trattenere a lungo, e che questo un giorno, sarebbe volato via nel cielo stellato. Volato tra grappoli di stelle luminose come la bianca uva, e allora sarebbe ripartito per ritrovarlo...tutto ciò, in virtù di un giro viziosa di questa terra ,questa terra che senza ragione non da scampo, non da tregua al raggiungimento.
Ulisse non si fermò mai ! trovatosi... sapeva che prima o poi, doveva ripartire all'inseguimmento dell'amore. Amore che per Ulisse era la vita sua stessa, e senza ne sarebbe morto.

Pasqui Lettieri 27/12/2010 08:43 1 1009

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Commenti sul racconto Commenti sul racconto:

«descrizione a dir poco sublime ...anche se pur conoscendoti poco attraverso le meravigliosi emozioni che trasmetti... questo Ulisse ti somigia e non poco. Piaciuta»
Aminam

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bellissima questa descrizione di Ulisse (Silvia Contessa)



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