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Ombre e vento (West)

Azione e Guerra

"È arrivato".

"Davvero? E quando?"

"Questa mattina. Il messaggio era appeso alla mia porta di casa. Mi ha scritto di trovarci fra tre giorni alle ore dieci nel piazzale dove si ferma la diligenza. Se non ci sarò o se mi presenterò con i rinforzi, farà una strage riempendo di dinamite il saloon e tutte le case vicine".

Billy strinse gli occhi e chinò il capo cercando quella concentrazione necessaria per essere d'aiuto all'amico.

"Che cosa intendi fare?"

Tom fissò gli occhi di colui che da tempo considerava al pari di un fratello in attesa di avere una risposta. Billy aveva discendenze Apache e il colore rossastro della pelle ne rivelava l'origine.

Si conobbero a caccia quando erano ragazzi e da allora non avevano mai smesso di frequentarsi.

Nonostante avessero gli stessi valori, il loro modo di affrontare la vita era molto diverso. Dei due Tom era l'impulsivo, mentre Billy aveva un'indole più riflessiva, anche se spietata.

"Credo di non avere tante alternative. Dopo aver arrestato il suo compare e braccio destro, immaginai che Black si sarebbe presentato per chiedermi il conto, ma non credevo che arrivasse così in fretta. Ora sono qui da te per avere dei consigli. Sarà un duello tra me e lui. Black è spietato e feroce. I suoi occhi, neri come la notte, celano solo malvagità. Purtroppo è anche uno dei pistoleri più veloci e sarà molto impegnativo batterlo".

Billy avvertì la preoccupazione dell'amico con un'intensità inusuale. Mai lo aveva visto così teso, però decise di non condividere le sue paure e di porvi rimedio cercando una via da seguire. Fu in quell'istante che il vento della mattina si alzò. Puntale, come un orologio, sembrava accarezzasse il deserto, quella vasta macchia gialla che riusciva ad abbagliare fino ad accecare chi lo avesse ammirato per troppo tempo.

"Voltati Tom e guardati intorno. Guarda la sterminata pianura desertica di fronte a noi. Ti rendi conto quanto possa essere grande il mondo? Solo sabbia, pietre, ghiaia e roccia per miglia e miglia. Tante volte mi sono chiesto il perché in questo posto io mi senta a casa, nonostante non ci sia nato. Forse non lo saprò mai, ma dominare con la vista questa immensità me la fa sentire mia. Il vento mi porta i rumori del deserto e la conoscenza di ciò che mi circonda. C'è chi fugge da questa solitudine, perché non è in grado di reggerla, ma io non mi sento solo e posso ascoltare. Ora concentrati, isolati dai tuoi pensieri, allontanati da ciò che ti aspetti e vedrai che percepirai quello che ti sta accadendo intorno. Io sento il rumore di cavalli che corrono, l'abbaiare di un cane, i fruscii di sciacalli e avvoltoi, le voci dei cacciatori e lo strano tintinnio di qualcosa che striscia vicino a noi".

In meno di un secondo Billy impugnò la pistola e sparò in direzione dell'amico, sfiorando la sua spalla destra. Tom si girò e poco distante da lui vide quello che rimaneva di un serpente a sonagli. Allora guardò la pianura e dopo gli occhi dell'amico.

"Ho capito cosa intendi. Ora sono pronto. Insegnami, ti prego".

Mancava meno di un'ora alle dieci e Tom decise di fare un giro per la città. Ora si sentiva pronto. Aveva con sé gli insegnamenti dell'amico e la Colt che gli aveva regalato suo padre quando decise di diventare sceriffo. Non l'aveva mai usata prima d'ora ed era lucida e brillante come un diamante.

Era contento di essere lo sceriffo di Vikiville. Quello era il suo posto, la sua gente e difenderli la sua missione. Tom passò davanti alla banca e per un attimo ritornò con la mente a quel giorno quando, insieme allo sceriffo di allora, riuscirono ad arrestare il compare di Black. Camminava in quella zona per caso quando uno strano rumore all'interno degli uffici catturò la sua attenzione. Immediatamente si rese conto che era in atto una rapina per cui corse a cercare aiuto. Poi tutto successe in così poco tempo che neanche si rese conto di avere tra le mani uno dei più temibili banditi del west. Lo sceriffo fu ferito gravemente a una gamba, per cui fu inevitabile la decisione che dovesse essere lui il legittimo successore. Ancora ricordava la felicità di suo padre quando venne a sapere del suo nuovo incarico e poi la Colt come regalo insieme all'augurio di essere sempre protetto da Dio e dalla fortuna.

Nonostante la polvere coprisse sempre tutto, gli piaceva osservare i colori delle case. Passò davanti al saloon con la sua bella insegna rosso fiammante, poi annusò il buon profumo di colonia che proveniva dal negozio del barbiere, e ascoltò le voci rassicuranti delle donne che facevano la spesa nella bottega di Joe. Guardò il cielo di un azzurro talmente intenso da sembrare perfino finto. Il vento non si era ancora alzato e la cittadina sembrava linda e pulita come non mai. Amava tutto questo e doveva continuare a difendere la sua Vikiville.

Erano quasi le dieci quando, con un'ansia quasi indomabile, arrivò nel piazzale della diligenza. Allora si mise di fronte al sole, strinse bene il cordone del cappello affinché la sua ampia falda riuscisse a proteggerlo da quel bagliore accecante e, inevitabilmente, si ritrovò ad accarezzare la sua Colt, liscia e lucida come uno specchio. Poi, in meno di un secondo, vide apparire un'ombra nera davanti a lui.

"Eccomi qua sceriffo. Puntuale come la morte. La tua ovviamente".

"Black ti dichiaro in arresto. Consegnati alla giustizia e non ti farò del male".

Una risata, forte e chiara coprì l'attesa di quell'assolata mattina. "Sai benissimo perché sono qui sceriffo. Ti concedo ancora un minuto per pentirti dei tuoi peccati, anche se è l'inferno, la tua destinazione".

Sapeva che non sarebbe servito a nulla, ma Tom doveva dirlo per dovere:

"Black, se ti affidi alla giustizia, il giudice ne terrà conto".

"Basta sceriffo, mi hai scassato le palle. Chiudiamo la partita e la tua vita. Ho cose più importanti da fare che stare qui a vedere la tua faccia da culo".

Puntuale come la diligenza delle dodici, si alzò il vento. Era un vento dolce, fortunatamente non impetuoso, che riuscì a rompere il silenzio di quel mondo sospeso. Tom fissava il suo nemico e sentiva tutti i muscoli del corpo tirati e pronti a scattare. Erano solo loro due e il vento. Tom si concentrò e, come gli aveva insegnato l'amico, iniziò ad ascoltare ogni singolo piccolo rumore che gli stava arrivando. Sapeva che tutte le mattine la brezza spirava da ovest e lui si mise in modo di essere controvento.

Improvvisamente sentì il fruscio di un movimento e capì che era giunta l'ora. Rapido e preciso estrasse la Colt che, con la luce del sole, brillò distraendo per una frazione di secondo il rivale. Partì un colpo e subito un altro, poi tutto si fermò in cerca del responso. Un'ombra vacillò cadendo a terra, mentre l'altra si mise in movimento.

Vikiville aveva ancora il suo sceriffo.

Paolo Gugnoni 07/12/2014 11:52 1580

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Come una foglia al vento (Lettera a Babbo Natale) (28/12/2013)

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