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Desideria si svegliava la mattina presto e immediatamente apriva la finestra del Suo cuore! Così anche la finestra della sua bocca, mostrava il sorriso scavalcando il cancello dei bianchi denti. Era dolce, era morbida nel suo essere donna, e quando appariva in Lei la bambina in cerca di uova nel pollaio, le sue gote s’illuminavano di rosso. Grossi occhi neri in un piccolo viso; risaltavano le sue pupille che luccicavano nell'osservare la vita. Appariva a tutti come appare un raggio di sole, appariva senza chiedere niente, appariva e basta! Aveva l'età dell'alberello che gli aveva piantato suo nonno, non so di preciso quando, ma sicuramente d'estate in un giorno infuocato dal possente sole! Quasi Cenerentola... accudiva la casa, s’interessava di tutto e di tutti, si scoraggiava solo quando l'idea dell'amore gli sembrava che volasse via da Lei, era nata piccola e delicata e il suo cibo quotidiano era ricevere una mollica d'amore tre volte al giorno, anche se spesso digiunava. Dopo le pulizie di casa e dopo aver cucinato per quattro e ricevuto poco o nulla da nessuno, si affrettava ad andare a trovare il suo alberello preferito; tra i folti campi si trovava l'alberello. Era una mattina di maggio, l'aria era aspra di odori di nuova vita, la si confidava, rideva , piangeva e sognava...sognava il principe azzurro che la portasse via; era stanca di sole tre mollichine al giorno e a volte anche il digiuno. L'alberello la ascoltava in silenzio, anche se scosso non lo dava a vedere, ma lasciava cadere dal ramo più alto qualche piccolo fiore. Lei nemmeno se ne accorgeva, nemmeno ci faceva caso. Cercava in sé la via di fuga nel sogno dei desideri. Questo avveniva ogni giorno, mentre ogni giorno cresceva in Lei la ribellione che impastatasi con l'amore di base divenne “dinamite"; scoppiò ben presto. L'alberello era vestito di colori e quella mattina Desideria si avvertì diversa, era triste, era colma di malinconia, era stanca di dare senza ricevere. Corse dall'alberello suo amico e invocò l'amore:" Voglio amore, diceva, voglio pace e singhiozzava, voglio cantare con il cuore la mattina, aiutami amore, diceva tra se". L'alberello ebbe un fremito, non resistette, aprì le braccia che erano i suoi rami in fiori e l’abbracciò....se la strinse a sé, accolse il suo dolore, gli asciugò le lacrime e trasformatosi in un Principe Reale le disse: "Cara Desideria, l'amore che cerchi è vicino più di quando tu possa pensare, l'amore è in te, solo in te, non regna negli altri, l'amore è dono innato e tu sei amore... sei amore la mattina, sei amore con le tue gote rosse e con i tuoi occhi neri, sei amore universale al momento che piangi e che soffri, scandisci bene la parola amore in te, scandiscila con certezza e tutto avverrà, ecco! " Così gli disse l'alberello trasformatosi in Principe. Lei pianse, pianse tanto, lo stomaco gli si rivoltò, quasi svenne dalla paura e dalla gioia, ma ripresasi da tale circostanza corse via, corse stravolta e gridò con quanto fiato aveva nel corpo:"il vero amore voglio!" Tutto si trasformò improvvisamente per magia, si trovò nelle braccia del Principe tanto desiderato, il principe stava in Lei. L'aveva sempre attesa a braccia aperte, aspettava da tempo che Lei Desideria si decidesse a tuffarsi nel mare profondo del Suo sé. Sé che in quel momento si irradiò, ogni paura scomparve...Desideria era diventata un'altra donna...ora l'adulta Desideria e la bambina Desideria, ridevano insieme tenendosi per mano. Tutto avvenne grazie all'alberello che suo nonno aveva piantato in una giornata calda d’Agosto. Trionfò l'amore ! Dopo la scoperta dell'amore, Desideria stringeva entrambe a sé le due parti che da tempo si erano separate. L'una grande e l'altra piccola ora si abbracciavano in dolce armonia con il proprio percorso di esistere. Non aveva più paura di vivere come Lei aveva sempre desiderato. Si era sempre trovata in difficoltà, tutto le appariva chiaro, come sempre aveva sognato. Fiera di sé adesso, camminava a testa alta canticchiando la sua canzone o meglio l'inno alla vita. Lo canticchiava ovunque senza paura ed era dolce la melodia che usciva dalla sua bocca, tenera la sua voce, teneramente cantava poesia. Cantava poesie per le strade, per i porti e le campagne , il suo vivere, era ora far uscire da Lei, o meglio dalla sua ugola , la voce che era stata sempre spezzata, ingabbiata e censurata. Il cielo, il mare, le distese sempre aveva tenuto oppresse. Cantava una dolcissima melodia, melodia che diceva così: " L'amore è cosa sacra, l'amore è tutto, l'amore è vita, l'amore è sangue del mio sangue, l'amore è la mia nascita è il mio cibo, sarà la mia eredità per le persone che amo". Cantava a squarciagola, cantava e rideva. I suoi occhi si illuminavano come i raggi del sole quando cantava e quando non lo faceva il suo corpo cantava senza che Lei se ne accorgesse, ancheggiava anche se non lo voleva. Lasciò la Sua casa e tutto il resto, una mattina che pioveva, andò incontro al mondo, tra bambini sorridenti annidò la sua anima, era contenta di appartenere per intero a sé stessa, era contenta di non mangiare piu' mollichine tre volte al giorno, era contenta di aspettare che la Sua anima nutrisse il suo il corpo attraverso l'amore. Gioiosa, con le gote rosse, ora serena, serena in mezzo ai bambini, insegnava a cantare la dolce melodia dell'amore. Era nata per comporsi e nemmeno lo sapeva Desideria. Era nata per l'amore e nemmeno se ne accorgeva. Ma l'alberello, insieme al nonno lo sapeva da sempre...e con la spinta giusta, le avevano spianata la strada faticosa del divenire senza paura, la strada che solo le eroine intraprendono per avere dentro alla propria anima i quattro piedi che occorrono per attraversarla. Era incantevole ora Desideria, cantava ogni giorno la dolce canzone dell'amore. Tutti l'amavano, soprattutto i bambini ai quali donava semi di Lei in una scuola di campagna. |
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