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Un bel giorno arrivò a Rimini a metà degli anni ’50 una troupe cinematografica per girare un film in bianco e nero. Ricordo le riprese in Piazzetta San Gregorio, Piazza Cavour, lungo il ponte Tiberio e al Bar Diana. Il Film fu girato in estrema economia e si avvalse di diverse comparse non pagate, occasionalmente reperite sul posto dove si giravano le varie scene. Al Bar Diana Pinuccio fu ripreso per una manciata di secondi mentre giocava al biliardo a stecca e nacque in lui l’amore per l’arte! Allettato, probabilmente da false promesse di qualche cinematografaro che voleva toglierselo dai piedi, partì per Roma insieme ad altri bellimbusti di quel tempo. Era certamente un bel ragazzo dal fisico prestante, ma le cose non andarono per il giusto verso e fu addirittura fermato dalla polizia insieme ai compagni d’avventura per accertamenti. Tornò a Rimini con i sogni in cocci e continuò per anni l’antico mestiere di fotografo, d’estate sulla spiaggia e lungo i viali di marina centro. D’inverno faceva l’imbianchino col suo furgoncino con su scritto: “imbianchino per Signora”. Una gran bella trovata, degna di un guru del marketing! Una mia parente fu sua cliente e rimase ampiamente soddisfatta sotto ogni punto di vista! Ma non come potrebbe pensare qualche malizioso. Infatti, Pinuccio fece un lavoro ad arte, aggiustando persino evidenti sbavature di un altro imbianchino che aveva pedestremente eseguito parte del lavoro. Il bello fu che la donna dovette sollecitarlo più volte affinché andasse a ritirare il compenso pattuito.
Racconta l’amico Geppe, mettendoci certamente del suo, che un’estate Pinuccio avesse fatto il guardiano notturno al Ristorante Belvedere sul porto canale, ai tempi della gestione Fiori. Una notte s’intrufolò un ladro. Pinuccio che dormiva nudo s’una brandina lo sorprese e, storcendogli un braccio dietro la schiena, riuscì ad immobilizzarlo. Per trattenere l’intruso non c’era, né tempo, né modo di vestirsi, così l’unica cosa che gli riuscì fu di sfilare la cintura dai pantaloni abbandonati s’una sedia e mettergliela al collo a mo’ di guinzaglio. Aprì la porta col ladro avanti a sé, la cintura tirata sul collo ed il braccio del malcapitato ben serrato dietro la schiena. Arrivò alla stazione dei carabinieri sul porto, lui nudo con l’uomo al guinzaglio che cercava di divincolarsi mugolando. Il piantone a quella vista diede l’allarme minacciando con la pistola d’ordinanza Pinuccio che pur protestando fu costretto a mollare la presa. Il ladro scappò via come un fulmine, mentre i militi accorsi immobilizzavano il nostro eroe. Ci volle del bello e del buono per spiegare tutta la storia al maresciallo ma a quella vista chi avrebbe mai creduto che il reo non fosse il povero Pinuccio? Del malandrino ovviamente non si trovò traccia, riuscendo ad eclissarsi nel buio della notte, mentre il povero Pinuccio fu denunciato per atti osceni in luogo pubblico.
L’ultima volta che l’ho visto è stato in piazza Cavour di sera al mercatino del venerdì. Armeggiava con dei piccoli robot luminosi che camminavano esibendosi in acrobatiche capriole e mentre i bambini accorrevano incuriositi e festanti, Pinuccio fra sé e sé, mormorava: “Se vedeste le capriole che debbo fare io per mangiare un pezzo di pane!” |
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Questo racconto è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons: è possibile riprodurla, distribuirla, rappresentarla o recitarla in pubblico, a condizione che non venga modificata od in alcun modo alterata, che venga sempre data l'attribuzione all'autore/autrice, e che non vi sia alcuno scopo commerciale.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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«Tratto da "Storie di famiglia" d'imminente pubblicazione.» |
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divertentissimo, ancora complimenti, ciao! (Giovanna De Santis)
veramente bravo, com plimentoni!!! (Luciano Tarabella)
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