Era il 1980.
Marcello, che era addetto culturale all’ ambasciata italiana a Parigi, stava tornando in Francia, dopo aver passato le festività di carnevale nel suo paese natio, quando decise di fermarsi a Bologna per andare a trovare una sua carissima amica, che non vedeva da molto tempo.
Aveva prenotato una cuccetta sul treno 343 e non vedeva l’ ora di prendere quel treno che gli avrebbe offerto la possibilità d’ incontrare la donna più sexy e seducente della sua vita.
A Parigi lo aspettava la sua ragazza tailandese che faceva l’ indossatrice per una nota azienda di moda.
Francesca lo ricevette con entusiasmo e, dopo aver cenato insieme in un ristorante del centro, lo accompagnò alla stazione.
Marcello salì sul vagone, stracolmo di viaggiatori e valigie, e cercò la sua cuccetta. Entrò nello scompartimento, dove c’ erano quattro uomini. Ripose la sua valigia nell’ apposito ripiano e si mise a leggere un libro.
Dopo qualche minuto, il treno si mosse rumorosamente e ripartì nella notte.
Nell’ ultima stazione ferroviaria, prima d’ oltrepassare il confine francese, una giovane donna aprì la porta dello scompartimento, si guardò attorno con circospezione, si avvicinò a Marcello e lo baciò appassionatamente sulla bocca.
Dopo averlo baciato la donna disse ad alta voce:
“Amore, come vedi ce lo fatta! Sono arrivata in tempo per passare quella famosa settimana di passione che mi hai promesso !”
I quattro uomini assistettero alla scena con curiosità.
Marcello guardò la donna con incredulità, il suo bacio lo aveva letteralmente stordito. Non conosceva quella donna, ma la sua lingua lo aveva convinto che non correva alcun rischio.
La donna si tolse il cappotto, che indossava, lo piegò accuratamente, lo posò con cura sulla valigetta e si piegò per preparare la sua cuccetta.
I quattro uomini guardarono con morbosa attenzione il fondoschiena di quella misteriosa viaggiatrice. Sembrava un angelo sceso dal cielo per regalare agli uomini di quel fortunato scompartimento una visione idilliaca.
Dopo qualche minuto di morbosa osservazione, i quattro uomini alzarono all’ unisono lo sguardo verso il fortunato compagno della donna, cercando di intuire quale fosse il fascino di quell’ uomo, così favorito dalla sorte da meritarsi una donna così affascinante.
Marcello si sentiva a disagio perché doveva fare uno sforzo immane per non guardare quella donna, che non conosceva, e che lo turbava perché era veramente bella.
Indossava un paio di jeans attillatissimi che facevano risaltare il suo fondoschiena mozzafiato.
Improvvisamente, la donna sentendosi osservata si girò per posare la sua valigetta sulla cuccetta. Indossava, nonostante il freddo che imperversava da molto tempo, una camicetta slacciata che faceva intravedere un seno abbondante.
“Non vieni ad aiutarmi?”, gli disse la donna.
Marcello si sentiva venire meno e dovette fare uno sforzo per non svenire.
La donna, di cui non conosceva neanche il nome, si rivolgeva a lui, come se si conoscessero da sempre.
Dopo qualche minuto di silenzio, la donna gli disse:
“Mi accompagni al bagno? Ho voglia di mettermi il pigiama!”
Marcello la seguì silenziosamente e notò che, quando si muoveva nel corridoio del treno, gli uomini si giravano e le guardavano il sedere.
“Che bel culetto a mandolino!”, le disse un quarantenne brizzolato.
La donna sembrava essere conscia del potere che esercitava sugli uomini e ancheggiava volutamente per provocarli.
Arrivati al bagno, la donna lo invitò a entrare.
Marcello era incredulo e pensava di essere nel bel mezzo di un sogno. La donna lo fece entrare, chiuse a chiave la porta di metallo, gli porse un pigiama a righe e cominciò a spogliarsi lentamente. Si tolse a fatica i jeans attillati e il reggiseno.
Era di una bellezza sconvolgente: indossava biancheria intima nera che faceva spiccare un corpo scultoreo ed eccitante. I seni sembravano scolpiti nel granito e l’ agognato fondoschiena era un vero e proprio capolavoro della natura.
Marcello la guardava incredulo. Inaspettatamente, la donna si abbassò gli slip e si appoggiò al lavabo.
“Prendimi, ho voglia di te!”
Marcello pensava a uno scherzo, ma l’ invito era così ammaliante che cominciò a toccarla con impeto.
“Mettilo laddove tutti gli uomini vorrebbero mettermelo! ”
Marcello non se lo fece ripetere due volte e la possedette con veemenza e passione.
L’ urlo che emise raggiungendo l’ indescrivibile orgasmo si mescolò al rumore del treno che sfrecciava nella notte.
La donna lo guardò soddisfatta, s’ infilò il pigiama e uscì dal bagno.
Marcello cercò si aggiustarsi alla meno peggio e uscì anche lui, davanti agli occhi meravigliati di un anziano che lo guardò con stupore.
Si fermò qualche minuto nel corridoio per fumare una sigaretta, poi rientrò silenziosamente nello scompartimento.
La donna stava dormendo profondamente.
Si mise nella cuccetta e si addormentò, ancora incredulo dell’ avventura amorosa consumata all’ interno del bagno del treno.
Quando riaprì gli occhi, la mattina, si stropicciò energicamente gli occhi e si guardò attorno, alla ricerca della donna misteriosa.
Era scomparsa, probabilmente era scesa prima che lui si svegliasse.
Il treno era arrivato alla Gare de Lyon.
Notò che sulla sua cuccetta spiccava un bottone dorato a forma di quadrifoglio.
Dopo quasi trentacinque anni, da quella fatidica notte, Marcello conserva ancora quel bottone e si chiede come mai quella donna misteriosa e bellissima gli abbia concesso il privilegio di amarla, in quel modo, nel buio di uno squallido bagno.