Maestrale dritto come una meridiana e freddo come il polo sud, se stavo a letto era meglio.
Le mani completamente saldate a pezzo unico con questo manubrio arrugginito, mangiato dal sale e dal freddo.
Creme, unguenti o guanti non hanno fatto nulla, quanto è pesante questa salita.
Era ancora presto e le prime luci dell’ alba tardavano a farsi vive, le poche case sparse erano pallidi lumini avvolti dalla nebbia lontana.
Questo inverno ha veramente rotto le scatole, un giorno si e l’ altro pure il cielo ci regala secchiate di pioggia, grandinate e vento freddo.
La macchina non partiva grazie alla batteria cinese che mi sono comprato.
Tacco suola ci avrei messo due ore, avessi usato i mezzi pubblici avrei fatto le ragnatele.
Restava la bicicletta.
Non sono mai stato un amante della moltiplica, preferivo altri sport e passatempi.
Fin da ragazzo quando vedevo Bartali, Gimondi, Moser e il grande Coppi mi venivano i crampi alle gambe solo a guardarli ed ora eccomi qua.
Questa salita mi sembra il Pordoi, sto diventando vecchio.
Speriamo che questa bicicletta sia gentile e simpatica e non mi lasci a piedi, altrimenti al ritorno la scaravento giù dalla scarpata senza pensarci due volte. "Dai forza Elio ancora un paio di pedalate e sei arrivato".
Toh, guarda un raggio di sole più curioso di un gatto ha messo fuori la zampa e sta scansando la coltre nuvolosa, ecco ora si ragiona.
Però, che vista... macchia verde intorno e mare all’ orizzonte, montenero è fantastico.
Nulla a che fare con le montagne, è solo una collina però la vista è mozzafiato.
Ora, mi metto qui a cavalcioni sul murettino un paio d’ ore, riprendo fiato, mi godo un po’ di solicchio e rumugino, tanto è cosa da vecchi.
Torno a casa, mangio qualcosa e mi invento qualcosa per passare la giornata.
Di stare a letto non avevo voglia, mi potrò riposare quando sarò sotto terra o dentro un vasetto messo da qualche parte a prendere polvere.
Dopo aver lavorato come un mulo, mi voglio godere la mia piccola benedetta misera pensione.
Questo stramaledetto stato mi ha tolto praticamente tutto, ma non l’ ironia.
Maledetti ladri politici, hanno rubato e speculato su tutto.
Mica per me, ormai sono oltre il viale del tramonto, ma i ragazzi di oggi che saranno gli uomini più o meno maturi di domani, hanno veramente poco per cui sorridere.
Ragazzo, marito, padre e nonno ora vecchio, acciaccato e dolorante.
Lavoravo in porto, conosco il mare ed il vento, conosco il fragore dell’ onda quando sbatteva contro il cemento. Ascoltavo le urla di gabbiani e quella magia di sale, nafta e iodio che saturava l’ aria.
Poi sporco e stanco tornavo a casa, doccia e divano.
Sognavo tantissimo ad occhi aperti quando ero poco più di un moccioso.
Snobbavo l’ inverno, odiavo l’ autunno, ora invece li apprezzo, chissà perchè.
Stranamente un ricordo coperto di polvere, mi tornò in mente, facendomi bagnare l’ occhio e sussultare il cuore.
Durante uno degli ultimi falò sulla spiaggia per salutare il caldo afoso Agosto, recitai ad alta voce, complice pure la birra, una breve poesia.
A distanza di cinquant’ anni me lo ricordo ancora, come fosse ieri.
Incredibile, non mi ricordo cosa diamine ho mangiato ier sera a cena, ma ricordo cose ultrapassate di anni fa.
"Un’ altra estate sta sfiorendo, come certi ricordi di quando ero ragazzo, sarò ancora qui domani? Respiro il mare, mentre una nave fende le onde ed un gabbiano plana sull’ acqua". Tornerò."
Via è giunto il momento di tornare a casa, mi sono massacrato il morale più del necessario.
La fame si fa sentire, speriamo solo che i freni della bici tengano, altrimenti la faccio piccina la botta.