Si chiese perchè diavolo deveva essere sempre lei. Lei a cercarlo tutte le mattine, a sbattersi per passare due sporche ore tra le sue braccia. Le sembrava di elemosinare il suo amore ogni volta. Dov'era finita la ricerca di loro, quella che entrambi rincorrevano, quando riuscivano a trovare un buco anche solo per dirsi un ciao. Non si sentiva più amata, era questo il punto. Un tempo si sentiva viva, Giulia. Ora erano più le volte che si sentiva sciocca. Come quando cercava di credere che il "suo" vediamoci era pieno di desiderio come un tempo. Che non veniva neanche dalla bocca di lui, quel ci vediamo. Lui, non lo diceva da settimane.
Si chiese come mai lui fingesse entusiasmo, perchè lo faceva? Perchè continuava a cercarla? Era un'amica che cercava? O era solo il suo bisogno di parlare di lui, di lui. Amica. Confidente. Poteva scegliere di essere anche solo questo, Giulia, ma voleva sentirsi dire che quella finta relazione che di relazione ormai aveva ben poco stava andando a senso unico.
Lo guardò negli occhi. Aveva sempre quell'atteggiamento del tipo guarda che ho già una vita complicata non ti ci mettere anche tu. Lui sempre più importante di tutto e tutti, lui e il suo ego smisurato. Spesso si sentiva sola Giulia, mentre erano insieme. Se ne rendeva conto in quei rari momenti in cui aveva bisogno di parlare ma non c'era mai troppo spazio e quando c'era, era solo perchè lui aveva deciso che ora basta parlare di lui.
E all'egocentrismo si univa una continua ricerca di approvazione, una ricerca disperata, come se per vivere fosse necessario piacere a tutti. Inutile fargli capire che era come se tutto ruotasse intorno a lui, che per gli altri non c'era mai posto; non poteva vederlo, non riusciva a capirlo, si sentiva un incompreso. Tutto fiato sprecato; se non poteva essere il protagonista si trasformava nella vittima.
E così Giulia si chiese se era davvero quello il tipo di uomo che voleva accanto a sè. Lo guardò in silenzio, girò i tacchi, e se ne andò.