cap . 20
Irene era sorpresa per la serenità con cui si stava vivendo e in quei momenti di improvvisa riflessione non poteva fare a meno di interrogarsi su come tutto questo fosse stato possibile.
Sapeva bene la loro situazione, e quanto, quello che stava accadendo adesso fra di loro, avrebbe dovuto, nel suo modo ordinario di concepire le cose, farglielo sentire conflittuale ed esplosivo, invaderla di ogni genere di senso di colpa.
Avevano entrambi una famiglia e si sentivano quasi inestricabilmente legati ad una situazione sociale che li faceva sentire impediti in ogni idea di sconvolgimento.
Sentiva su di sè tutto il peso di quanto difficilmente quel comportamento avrebbe potuto trovare una qualsiasi comprensione e che se solo l'avesse manifestato in modo trasparente e deciso tutto il suo contesto l'avrebbe irrimediabilmente censurata.
Ma oltre a questo, che avrebbe forse sentito in sè la forza per sopportare, c'era ancora in lei un non completamente risolto senso di colpa, verso le persone con cui aveva avuto un legame ormai storicizzato, che in lei avrebbe dovuto essere un legame definitivo, seppure quella definitività la sentisse adesso come una violenza rispetto alle sue emozioni; questo senso di colpa viveva soprattutto pensando al grande dolore che il suo comportamento avrebbe arrecato a tutte le persone con cui condivideva da sempre la vita, se solo loro ne avessero avuto conoscenza.
Questo riguardava entrambi, perchè anche Sergio non riusciva a non sentirsi intimamente partecipe al dolore che intorno a sè avrebbe a sua volta arrecato.
Così, mentre si amavano con quella pienezza, in brevi attimi di coscienza non riuscivano a sottrarsi a quella sensazione di dolore, che quel loro amore avrebbe causato ad altri.
Avevano tutti e due una forte sensibilità, che non consentiva loro facilmente di ignorare I sentimenti degli altri, di vivere sè stessi con quell'egoismo che consente astrarsi facilmente da tutto ciò che sfugge al diretto tornaconto, al piacere delle proprie personali sensazioni.
Ma, nonostante tutto questo, e questo Irene non riusciva a capire come potesse accadere, nel suo slancio emotivo d'amore si sentiva completamente libera ed innocente, come se la loro conoscenza, così sincera e profonda, li avesse trasportati su un altro piano dell'amore, dove tutte le normali ragioni perdono valore, e che non amarsi, per come si erano innocentemente penetrati, sarebbe stato un delitto contro l'amore stesso.
C'era inoltre per entrambi un meraviglioso senso di presente che non avevano mai provato prima, come se quell'amore, dentro la loro pura conoscenza dei pensieri, li avesse sottratti ad ogni connessione con passato e futuro, come se avessero vissuto un puro presente del tutto sottratto alle loro personali storie, e insieme a qualsiasi storia.
Il loro abbraccio, che riusciva ad essere contemporaneamente intriso della più intensa dolcezza e della più invasiva sensualità, li aveva avvinti in un modo così calmo e pieno, da farli sentire indissolubili; mentre i loro corpi bramosi cercavano di aderire nel più vasto contatto della loro pelle, i loro sguardi si penetravano, vivendo in quello sguardo trasparente e gioioso una sorta di estasi, quasi che quello sguardo provocasse in loro una specie di orgasmo delle emozioni.
Sergio la desiderava e sentiva il suo più grande piacere nel leggere dentro i suoi occhi l'esplosione del suo stesso desiderio. Sentiva il suo corpo e la sua mente viaggiare all'unisono, e all'unisono anche col corpo e la mente di lei, mentre si diffondeva in Irene gli sembrava di diffondersi in sè stesso.
Le sue mani navigavano sul suo corpo, assaporandone ogni vibrazione e sentendola immediatamente anche dentro di sè. Ogni suo pensiero fluiva nel loro erotismo e tutto il suo pensiero, che normalmente lo staccava da sè stesso, entrava interamente nella loro medesima sensualità. Si sentiva un'onda, che instancabile continua fluttuava, persa nella costante rinascita della stessa onda, dentro cui precepitava ogni senso di identità.
Le loro carezze fluide erano dolci scosse che invadevano i loro corpi di brividi stupendi. Erano insieme un respiro, piacere e desiderio anelante, che esprimeva intera la loro passione.
Affamato di lei Sergio ne desiderava ogni angolo, amandola ovunque era come se stesse inseguendo quella percezione di fusione totale dentro cui solo si sarebbe potuto sentire oltre la sua individuale solitudine. Scivolando sul suo corpo, appoggiò il viso sui suoi seni, ne sentì il contatto come eccitante carezza, che lo trascinava nell'intenso desiderio di confondersi con essi, baciandoli in un alternarsi fra lievissima dolcezza e passione irrefrenabile. Era piacere puro, quello che sentivano le sue mani, mentre animose li lambivano e stringevano e si muovevano leggere e forti su di loro. Era piacere puro per la sua bocca, che attraeva in sè amorevole i capezzoli turgidi, per la sua lingua che li vezzeggiava.
Irene era sciolta, trascinata da quell'adorazione, immersa nella più appassionata delle inerzie, completamente aperta a tutte quelle invadenti pulsioni dell'amore.
C'era anche un che di infantile nel modo bisognoso con cui Sergio si confondeva nei suoi seni; come un bambino sentiva di voler assorbire da lei tutta la tenerezza, che sentiva totale da lei, senza riserve.
C'era in Sergio un nucleo profondo di quel bisogno, un sentimento d'amore per troppo tempo deluso, che sembrava adesso, in quel loro abbraccio, trovare ogni risposta. Erano entrambi portati ad un'impulsiva verità, ad aprire il loro animo in modo diretto, senza calcolo o finzione. Nella loro conoscenza non avevano inoltre mai sentito l'esistenza di muri; come se una loro naturale morbidezza ed accoglienza rendesse possibile il flusso reciproco di loro stessi. Provavano un senso di libertà che prima di allora non avevano mai conosciuto, nel potersi condividere in ogni remota parte di loro.
Questa istintiva identità di sentimento si era trasformata fra loro in un mare caldo di parole, dove tutto era commosso, e questo sentivano bene nella loro voce, nei loro gesti, nei loro occhi. Tutto questo viveva in Sergio, mentre si sentiva accolto dentro la morbidezza dei suoi seni e li percorreva nelle loro sinuosità in un gioco senza fine.
Irene si sentiva completamente coivolta dentro quel flusso di carezze, complice e confusa con quell'amore che entrava in lei, si sentiva con Sergio come fossero stati un unico organismo e che nessun diaframma la separasse da lui. Provava la dolcissima sensazione di perdita della coscienza di sè, e sentiva fra lei e lui caduti tutti i confini. Mentre un piacere profondo lentamente la invadeva, le sue mani toccavano teneramente la testa di lui, gli scompigliavano i capelli, con effusioni intense e anche allegre, riflesso di gioia delle carezze che riceveva.