L'anziano signore, si sedette sulla solita panchina delle tante del cortile. Appoggiato il mento, alle mani che reggevano il suo bastone, guardava divertito il nostro giocare, sorridendo alle bambinesche battute gridate, nella allegra caciara vociante formatasi ad ogni nostra riunione, prima di andare al campetto, per la solita partita di calcetto.
Difatti, i n tutto il cortile, erano affissi impietosi, intransigenti cartelli con la scritta: "Vietato giocare al pallone nel cortile."
D'altronde, non sarebbe stato facile giocare in un cortile molto ampio, ma occupato qua e là da una decina di "isole" rialzate, ospitanti piante ed arbusti ornamentali .Queste isole quadrate, erano contornate in ogni lato, da panchine in pietra, sulle quali, avrebbero "dovuto" soggiornare, gli abitanti del caseggiato. In realtà, la gente preferiva al cortile, la riservata intimità dei propri appartamenti; perciò,gli unici abituali frequentatori della corte, rimanevamo, noi ragazzi e ragazze e quel curvo ometto, che arrivando dal suo abituale giro dell'isolato, si sedeva a riposare sulla sua solita panchina.
Appena arrivato, al solito tirava fuori da una delle ampie tasche del giubbotto un libro e inforcati gli occhiali, si immergeva nella lettura di chissà quali mondi.
Non pareva disturbato dalle nostre voci, dalle nostre stridule grida infantili..ogni tanto alzando gli occhi per riposarli, incontrava i nostri sguardi: con un ampio sorriso e un cenno della mano, ci salutava con la sua voce giovanile e spontanea:"ciao ragazzi!"Quindi tornando ad immergersi nella lettura, si assentava dal mondo circostante.

Che strana è la gente! Nessuno o quasi del caseggiato, frequentava quell'uomo solo e invalidato, eppure tutti sapevano: chi era, cosa facesse, perfino che idee avesse.
Noi ragazzi comunque, lo conoscevamo abbastanza: fin dai primi tempi, quando alcuni di noi erano ancora bambini, lo vedevamo arrivare in cortile alla ricerca del suo gattino, che puntualmente scappava, appena lui, dimenticava un attimo di più la porta aperta.
"Micio, micio...!vieni..dove sei?"Ripetevamo noi, facendogli il verso..Ma ogni volta comunque, correvamo a cercarlo per riportarglielo.
Lui grato, ci faceva accomodare in casa, ci offriva la cioccolata o un gelato; a volte gli chiedevamo di farci vedere i suoi disegni, o ammiravamo i numerosi quadri alle pareti e le tele dipinte accatastate in ordine su delle scansie: paesaggi, fiori, ma specialmente molti ritratti, così reali da sembrare fotografie..lui ci spiegava convinto, che erano fotografie dell'anima delle persone ritratte, quello che lui coglieva, dal loro sguardo, dall'espressione che assumevano più comunemente.
Se era in "vena",disegnava rapidi schizzi dei nostri visi e ce li regalava con un sorriso.
Molti dei suoi dipinti, erano popolati, da folle di volti e corpi, in maggioranza femminili; quando gli chiedevo del perché dipingesse quasi esclusivamente persone, mi rispondeva con un sospiro:"Non potendo andare a trovare il mondo, lo faccio venire io da me, dipingendolo.."Con questo non voglio dire che avesse un gran via vai di persone nel suo "studio"probabilmente, salvo poche eccezioni, attingeva da fotografie, dato che era evidentemente non abbastanza danaroso per pagare eventuali modelle o modelli.


Finale.
Man mano che il tempo passava, con l'alternarsi delle stagioni, i ragazzi del cortile, crescevano con altri interessi ..i motorini rombanti, li portavano in altri lidi, non c'erano più i vocianti gruppetti di giovani vite, a rallegrare le soste in cortile del vecchio pittore .Neppure le visite dei bambini( ormai cresciuti) che con la scusa del gatto, andavano a volte a trovarlo.
Nella bella stagione e nelle rare tiepide giornate invernali, l'uomo si incamminava, arrancando sui marciapiedi dell'ampio isolato, entrava quindi nel cortile ormai vuoto; il solito rito: sedersi, prendere dalla tasca il libro, facendosi assorbire dal suo contenuto.
Ora, che non coglieva più il casuale sguardo di qualche ragazzino; per riposare gli occhi, chiudeva il libro tenendo il segno con le dita; socchiudendo gli occhi e muovendo appena le labbra, sussurrava:*"La bella di notte si apre alla falena,
la nebbia striscia su dal mare;
un grande uccello bianco, un niveo gufo,
aleggia dall'ontano..
Più bianchi, amore, i fiori che tieni, dalla bianca nebbia del mare;
Non hai fiori dei tropici più sgargianti, vitali e scarlatti, per me?*

Sì,non aveva quasi totalmente contatti umani, la spesa gliela portavano, se gli mancava qualche colore, pennelli, pennarelli o la tela a metri, la ordinava via internet... ma, in quella sua straziante solitudine, continuava a produrre, a lavorare.
In una delle mie ultime visite( dopo molto che non andavo) ammirai estasiato, decine e decine di nuovi quadri, che avevano come tema, un unico soggetto: un bellissimo volto di donna..oppure quel medesimo volto con il corpo che le apparteneva. La sostanziale differenza con i vecchi quadri, era non più la ricerca di un mero realismo! questi erano apparentemente semplici, sintetici, sembravano giganteschi fumetti. Non osai chiedergli, se la donna rappresentata, fosse stata da lui amata, in un lontano passato. Certo era così bella, così dolce ed eseguita con somma maestria e amore....!

Altri anni sono trascorsi, ora vivo in una grande metropoli americana, faccio "il creativo" per una famosa agenzia pubblicitaria. Ho faticato! Ma seguendo le esortazioni di quel vecchio pittore, ho studiato arte, leggendo molto, mi sono applicato, soffrendo anche io a volte di solitudine, ma arrivando alla fine, dove ora sono.
In un grande museo di New York, ho visto ultimamente, dei grandi quadri, che mi hanno sbalordito! Erano esposti, accanto a famosi autori della Pop art ...L'ho subito riconosciuto! Era lo stile inconfondibile del mio vecchio e solitario amico, che mi "sorrideva"soddisfatto da quei quadri... Adesso, finalmente, era in ottima compagnia! Migliaia di persone visitano ogni giorno il museo.
"Finalmente, non soffri più la solitudine, vecchio mio!"(gli dissi mentalmente) Mi ricordai di alcuni versi che mi ripeteva ai tempi e che ho fatto miei:"Continuo a dare segnali d'amore,
che si accendono alla vista di ogni anima, perché in tutte le anime vedo amore"
Seguo questo suo insegnamento: manda amore, sempre e comunque..riceverai l'amore.."
Aggiungo però io:"Per fortuna ho un bellissimo fisico, e non cammino piegato!"