Alice era l'ultima di sei figlie. “Un’altra femmina” esclamò il padre alla sua nascita, e fu così deluso dal sesso della nascitura che si rifiutò di scattarle, per tutta la sua infanzia, anche una sola fotografia.
La bambina era bellissima, ma per essere accettata dal padre mortificò la sua femminilità cercando di mostrarsi come il padre la desiderava. La madre non poteva comprarle un vestitino perché lei si ribellava e voleva indossare solo pantaloni. La madre tentava di farle crescere la chioma dorata, ma Alice voleva portare i capelli corti come un maschietto, la madre le comprava le bambole, ma lei le scaraventava fuori dalla finestra perché voleva giocare con le macchinine
“Che bambina irrequieta” mormoravano i genitori, “ le sorelline sono così dolci questa è la classica femmina capricciosa, che già da piccola vuole fare la prima donna, non c’è verso di correggerla, ci darà un sacco di filo da torcere anche quando sarà più grande” insisteva il padre.
Alice si chiudeva in bagno, e versava lacrime su lacrime, capiva che niente avrebbe potuto farla amare dal padre e cercava di escogitare nove tattiche per essere apprezzata, ma le provò tutte, senza alcun risultato.
Alice crebbe e pensò che l’unico modo per farsi stimare fosse quello di immolare se stessa per gli altri. I più deboli avrebbero sicuramente apprezzato le sue doti e la sua sensibilità e avrebbe mostrato al mondo intero di cosa era capace.
S’innamorò sempre di uomini che lei avrebbe dovuto salvare, prima un alcolista, poi un ladro, poi un giocatore d’azzardo. Li amò perdutamente, cercando di risolvere i loro problemi, sacrificando se stessa, ma accumulò solo delusioni. Alice fu solo un’eroina, ma per i genitori restò solo una povera stupida, incapace di fare scelte sensate. le altre sorelle avevano raggiunto vette alte professionalmente e anche sposato persone degne di loro. Alice consumò i suoi giorni nella solitudine e nel ricordo di amori falliti.