<< Meno male che sta tardando il treno, almeno possiamo parlare>>
<< Già, non desideravo altro>>.
La notte si prolungava, nel frattempo, ed un leggero vento copriva le nostre soste di dialogo che interponevamo mentre guardavamo ciò che ci circondava. Immersi in una deliziosa schiera di luci che illuminavano scrupolosamente l'intera stazione, ma che stanziavano, per noi, come filari di torce che consacravano il nostro momento ad intima ed inviolabile confessione. Ed una insaziabile voglia di silenzio che inebriava i nostri animi indeboliti e ci rilassava.
<< Questa stazione è affascinante in questi momenti perché, non c'è nessuno ed hai come la sensazione di avere tutto lo spazio per te!>>
<< Sì, sì...>>
<< Che hai?>>
Facemmo qualche passo ancora, retto dal silenzio. Era bellissima. Gli occhi le scintillavano come gemme sotto la luce argentea della serale veste della natura e brillavano di scaglie azzurre, come il cielo terso di un giorno montano, ed i capelli schiarivano, impallidendo ancor di più il suo naturale dorato colore.
<< Guardando in cielo, alle volte, penso a mio fratello e rifletto: chissà se sarà felice di quello che sto facendo>>
Rassicurandola allungando il mio braccio sulle sue spalle: << tesoro, perché non dovrebbe essere felice! Penso che sarà solo orgoglioso di quello che sei e che fai>>.
Alzò il dito in cielo. << M'immagino che sia in una di quelle stelle. Tu quale pensi che sia?>>
<< Probabilmente quella più brillante>>, dissi io in tono abbastanza riflessivo.
<< Forse, sì. È quella più brillante, ne sono sicura. Quella là, accanto a quelle altre vicino>>.
Era una notte molto limpida e si vedeva molto bene il cielo ma, le luci della stazione, con il loro chiarore, inquinavano un po' la volta, lasciando vedere solo alcune delle stelle che aveva, in realtà. Quella che indicava lei era quella più brillante di quella notte, abbastanza in alto sull'orizzonte, vicino ad altre piccole attorno in cerchio e ad altre a formare discreti triangoli: probabilmente era un pianeta.
<< Sì, sarà quella sicuramente!>>
<< Non volevo che se ne andasse così…>>, lasciando il posto in viso ad una espressione di profonda tristezza: <<… non al posto mio. Perché??>>. <<È accaduto tanto tempo fa ma, ancora ne sto soffrendo e penso a cosa avrebbe fatto lui se fossi stata io a non esserci!>>. A quel punto scoppiò a piangere.
<< Amore, non devi pensare a queste cose. Lui non avrebbe fatto nulla di cui non sia già fiero di vedere in te da quella stella, lassù...>>.
Con gli occhi pieni di lacrime ancora, grossi quasi come volessero esplodere, mi guardò speranzosa. <<È stata una tragedia!>>
<< Amore, non dovresti pensare ancora a queste cose. È successo quando eri piccola e non c'era alcun modo perché lui si salvasse. Se si fosse salvato lui, non saresti vissuta tu, amore>>.
<< E forse era meglio così!>>. Tornando di nuovo a piangere.
<< Non dire sciocchezze!>>, prendendola per le spalle e guardandola in viso. Lei mi guardò avvilita ma, ancora una volta, speranzosa.
<< Tu credi che lui approverebbe il nostro amore?>>
<< Io credo proprio di sì, amore... credo proprio di sì. Almeno, lo spero>>.
Stringendola forte nel mio petto e tornando a guardare, per un attimo, la stella, mentre pensavo se mi avrebbe veramente accettato.