… Parigi, nella via che attraversa il quartiere dove si respira ancora l’ aria pregna d’ arte e, dove ancora si ascoltano in sottofondo, le voci degli artisti noti e meno noti, facendo eco tra queste porte e vetrine più o meno grandi…
La Rue Montmartre…
Dove si avvicendano nuove aperture e infauste chiusure d’ attività commerciali e laboratori d’ artisti e artigiani vari.
Tra questi, cinque anni prima, Antoine Corsetti e signora rilevarono, su consiglio di un’ agenzia immobiliare di cui era titolare l’ amica della sorella d’ Antoine e suo marito, Benedetta, un piccolo negozio di un artista di strada, adibito a laboratorio, trovandoci anche alcune opere, ritratti vari, tra le altre cose, anche molti utensili artigianali.
Ristrutturandolo completamente con gusto e cura ma, lasciando le opere più espressive, come soprammobili e alcuni utensili opportunamente restaurati, così inaugurarono il loro laboratorio di gioielli, mettendogli nome “ L’ angolo delle cose perdute”.
Da quel periodo, Antoine, ha avuto molti cambiamenti, sia nella vita sia nell’ attività.
Già dal primo anno, con le loro particolari creazioni di gioielli, fatti con ricercate pietre venute da varie parti del mondo e, dalla originalità dei disegni, avevano ottenuto, lentamente un discreto successo. Lavoravano creando sia gioielli personalizzati, su idea dei clienti, sia su proprie “ creazioni”. La conseguenza di questi risultati, ad Antoine, gli aveva fatto crescere l’ idea e, il desiderio, di avere un suo agente, che girava per il mondo alla ricerca sia di pietre sia di nuove idee. L’ occasione per esaudirla accaddè una sera, durante le feste di Natale, in casa di amici. La signora Corsetti aveva incontrato un suo compagno di scuola, Alberto Lacroix, che non vedeva da molto, presentato ad Antoine, avevano legato subito. Avevano molti interessi in comune, l’ estrosità, l’ inventiva, l’ originalità, la creatività, così la stessa sera gli aveva proposto di lavorare per loro.
Subito dopo quel periodo di festività, Josephine iniziò a stare male, Antoine per seguire sempre più la moglie, non la lasciava un momento da sola, la accompagnava ovunque tra le innumerevoli visite, analisi e controlli, sempre purtroppo con esiti positivi, riscontrando il male dei mali... Trascurava il laboratorio, così chiese aiuto ad Alberto, affidandoglielo completamente, altrimenti non avrebbe potuto occuparsi di entrambi gli impegni. Alberto, alla sua richiesta, rispose che avrebbe fatto del suo meglio.
Nel breve tempo di tre mesi quel male la portò via con se.
Trascorso un breve, naturale periodo, per riprendere la vita normale ma, con la notte nel cuore, Antoine, per non pensare, si dedicava completamente al lavoro, ormai stava più tempo in laboratorio che in casa, “ già”, la casa non era più quell’ appartamentino preso in affitto all’ inizio ma, con i progressi fatti, si erano comprati una villa, appena fuori Parigi, con tanto di cameriera e domestico, che purtroppo Josephine non ha potuto vedere finita. Non riusciva a trovarsi in quella villa, ora che la compagna di infinite avventure, l’ amante di infinite notti, non c’ era più, cercava di sfuggire da quel vuoto, anche se Michele e Marie- Claire non gli facevano mancare la loro costante presenza. Anche la villa fu una proposta suggerita dall’ amica di Francoise e Maxim, titolare di un’ agenzia immobiliare.
Antoine riprese la sua attività in laboratorio e, notando l’ eccellente e curato lavoro svolto da Alberto, era sempre più convinto ed entusiasta delle sue capacità. Stava maturando la decisione, di proporgli di diventare suo collaboratore nonché socio. Ad Alberto non sembrava vero, poter realizzare il sogno di avere una propria attività, senza esitare un momento accettava la proposta senza nessuna indecisione. Per l’ occasione avrebbero inaugurato un nuovo laboratorio.
Aprirono il laboratorio a Nizza, anche questo su consiglio di Benedetta, che cercava di frequentare sempre più spesso Antoine e, sempre più in maniera confidenziale… .
I due soci iniziarono a dividersi tra Parigi e Nizza ma, in seguito presero la decisione che Alberto sarebbe potuto andare di persona, alla ricerca di nuove pietre e nuove idee. Mentre Antoine tornava di nuovo, a gestire i negozi. Il lavoro andava sempre per il meglio e, cresceva l’ esigenza di prendere altro personale, almeno due responsabili, uno per ogni negozio ed anche un altro disegnatore.
Lentamente con il passare del tempo, Antoine, iniziò ad uscire qualche sera nel fine settimana, con la sorella Francoise, il marito Maxim e la loro amica Benedetta.
Così Benedetta, in punta di piedi entrò nella quotidianità, iniziarono a vedersi anche senza la sorella ed il marito e, non solo nei fine settimana. Diventarono sempre più frequenti, più assidui sia nel sentirsi sia nel vedersi, diventarono più intimi. Una sera di un fine settimana, organizzarono una festa, l’ occasione per annunciare il loro fidanzamento, invitarono tutti gli amici, parenti e collaboratori, nonché il socio. Alberto arrivò quasi per ultimo, quando entrò, gli andarono incontro entrambi, Antoine lo salutò cordialmente e, credendo che i due si incontravano per la prima volta, gli presentò Benedetta ma, senza che lui si accorgesse, si scambiarono uno sguardo d’ intesa.