Come Roccio de’ Quadrali, arrivato alla picciola Schola de’ Ravanelli, recò grande sconquasso e come, fino allo fine, non si adattò.
Era giunto da lidi lontani nello loco chiamato Flos Jani. Ei nomavasi Roccio Quadrali; gli avi suoi, più possenti si nomavano, invece, Quintali.
Roccio non potea tollerare, di sprecar lo suo genio immortale! Flos Jani era assai primitivo e dovea doventare più vivo. Cambiar natura e costumi del loco: questo era l’ alto suo scopo!
Così prese a contestare, ad irridere e pontificare: “ Più Riunioni, più Aggiornamenti! Cosa son tutti questi lamenti! E per tutti ci vuol la lettura, che, di certo, è ragion di cultura. Che cos’è questa bibliotechina Mezza vota e pure vecchina? Se l’ incarico io avrò, certo la rimpinguerò. "
Nella Schola dei Ravanelli la faccenda ci torse i budelli: eravamo genti paesane, ma la Schola andava benone.
Ora, invece, arrivato il Quadrale, niente più ci pareva normale: sia il "prof"che lo scolaretto si sentivano sempre in difetto. Gli studenti or facean confusione fra Similitudine ed Equazione; non capivano la differenza fra Napoleone e una Potenza. Vari "prof", uno poco basiti, si sentivano inadeguati, se, oltre alla loro materia, non sapevano la scienza intiera. Quasi tutti avea messo in ginocchio con quel freddo suo glauco occhio.
Non poteva così continuare: più di uno pensò di parlare. Gli spiegaron, con dire sensato, che un pochino ci aveva squassato, che occorreva convivere insieme, se volea della Schola lo bene!
Lui dapprima non credette a' suoi orecchi: non potevano esser sì sciocchi! Poi rispose, guardandoli storto: "Oh ingrati, non meritate lo Roccio! Se volete restar primitivi, prima o poi lascerò questi lidi!"
Roccio, però, non se ne andò: fino all'ultimo restò nobiscùm!
Qui, però, la mia penna s'incrina. Chiedo venia: non son stata carina. Per cui aggiungo un gran bel finale.
" Evviva, evviva...
la Pensione del Quadrale!"