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Ecco!... La tenebrosa notte viene
a coprir d'un nero e lugubre manto
quest'orbe immenso che da tempo sviene
all'ombra di color ch'odiar cotanto
e maledir repente ardirono
la voluttuosa possa dell'Amore
allorquando iscoppiar in sé udirono
dell'Odio la folgore e il furore.
Veggo col ciglio ratto dalla Musa
le fosche notturne il cielo trangugiar
laddove l'ascosta Luna ricusa
inesorabilmente a rischiarar;
e miro un'ombra che cruda s'aggira
senza pia cura, senza breve posa,
a scagliar furente nella sua spira
ogn'alma che frale e inquieta riposa.
Sento tra il soffiare del vento infido
il lamento d'un solitario lupo
che qui funesta ogni calle, ogni lido
nel nome rio dell'infernal dirupo;
e ascolto della civetta rapace
il lugubre e crudo canto ferino
che va minacciando pure la Pace
e la somma possa del Divino.
Dianzi a me giace il cinere silente
d'una dama arsa dall'Odio vincitor
del Whallhallha astrifiammante e lucente
che nel foco perì obliando l'Amor...
quell'Amor che rege fu pur de'Divi
e delle gelide Norne furiose
ch'all'Infero scagliar di colpo i vivi
recidendo le tele a lor preziose.
Mi ritrovo dunque in un universo
che sempre più il celere passo cede
all'Odio che l'Amore fia disperso
e che giammai pietade a niun concede.
Svaniti veggo i dolci sogni umani
e morta la Speme d'un'alba nuova.
Eppur in quest'amplessi così arcani
l'alma mia una cara possa ritrova.
Oh Musa, dimmi, orsù, dimmi l'avvenir
di quest'orbe precipitato in basso...
di quest'universo che brama morir
nell'impeto rio del Male e del Lasso!...
Se la divina tua arte quel che chieggo
immantinente predicesse onesta
sarebbe allor dolce quel ch'ora veggo:
ergermi a redimere una Tempesta
qual scaltro e volenteroso nocchiero
che pur nel cor d'un tremendo disagio
sa sfidar e vincere il nembo nero
fugando la morte e il tristo naufragio.
Suvvia, oh Musa, narrami senza fallo
ciò che i Cieli ti concedon disvelar.
Son pronto a udir; e il tuo casto cor sallo
che l'oracolo m'è caro ad ascoltar.
- " Anco non è spenta la fiamma ardente
degli Eroi che mosser la lama acuta
contra la ria volontà deridente
dell'indemoniata gente perduta.
Verrà dunque un dì in cui una spada altiera
furente si scaglierà senza tema
contra la lama orrenda e menzognera
di lui che negli abissi piange e trema
poscia aver spezzato con accesa ira
l'asta gloriosa e lucente del padre,
che morto nel colmo d'una ria pira
non vide mai più queste terre ladre.
Allor si vedrà il Whallhallha dorato
risorgere per incanto col Sole
d'un novello ed eterno giorno beato
che farà perduta de'empi la mole.
Ed alla Valchiria ascosta e ritrosa,
che ferita a morte cadrà sul campo,
sarà un'ultima vista sì onorosa
che men duro le fia di morte il lampo:
lasciate, infatti, ch'alle sue pie ciglia
si dischiuda del Ciel la maraviglia
che nel segno d'una Voce assai forte
le dirà " Fiamma d'Amor, Gioia di Morte ".
E l'Universo intero ripeterà
siffatte verba fin quando non morrà "-.
Ecco!... Così, oh Musa, celer finisce
questo tuo vaticinio di mistero
che nel vivo mi tocca e mi ferisce
nel pio nome dell'Universo intero,
giacché è troppo amata nel mio core
l'eterna e fatale possa dell'Amore
ch'or so che un giorno amena risorgerà
e mai più il Destino l'addormenterà. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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