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Sulla dolente scogliera
d'una landa giapponese
una tempesta sì altera
repente si fè palese.
Un dolce fior di ciliegio,
funestato dal rio vento,
cadde sul terreno regio
d'un regno pien di spavento;
e trascinato dal furor
dell'auretta impazzita
precipitò nel rio terror
della marea irata e ardita.
Galleggiante sulle rie onde
che agitate si mòveano,
nòtante sull'acque fonde
che crudeli si faceano,
siffatto misero fiore
percorse miglia nel mare...
in un mare di dolore
e di lagrime da odiare.
Placata la gran tempesta
dai Divini dello Shin'to,
finita l'ora funesta
del temporale estinto,
il fior giunse sur d'un lido
ove i saluti gli rese
dell'arena il dolce grido
ricco di gioie, di sorprese.
Ahi!... Ecco un'orda di banditi,
di Samurai rinnegati,
che cavalcano incalliti
destrieri offesi e frustati.
Così il fior finì calpesto
dagli zoccoli portenti,
e dall'uscita da un cesto
d'alcuni ratti Talenti.
Ed una tale moneta
lì lo tenne soffocato,
come una trista cometa
coll'uman senno spaventato.
Giunse allora un contadino
che, bramoso di ricchezza,
colse l'oro sopraffino
che sempre il mortale vezza.
Ma mirato il misero fior
che ai suoi piè giacea pietoso,
ei non udì parlar il cor,
nè il suo spirto baldanzoso.
Andato via il plebeo avaro,
giunse una pia rondinella
che col becco truce e amaro
rattò l'alma poverella
del fior sempre sventurato
che, poscia qualche momento,
fu per errore gettato
in altro mar di tormento.
Seguendo la pia corrente
giunse sur d'un lido ameno,
làddove lentamente
giaceva il ciglio sereno
d'una fanciulla regale.
Ella lo vide... lo colse.
Ma nell'impeto mortale
il Destino al fiore tolse
tutti i petali e la vita.
Perciò la donzella pianse
quell'alma appena sopita...
quell'alma che non ebbe pace
sulla terra de'mortali.
Amaterasu, pia Face,
accoglilo nel tuo Regno...
Amaterasu, pia Diva,
di te ei visse sempre degno. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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