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Oh misero e sventurato sovrano!...
Tra lo stuol lieto delle mascherette
spirasti leso dall'amica mano
che senza indugio empio ti credette,
e colpevole indegno e sconsacrato
del tradimento della sua signora.
Oh rege! Sei caduto trucidato
da un fratello che ti rispetta ancora
tanto gli è dispiaciuto quel pugnale
che, cieco e furioso, scagliò contra te
per vendicarsi forse d'un rio male
che dal tuo innamorato core prendè.
Gustavo, sir di Svezia e di Stoccolma,
mostrasti all'incredulo mondo intero
ch'anche l'alma d'un rege sta ricolma
d'Amore astrifiammante e veritiero...
Palesasti alle stupite plebaglie
ch'anche un sovrano per Amor sa morir...
morir nel core di folli marmaglie
che hanno la sola virtude di ferir.
Rendesti palese che la Vendetta
non s'inchina dinnanzi alla corona,
e che della Giustizia la pia saetta
il reo punisce, l'onesto perdona.
Oh Gustavo, martire d'un Destino
che mediante l'Amore ognor ferisce,
su, vola néCieli, verso il Divino,
e prostrati a Lui che l'uomo guarisce.
L'Amor quando non è Celeste e Puro
senza posa alcuna danna e tortura.
Ciò dell'Amor terreno è il fato duro
che sopra tutti i mortali perdura.
Ai Poeti l'Amore scaglia il tormento
e mille lagrime che mai morranno.
Ai Padri e alle Madri getta il cimento
de'figli che cresciuti periranno.
Ai Regi offre l'ombra dell'aspra Morte
che immantinente li porta nell'avel.
Sì! Quest'è la terrificante Sorte
di color che amano altro fuorché il Ciel.
Oh Gustavo, vittima della terra
che s'asconde nella carne de'mortal,
riprenda il ballo che forse già sgherra
le vene d'un altro amatore fatal.
Ascondendo colle maschere i volti,
si balli il festoso e lieto minuetto.
Scordando gli animi appena sconvolti,
la passacaglia si danzi con diletto.
Riprendendo a vivere senza posa,
s'apprezzi la giocosa polonese.
Abbracciando ogni paggio, ogni sposa,
si balli la mazurka che fia palese
che in ogni dolce trillo di violino
s'asconde l'Amor che chiama la Morte,
e la Morte che sempre chiama l'Amor.
Ahi! Crudele e terribile Destino!...
Ahi! Malvagia e terrificante Sorte
che dura ci dice- " Ovunque è Dolor! "-. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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