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 V'era un tempo nel portentoso Catai
un giovine e sapiente imperatore
che per levare dal suo popolo i lai
repente si fece riformatore.
Era ei incurante de'ministri infami
e de'baldanzosi e rei cavalieri
che, sìccome terrificanti sciami,
stavano ricchi, baldanzosi e fieri.
Ma un dì il luminoso Sole d'Oriente
sorse per lui in un oscuro mantello,
giacché dal lontano e ignoto Occidente
sopraggiunse un britannico drappello.
Infatti infra le balde e rosse schiere
scintillanti di sciable e di moschetti,
stava una fanciulla dall'aure fiere
inspiranti folli e gaudi diletti.
Mirandola l'imperator sapiente
immediatamente se ne innamorò;
e col volto felice e sorridente
verso di lei celermente s'involò.
Attraversando le stanze dorate
della stupenda Cittade Proibita,
ei corse verso le spemi sognate
dalla sua mente innamorata e ardita.
Ma la britannica madamigella
tutta pudica, tutta pia e ritrosa
rispose sotto malevole stella
a quell'alma regale e sì amorosa.
Insensibile al più nobile Amore,
insensibile ad uno Spirto saggio,
immantinente ferì e lese il core
del prence che per lei si fece paggio.
L'imperatore allora pianse molto
vedendosi perduto e allontanato.
Ahi, crudele Destino infame e stolto,
aspro uccisore di chi è innamorato!...
Le pene dell'Amor non corrisposto
flagellano e uccidono anche i sovrani.
Questo Fato orribile e maldisposto
è uno sgherro dalle feroci mani.
La dama britannica fu poi insana
giacché si prostrò ai ministri ribelli;
e con loro parò tra l'aura arcana
delitti terrificanti e rubelli.
Voleano infatti uccider l'imperator
colpendolo netto con mille acciari...
Lo voleano subissare di dolor
e recare in quel loco de'suoi Lari.
Ignorante della cruda congiura,
ignorante del periglio mortale,
l'imperator immemore di cura
andò contra il rio Destino fatale.
Circondato dai fieri congiurati,
e veduto dalla fanciulla amena,
ei perì sotto i colpi indemoniati
d'ogni spada dalla lama serena.
Eppur pria di spirare trucidato,
volse alla dama il suo ciglio di drago.
Ella allor divenne un marmo temprato
che i Numi lasciaron nel tristo vago.
La dama che l'Amor sprezza e rifiuta
diverrà sempre una statua perduta. | 
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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