Forse era buio, o forse, pareva buio per colpa di quelle lacrime che, incessanti, scendevano dal piccolo viso, insieme al pianto, urla disperate salivano in cielo.
Lei non ricorda bene, se in quella strada c’era gente, però, ancora è viva, la figura di sua madre che, quasi pregando, le diceva di salire su quel treno, ma la bambina non voleva lasciarla, non voleva andare via con la zia, allora la madre, per intenerirla, pronunciò delle astute parole: guarda! un uomo con le forbici vuole tagliarmi i capelli.
Lo spavento per la piccola, fu cosi grande che, per un attimo, dimenticò il suo dolore e singhiozzando supplicò la madre di tornare a casa:
Vai mamma, vai, torna a casa!
Non avrebbe mai voluto che qualcuno facesse del male al suo unico bene: la mamma
(moltissimo tempo dopo, la bambina ormai donna, capì che era stata solo una bugia,
non c’era nessun uomo con le forbici in mano, era solo un’ invenzione, per convincerla
ad andare)
La piccola s’arrese, rassegnata, ubbidì, e con la zia, indifferente al suo dolore, salì sul treno che l’avrebbe portata in toscana, in un istituto di suore.
Il treno sfrecciava lungo la costa calabra, povera piccola, lei, che non aveva mai visto nulla al di fuori del suo paese, ora un nuovo mondo l’attendeva, e l’ inizio era già lì davanti ai suoi occhi, ancora pieni di pianto.
Da una parte si vedevano le verdi colline calabre e dall’altra parte era visibile un’ immensa distesa d’acqua che lei scopriva per la prima volta.
Incuriosita, e affascinata da quel lento ondeggiare, di colore simile al cielo, se pur con malinconia, interruppe il pianto.
Com’era grande il mare, quel mare, che aveva inghiottito suo padre, mentre emigrava per altri mondi, quel mare che a volte é cattivo, in quel momento sembrava esserle amico,
l’unico su cui contare, affidare le sue paure, sembrava capisse il suo dolore, e come una forza che si sprigiona dalla natura, nei momenti di assoluto sconforto, il mare riuscì a calmarla e sembrava le dicesse: stai tranquilla, io non ti abbandonerò mai