Mi chiamo Black. Black vuol dire “nero”, d’accordo. Ma, contrariamente al simbolismo cupo che viene attribuito al colore nero, io sono invece un tipo estroverso, allegro e solare. Sono certo che mia madre non mi avrebbe mai battezzato con questo nome. Lei, ha sempre amato colori caldi e vivi. Solo che io sono un figlio adottivo. Compreso l’originario nome.
Avevo solo un anno quando ho conosciuto i miei attuali genitori. A scegliermi è stato Francesco, mio fratello.
Anch’io sono selettivo. Mica tutti possono farmi simpatia! Ad esempio, detesto uno degli amici di mio fratello...
Anzi, non lo posso proprio soffrire! Non mi piace quell’aria di “cane bastonato” stampata perennemente sulla sua faccia… Meno male che si guarda bene dal farmi una carezza! Sa, di certo, che per lui non sono il massimo dell’ospitalità...
Per fortuna, mio fratello è aperto, allegro e solare come me. Ed ha tanti amici simpatici che godono della mia stima.
Anche Claudia, la sua ragazza, è una tipa in gamba! Dopo tre anni della loro love story, la considero, ormai, parte della famiglia. Bé, poi c’è mio padre. Uhm! Lui è un tipo piuttosto taciturno… introverso… Eppure, credo proprio che io sia riuscito a smussare un po’ quei tratti spigolosi del suo carattere… Sì, proprio cosi. Tutto merito mio!
Dulcis in fundo, ho anche una sorella! Si chiama Erika. E’ bellissima! A Parigi, alcuni artisti di strada si sono sbizzarriti a ritrarla; cogliendo e personalizzando qualche particolarità del suo volto. Caspita! Niente male! Anzi, a mio modesto parere, questi artisti sono dei veri e propri Illustri Sconosciuti! Mamma, però, dice sempre che è la bellezza interiore a contare molto più di quella fisica. Per forza! E’ stata Super Felice quando ha adottato me!… Che sono tutto nero e peloso!
Che volete? Mi chiamo Black… e sono semplicemente un cane.
***
Mi rendo conto, solo adesso, di aver parlato al presente. Quello che ho appena scritto... fu. In un passato non troppo remoto. E sono stato molto felice di averlo vissuto con i miei cari.
Sento ancora i dolcissimi calci della piccola Eva dentro il pancione di mia sorella, mentre, con infinito amore, mi tiene in braccio... Eravamo a casa dei nostri genitori: la mia ultima Pasqua sulla terra… Un dono che ho voluto fare ai miei cari, avendoli visti soffrire molto durante tutto il decorso della mia malattia. Perché io sentivo, già da un po’, il bisogno del cielo.
Nonostante loro continuassero a condurmi dagli specialisti e a prestarmi le più amorevoli cure. Voglio sappiano che qui, dove mi trovo adesso, è Magnifico! Mia madre lo sa… E’ stata la prima a saperlo. Ho voluto trasmettere proprio a lei, che crede senza dubbi al Mistero dell’Aldilà, questa Luce Bianca, Straordinaria e Immensa, la notte in cui me ne sono andato. Sento ancora il calore delle sue calde lacrime che m’inondano il cuore… Mentre non smette di baciarmi e accarezzarmi. Da quassù, l’ho vista piangere, sommessamente, per tutta la notte… Ho sentito il suo dolore acuto… d’avermi perso… "In quel silenzio stonato fra le mura..." Cosi come recita un verso, di una delle sue poesie che mi ha dedicato.
Poi, colta dalla stanchezza, si è assopita. E’stato allora, in quel suo dormi-veglia di quella notte buia, che le ho manifestato la Sfolgorante Luce in cui sono stato Accolto. Qui. Cosi, il mattino dopo, ho notato nei suoi occhi ancora straniti, un piccolo barlume di serenità. Volevo semplicemente dirle… che io sono in Paradiso.