Nella triste solitudine, il mio cuore languisce e sospira...
Chiede un'anima per un'anima.
ah!
Se ce ne fosse una, esulterei per l'aver trovata.
Ma una voce crudele, la voce dell'amore sì delicata un tempo, mi dice parole letale...
"Non cercarmi più!
Non sono più di questi luoghi, voglio assaporare dolce delizie... e tu, non sei più fatta per appagare i miei desideri e assopire il mio ardore".
Infelice me!!!
In che modo definire quest'oltraggio con una parola accettabile?
Non so più piacergli e del mio dolore non ha alcun rimorso.
Distratto adesso mi sfiora e oramai, l'ebbrezza mia è la tristezza. Oh, tormenti! O giorni morenti... "perché mi sono affrettata di vivere? Perché viviamo così poco?".
Ieri ancora da cento piaceri l'anima riempita, l'amore periva sotto il peso del mio incanto. E poiché occorre che ve lo dica, "come gioiva!".
E benché rifaccia ogni giorno il giuramento di essere felice, pianti furtive traboccano dai miei occhi per quest'anima che si lamenta.
Una smorfia di dolore sfiora la mia bocca. .