Il compleanno dell’ Asino era proprio caduto in una bella giornata di sole in primavera.
Le piogge de giorni addietro avevano risvegliato un’erbetta fresca e delicata e le gemme
delle piante erano sbocciate da tempo, tanto che i ramoscelli degli arbusti vestitvano già di un bel
verde succulento.
L’Asino girava stremato l’argano che dava movimento alle macine del mulino,
guardava fisso la terra polverosa infastidito da quel primo sole che gli scioglieva la fronte.
Ogni tanto buttava gli occhi al prato e alla mangiatoia delle caprette che giravano tranquille
e si fermavano a guardarlo incuriosite.
“Povero Asino”…pensò la capra più vecchia: “ … anche nel giorno del suo compleanno
dover faticare tanto ...” E tornò a brucare la sua erbetta fresca prima strappandola con gli incisivi,
poi spezzettandola un pochino in bocca e gustandone il sapore, girandola bellamente con la lingua,
dissetandosi con la linfa fresca e la rugiada di quella bella mattina di primavera.
L’asino incrociò il suo sguardo proprio in quel momento e si fermò a prendere fiato.
“Buona eh?” Disse rivolto alla Capra che era di nuovo tornata a strappare erbetta
e spellar ramoscelli.
L’ovino si girò di scatto e disse balbettando :”Dici a me?”
E saltellando si avvicino alla rete che separava il bel prato verde delle capre dal brullo recinto dove
stava l'argano così da sentire meglio l’Asino.
Scelse però un posto con l’erba un po’ più alta e un cespuglietto spinoso di fiori bianchi e foglioline
verdi.
L’Asino ripetè: “Si dicevo…buona eh?”
“Oh si, è fresca, la migliore dell’anno”
“e nella mangiatoia che c’è di buono?”
“Beh, il più delle volte è pane schiacciato ma anche le erbacce che raccolgono in mezzo all’orto,
scarti di verdure….cose così”
L’Asino quasi sveniva dalla fame, e quella capra parlava di cibo succulento e a lui proibito
come niente fosse, e lo faceva brucando la migliore erbetta dell’anno.
“Oggi è il tuo compleanno, ti avranno fatto qualche regalo , dopotutto hai un ruolo importante,
senza di te il mulino non potrebbe funzionare.”
“Oh si, mi han fatto proprio un bel regalo oggi!
Senti un po’ : un secchio d’acqua fredda sulla schiena stamattina al risveglio,
una bella strigliata per farmi lucido e portarmi alla fiera,
a stomaco vuoto così che non mi venisse in mente di fare i miei bisogni per terra
mentre valutavano le mie dimensioni.
Mi hanno valutato talmente bello da vendermi già dopo dieci minuti in quel gran casino pieno di luci.
Mi han caricato a bastonate su un furgone e mi hanno scaricato tirandomi con una corda fino ad
attaccarmi a questo aggeggio infernale,
ora che è quasi mezzogiorno e ho il sole sulla testa sto qua a guardare voi mangiare e il mio
stomaco è praticamente vuoto da due giorni."
L'asino si fermò un secondo come sbigottito, quasi si fosse accesa una lampadina nella sua testa.
Chiese di botto:
"Ma tu come lo sai che è il mio compleanno?”
La vecchia capra si guardò un poco attorno sospettosa e sussurrando rispose:
“Me lo ha detto la Civetta”
“La Civetta?”
L’Asino pensava che la vecchia stesse veramente delirando, ma questa proseguì:
“Abita sopra quell’albero e vede molto più di noi, anche se lei si vede di rado,
ti ci porterei ma tu stai attaccato all’argano e la Civetta non esce mai di giorno!!”
E spellò un ramoscello di dolci fiori bianchi.
L’asino incuriosito ma fingendo indifferenza rispose:
“Vabbè, sai che m’importa della Civetta, dicono anche che porti sfortuna…”
La Capra non si lasciò pregare e proseguì il suo racconto con circospezione,
sbirciando ogni tanto l’asino, poi la casa , l’argano, la sua erbetta, fermandosi a ruminare,
ma sempre raccontando con tono più che convinto:
“Naaa . Sono dicerie, la Civetta vede la notte, ascolta le persone mentre dormono,
a volte può entrare nei sogni , sta ore a fissarti senza che tu te ne possa accorgere
e racconta a chi sa ascoltare.”
“E a te che cosa ha raccontato?”
Chiese l’Asino con la speranza di qualche profezia su una svolta per la sua vita,
o almeno un grande regalo per il suo compleanno.
“Mi ha detto che in una bella mattina di sole sarebbe arrivato un asino a girare l’argano del mulino,
e che la stessa mattina sarebbe stata quella del giorno del suo compleanno”
“Tutto qui?”
“Già!”
E la Capra saltellò spaventata sulla collinetta da cui era discesa.
Brucando la sua erbetta, strappandola con gli incisivi, biascicandola con la lingua,
dissetandosi con la linfa, riempiendosi la pancia , alzando ogni tanto la testa
a guardare il padrone prender l’Asino a frustate .
Era passato da poco mezzogiorno e la Civetta sospirava nel cavo dell’albero.