Nella stanza insonorizzata Resily era china sullo scrittoio e continuava a scrivere il suo interminabile libro. Il primo capitolo risaliva a più di quattro lustri addietro, ma il finale era ancora tutto da immaginare.
Accanto a lei, seduti un po’ qua un po’ là i suoi compagni di sempre, impegnati nei loro soliti battibecchi inconcludenti tesi a dimostrare la superiorità dell’ uno sull’ altro. La più silenziosa era Speranza, che in varie occasioni era stata battuta senza pietà dagli altri. Il più agguerrito era Disincanto, di gran lunga più potente degli altri, che era risultato vincitore in molte gare, senza sforzarsi molto, data la situazione. Disperazione non faceva che lamentarsi e allagava la stanza, già di per sé minuscola, con le sue stupide lacrime. La consolava meglio che poteva il gentilissimo Coraggio, sempre pronto ad intervenire nelle discussioni più aspre. Tristezza e Delusione non facevano che ripetere ininterrottamente il loro ritornello snervante “ Ve l’ avevamo detto, noi!”. Al che si alzava su tutte le altre, imperiosa e stridente, la voce di Madre Resilienza e azzittiva tutti con gli ultrasuoni che bucavano il cervello di Resily.
Era davvero troppo! Resily lasciava la sua postazione allo scrittoio e reclamava il suo diritto al silenzio, urlando con tutto il fiato che aveva in gola. Tacevano tutti per qualche minuto, salvo ricominciare subito dopo ad azzuffarsi tra di loto peggio di poco prima. Fortunatamente all’ esterno non trapelava alcun rumore.
L’ idea della stanza insonorizzata le era venuta durante un colloquio straziante con il Maestro.
Se non avesse avuto il coraggio di parlargli col cuore in mano, forse oggi sarebbe morta già da tanti anni. Lui aveva ascoltato Resily con la sua solita pazienza e al termine della conversazione avevano organizzato ogni cosa per bene.
Il piano era semplice, in fondo. Resily avrebbe accettato di rinchiudersi permanentemente in una stanza insonorizzata, con tutti i suoi compagni e lì avrebbe potuto continuare a scrivere il suo libro, sarebbe stata libera di urlare, di piangere, di strapparsi i capelli con l’ aiuto di Disperazione. Avrebbe potuto digiunare, quando le si chiudeva lo stomaco, rimanere sveglia tutta la notte o magari nascondersi sotto le coperte, al buio, per ore e ore, anche per giorni, se necessario.
Al suo posto, nella vita quotidiana e in tutti i doveri che le competevano, di madre, moglie, sorella, amica, insegnante stimata ecc. ci sarebbe stato il suo avatar, Resily2, perfettamente uguale a lei, identica in tutto, tranne nella sua interiorità distrutta.
Così aveva deciso con l’ aiuto del Maestro, di quel Dio in cui pochi credono, ma che per Resily era diventato l’ unico appiglio per non morire un poco di più ogni giorno.
Così la sua vita andava avanti relativamente tranquilla.
Nessuno si era accorto di alcunché, anzi, Resily2 era così brava a sostituirla, che nel tempo la stima di cui godeva nella famiglia, tra la gente, nella scuola e poi, anche dopo il pensionamento, nella piccola comunità in cui viveva, era cresciuta a dismisura.
La gente l’ ammirava, si stupiva della capacità che dimostrava nel risolvere i problemi quando si presentavano, si meravigliavano del suo carattere sempre calmo e della forza d’ animo che riusciva a mettere in campo anche quando gli altri si sarebbero disperati e arresi. Apprezzavano la volontà di cucinare e tenere in ordine la casa, di accudire alla famiglia e rispettare gli amici e i parenti, senza mai perdere le staffe, come spesso accade a molti.
Nessuno sapeva o sospettava che la vera Resily viveva chiusa nella sua stanza insonorizzata ormai da più di quattro lustri. per lei i giorni erano tutti uguali e le notti insonni o al massimo intervallate da sogni ingarbugliati e indecifrabili.
Nessuno poteva conoscere il dolore che travagliava la sua anima e quel senso di straniamento rispetto al reswto del mondo, che a volte pareva frantumarla in mille piccoli pezzi.
Nemmeno l’ uomo che l’ aveva sposata e che mai era riuscito a penetrare fino in fondo alla sua mente scollata dal presente e dilaniata dal ricordo del passato e dalla paura folle del futuro.
Tuttavia, non c’ era nessuno che non l’ ammirasse e non si compiacesse di starle accanto, senza sapere che il merito andava tutto intero al suo magnifico avatar, Resily2, che portava avanti giorno dopo giorno il proprio difficile compito.
Nessuno sarebbe stato in grado di scoprire la Verità.
La Verità rimaneva nascosta con Resily, quella reale, nella piccola stanza insonorizzata, di cui solo Dio conosceva l’ esistenza. E Dio non ti tradisce mai, soprattutto se non cerchi di allontanare da te il Calice e accetti di portare fino in fondo la tua Croce, come Lui portò la sua.