Le dissi " Buon appetito" aspettando " Altrettanto o un grazie " ma non disse nulla, si limitò a prendere il cellulare.
Mi balenò in testa rapido come un proiettile, l’ impulso di tirarle il piatto, ma avrei rischiato spiacevoli conseguenze. La guardavo incredulo mentre fotografava la pizza... in me si accesero tutte le spie di sicurezza, rimasi lì come un povero ebete con le posate in mano. Per un nano secondo mi sarebbe piaciuto chiederle da quale istituto psichiatrico fosse fuggita o se avesse la 104, tanto orami la serata era naufragata come la Urca de Lima... e quale modo migliore di concluderla con una lite?
Tagliai la prima fetta e la presi con le mani, mi guardò perplessa, " Dai, ma sei una be..." ma non riuscì a terminare la frase, forse perchè la guardai con cattiveria e continuai a fissarla finchè non distolse lo sguardo.
" Faccio una telefonata vengo subito" disse.
Non le risposi, la guardai con distacco.
Speravo non tornasse più, continuai il mio pasto, la pizza era veramente ottima, si scioglieva in bocca.
La cameriera passò dal tavolo, mi chiese dove fosse andata la mia ragazza, le risposi " No, guarda non è la mia ragazza, preferirei un clistere con l’ ortica e cento fustigate con il gatto a nove code; doveva fare una telefonata, ma secondo me l’ hanno rapita o è caduta in un tunnel spazio temporale, non lo so." Mi guardò e sorrise.
Finita la pizza, guardai l’ orologio, dopo trenta minuti di solitudine, mi ero ampiamente rotto i coglioni.
Zoppicando come un vecchio pirata con la gamba di legno, mi feci spazio fra i commensali e andai al banco per pagare, chiedendo di parlare con il responsabile. I camerieri restarono straniti dalla mia richiesta, chiesero se la pizza avesse dei problemi o se volessi sporgere reclamo per qualcosa. Li rassicurai facendo i complimenti per il servizio e per la squisitezza.
Spiegai il motivo, dopo un po’ di resistenza e qualche dubbio, acconsentirono.
Uscito dalla pizzeria, la vidi al muretto a parlare di fonda tinta, smalto e rossetti, le andai incontro con la voglia di buttarla nei fossi. Le tolsi il cellulare di mano dicendole: " Pochi secondi... la pizza si è freddata e la stola di pelliccia si sente sola, io ho pagato la mia parte, te pagati la tua. Ti ho atteso per mezz’ ora, ora mi sono rotto le palle. Adios influencer di ‘sta cippa"
Rizzoppicando come Edward Teach andai allo scooter, mi disse qualcosa, ma non le detti orecchio.
Arrivai a casa alle 21: 30 circa, sarei potuto rincasare prima, ma le cinquecentocinquanta madonne lasciate sulla discesa del garage, mi fecerò tardare.
Che stronzata, la prossima volta che ho un appuntamento chiedo la perizia psichiatrica, almeno risparmio tempo, soldi ed arrabbiature.