Rigurgiti
Ci volle tempo per Adele a sputare fuori dalla bocca la caramella di Cupido. Dall’ ultima separazione affettiva erano passati mesi, ma un laghetto di ricordi ancora era fissato, incollato, nella mente. Adele, diciotto anni, figlia di un imprenditore toscano, unica, capelli lunghi, castani, occhi azzurri, altezza un metro e settanta, carta d’ identità … patente, appena presa, numero… ecc, ecc; dimenticavo, si era iscritta per la prima volta all’ università, materia di studio, lettere e filosofia, scienza delicata, fatta per lo più di pensieri Ellenici e presupposizioni fantastiche dei tempi andati, boh … per quanto riguarda l’ utilità della vita attuale, non direi il massimo, visto, i denti aguzzi degli uomini che sbranano i più deboli e la cultura è un lusso che pochi possono permettersela in questa società capitalistica, società, fatta di banche e banchiere europeistici senza nessun rispetto per la povera gente, e senza nessun scrupolo: Il loro credo è la moneta!!! Comunque, la scienza, materia filosofica è pane per lo spirito, la stessa, aiuta ad affrontare l’ esistenza non come cani o gatti o primitivi uomini, con tanto di rispetto di loro, ma come uomini di pensieri che spingono a una evoluzione della razza umana. Adele, si era innamorata una sera di maggio, quelle magiche, quando nell’ aria si avverte cambiamento, odore di fiori e le brezze del vento non più fredde accarezzano delicatamente ogni parte del corpo. Quella sera era felice, per strada tutti la guadavano, la ragazza si faceva notare, i capelli lunghi svolazzavano nell’ aria, gli occhi azzurri sembravano fari, certo, anche per l’ abbigliamento, gonna corta pieghettata e camicia bianca scollata: i turgidi novelli seni facevano da padrone. Aveva deciso insieme alla sua amica del cuore, ” Giselle” di andare a fare otto salti in una discoteca:” la Botola” aperta da poco tempo, in città ne parlavano con entusiasmati, per le luci, per la musica, ma soprattutto, per la serietà dei padroni che erano sempre attenti ai bulli e ai guastafeste della zona. Entrate, le due amiche ordinarono un martini freddo con olive e delle noccioline, la musica iniziò di li a poco, balli lenti, le canzoni di Luis Miguel e quelle di Pino Daniele, facevano sognare stati d’ amore, Adele, viaggiava nel mondo dei sogni dove solo gli angeli promettono stati di grazia. All’ improvviso un angelo di ragazzo, un certo Giacomo, timoroso e timido, invitò Adele a ballare un lento, la ragazza, non voleva dire si accettò, o dire no, mi dispiace, ma poi si lasciò trascinare nella pista da ballo porgendo le mani a Giacomo, tra i due immediatamente nacque intesa e complicità, ballarono insieme per tutta la serata tenendosi per mano, poi, come da copione i due si baciarono appassionatamente, un angelo di passaggio aveva scoccato il dardo. I loro cuori palpitavano, i loro corpi fremevano possesso, entrambi volevano aprire la porta del cuore dell’ altro, così avvenne…
Continuarono a vedersi quasi ogni giorno, contavano le ore per incontrarsi, e quando avveniva l’ incontro i loro cuori in tripudio versavano felicità nei corpi. Ogni cellula cercava nella membrana madre dell’ altro l’amore, le loro lingue con nervi e muscoli, atletiche, cercavano, scavavano l’ una della bocca dell’ altro, s’ incontravano, e a gara soccombevano alla bevuta d’ amore. La storia continuò per mesi, ma un giorno come tanti, quando la luna s’ affaccia sul mare e qualche stella timida appare nel cielo, i due giovani s’ incontrarono a tarda sera, Adele si accorse che qualcosa nel cuore di Giacomo non andava, era triste, mesto e qualche lacrima gli sfuggiva dagli occhi, andarono in un bar vicino al porto, ordinarono due caffè e delle piccole pizzette al pomodoro, un silenzio non regolare attanagliava i loro cuori, Adele, non ce la fece più ad attendere la voce di Giacomo e il perché di quello stato, così il giovane prese finalmente coraggio a svuotare il sacco del suo dolore: Devo partire per il Brasile disse deciso, tra due giorni devo stare a Rio, mio padre è morto in un incidente aereo, era andato nella gialla oro città per lavoro, lavorava nella compagnia petrolifera inglese, stava curando una trattativa, dicendo ciò scoppiò a piangere, stavolta senza trattenere l’ albume e le proteine degli occhi. Adele ebbe un colpo d’ ascia al cuore, quasi, moriva dal dolore, e gridava ed io, io cosa faccio senza di te, senza il tuo il mio amore; Giacomo disse mi dispiace tanto non voglio anch’ io perderti, ma... le cose stanno così, e solo dio sa quanto mi costa lasciarti e dimenticarti, nulla ci posso fare se l’ angelo dell’ amore ci ha voltato le spalle, si alzò dal tavolo, pagò il conto e senza voltarsi indietro andò via dal luogo del delitto dell’ amore. Adele, quasi sveniva, non aveva forza di alzarsi dal tavolo, si fece portare un doppio martini con ghiaccio e olive, e dopo averne bevuti due, riacquistate le forze, alzatasi dal tavolo ritornò a casa distrutta dal dolore e disperata. Passarono mesi, di Giacomo nessuna notizia, ne una lettera, né una cartolina dal Brasile, fortunatamente Adele andava guarendo dalla malattia dell’ amore, e meno male, dopo tanto strazio e sofferenza il cuore si era placato, solo qualche rigurgito di ricordi: baci, passeggiate mano nella mano e il sapore delle labbra di Giacomo ancora fluttuavano nel cuore e sulle labbra, fortunatamente erano solo rigurgiti, presto avrebbe vomitato il tutto di lui, un altro amore, un altro angelo le avrebbe soffiato nel cuore un nuovo stato di grazia, una nuovo storia con i soliti salti di gioia e i tumultuosi battiti del cuore. L’ amore è strano, ci riserva sempre tante sorprese, bagnarsi o non bagnarsi..? Conviene sempre lanciarsi nell’ ignoto dell’ altro, nuotare nella stessa acqua, lo stato di Grazia è un regalo dell’ Angelo bianco.
Insieme, abbracciati, poi divisi, recisi,
separati, svuotati, mano nella mano,
in assenza, noi,
noi due, ci baciamo,
ci stringiamo, poi voliamo,
voliamo in alto e in basso,
verso il sud e il nord di noi stessi.
Alla ricerca andiamo,
così noi, a vista navighiamo.
Infine, stremati,
distrutti, ci lasciamo,
decidiamo il salto grosso.
Recisi, sanguinanti noi ci liberiamo. |
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