Mi hai conquistato subito con quella contagiosa risata che sa di immensa cascata di fiori. Tutto intorno a me è diventato immediatamente e completamente diverso io mi stavo apprestando a chiederti il nome mentre tu mi porgevi euforica la tua mano. Il mio cuore trotterellava tutto contento, non l’ avevo mai sentito battere così forte, racchiudeva nel cuore tanta solitudine devastante ed ora si portava a spasso questa situazione con gli occhi deliziati.
Anch’ io ero letteralmente scioccato dalla sua felicità, forse ho balbettato: “ piacere mio,” mi avevi trasmesso voglia di animarmi di buone intenzioni, e sono scappato con tutta quella pazza gioia da smaltire, ho attraversato il piccolo paesino di corsa, ho saltato il passaggio a livello cose che ormai non facevo più da mille anni e solo arrivato all’ enorme cespuglio di rose selvatiche tutte in fiore e profumate non so se ancora avevo addosso il tuo profumo, oppure quelle rose rifornivano la tua profumeria, l’ emozione era la stessa.
Poi quando sono rientrato nelle mie fragili forze, ho pensato che avrei potuto invitarti a saltare con me, e mi sono accorto che forse avevo già fatto la sciocchezza più imperdonabile del mondo, ti avevo lasciata in mezzo a quella gente che potrebbero avere avuto le mie stesse sensazioni e potrebbero rubarti ai miei sogni. In fretta e furia son tornato su quei passi ma tu non c’ eri già più.
La prima fitta al cuore della mia vita, però una sensazione spumeggiante iniziava ad aprire una breccia volevo rivederti con quel sorriso sfrontato che aveva accelerato il mio battito, e quel visetto paffuto, avrei voluto tenerti per mano, e già mi sorrideva l’ idea di averti come fidanzatina, e soltanto Dio sa quanto ne avevo veramente bisogno.
Comunque ho passato un bel po di tempo sempre con quel tentativo di rivederti, principessina dagli occhi di un verde smeraldino che senz’ altro non mi aspettavi perché avevo notato da subito che sapevi il fatto tuo, non mi eri certo sembrata la ragazza più facile da abbordare, ma quel sorriso era davvero impossibile da dimenticare, e senza alcuna fretta cercavo di rafforzare la mia insicurezza, pensavo intensamente a quel sorriso e progettavo fiducioso con le palpebre che sbattevano di immensa felicità soltanto al ricordarti.
Ricordavo il tuo nome, Silvia, e poi in quella pausa di silenzio non ero più riuscito né a rivederti, né a conoscere qualcuno che potesse darmi indicazioni, magari anche il numero di telefono. Riuscendo in qualcosa del genere avrei potuto rompere quel silenzio, mi piacevi davvero e avrei tentato qualsiasi cosa per costringerti ad uscire con me, con romantica presa ti avrei potuto tenere la mano, e magari fare anche due passi insieme, avevo degli amici che hanno un bel ristorantino sul lungomare di Putzu Idu, con i loro manicaretti avrebbero trasformato la nostra serata più interessante e magari avrebbe incuriosito in maniera elegante anche te, in seguito ti avrei chiesto il piacere di rivederci.
Ma tu, mia amatissima Silvia ti eri letteralmente volatizzata.
Qualcosa iniziava a preoccuparmi, possibile che una donnina così delicata e tenera stava occupando tutti i miei pensieri, rischiando di restare un angelo sceso solo un attimo sulla terra, un attimo per sorridermi così semplicemente, ma come non mi aveva mai sorriso nessuna neanche nei miei più preziosi ricordi.
Un angelo che mi stava facendo uscir fuori di testa, un incontro che stava diventando sempre più difficile rintracciare e non avevo nessuna voglia di voltar quella pagina, anzi giorno dopo giorno avevo paura di venir trascinato sempre più lontano da quella speranza di felicità.
Scivolavi in ogni pensiero entrando prepotentemente nella mia vita, dormivi con me sul balcone perché nel letto ti trovavo ancor più lontana, comunque ubriacandomi di sogni stavo vivendo il più bel periodo della mia vita perché nei miei sogni ero più che sicuro che senza badare al tempo e senza badare alle lacrime all’ improvviso saresti scesa dal cielo per stare insieme a me, era qualcosa di forte che sentivo e quello mi bastava per rendermi quei momenti più sereni. Spesso mi svegliavo nel cuore della notte con la sensazione che potevi bussare alla mia porta da un momento all’ altro, che saresti entrata nel mio letto ed io vedendoti delicatamente stesa avrei potuto posare la mia mano sulla tua e dormire accanto a te tutta la notte senza dovermi svegliare per cercarti…
Così avrei potuto dirti tutte le cose che filtravano nel mio cuore avevo tanto da dire al tuo cuore, tante cose che scavavano un rifugio per te indipendentemente dai tuoi progetti più ambiziosi etichettati da quel tuo dolcissimo sorriso.
Poi una notte di giugno dal giardino accanto udii una musica dolcissima proveniente dall’ interno, incuriosito fra tanta gente che si dimenava al suono di quella melodia da mattonella, tu te ne stavi semplicemente seduta incurante della musica e di tutto quel mondo chiassoso che ti circondava. A salti di gioia attraversai il piccolo sentiero che ci divideva suonai al campanello e all’ apertura del cancelletto sfrecciai verso di te che tremavi dal freddo, al mio arrivo ti brillarono di una luce nuova quegli occhi da favola, ti offriì subito la mia giacca e senza pronunciare una parola l’ abbracciasti come avrei da sempre voluto essere abbracciato io da quelle mani di fatina, l’ hai subito indossata
sotto lo sguardo interessato e incuriosito della gente che si trovava lì con te, mi hai fatto un posticino accanto e invitandomi ad occuparlo, non riuscirò mai a spiegare al mondo intero l’ immensa felicità che si impadroniva del mio cuore, una gioia immensa, incontenibile, una gioia che mi faceva vibrare e avrei voluto ripercorrere per il giardino in lungo e in largo come la prima volta, mi sono trattenuto al voler gridare al mondo la mia esistenza in quel mondo che vedevo soltanto negli altri, la felicità di avere accanto la donna che ami più della tua stessa vita, quante cose avrei voluto esternare, ed invece avevo timore di sciupare tutto quel mondo fantastico, non sapevo e non volevo metterti a disagio restai li accanto a te a guardarti negli occhi come un bambino si perde ad adorare la sua mamma.
Tu mi hai rivolto lo sguardo con un sorriso disarmante, e prima che io riuscissi ad aprire bocca hai preso tu la parola: “ Non riuscirai mai ad immaginare quanto sono contenta di rivederti,” dicesti asciugandoti gli occhi e poi asciugando i miei, “ per tutto questo tempo hai occupato la mia vita, dal nostro incontro in poi, sino a questo momento, ho avuto un interruzione di vita, ti ho cercato per mari e per monti, non riuscendo ad avere tue notizie e informazioni da nessuno, e questi amici che ci circondano anche stasera mi hanno chiamata la donna più infelice del mondo, ora con te sento soltanto profumo di pane appena sfornato mio perfetto sconosciuto ma già da tanto tempo amato.” Mi hai preso le mani e con un ampio sorriso: “ Sei la mia stella, ti ho nel mio cuore deserto da sempre, e vorrei che mi stessi accanto per proteggermi.” Io sinceramente ti ho ascoltata con gli occhi chiusi dalle lacrime, perché senza volerlo mi hai detto le cose che io non sarei mai riuscito a dirti, anche se erano le stesse cose che avevo vissuto anch’ io dalla prima sera che ti incontrai.
La musica si spense, e ci trovammo in mezzo ad un mondo di un imbarazzante fantastico con la paura di aprire gli occhi per non doverci svegliare da uno splendido sogno, ma con tutta la forza umana di non chiuderli per non perdere neanche un secondo di quel meraviglioso spettacolo dei tuoi occhi che sorridono della pazza ed ingenua felicità di chi ama per la prima volta.
Gioia tutta nuova che si impadronisce di me, da aver paura anche per il cuore che di emozioni nello spazio di un’ ora ne ha vissute abbastanza…