Alberto era ingabbiato nella lunga fila di auto bloccate dal traffico caotico di Roma, sbuffava e fumava nervosamente con il gomito fuori dal finestrino, stava facendo inesorabilmente tardi ad un appuntamento.
Guardandosi intorno nella speranza di riuscire a scorgere una via di uscita per togliersi da quella paralisi, vide Giuliana in attesa ad una fermata di un autobus ed ebbe una improvvisa accelerazione del battito cardiaco.
Era passato oltre un anno da quando non l’ aveva più rivista, da quando per uno dei tanti stupidi motivi avevano deciso di lasciarsi e porre fine ad una storia che fra alti e bassi era andata avanti per qualche anno.
Non era cambiata affatto, sempre sorridente, femminile e affascinante, fu tentato di chiamarla, ma poi vide che stava parlando molto confidenzialmente con un uomo e decise che era meglio non importunarla.
Durante la serata gli impegni e la presenza delle altre persone gli avevano in qualche maniera evitato di pensare a lei, ma quando, alla fine tornò a casa, il pensiero fisso di Giuliana nella testa non lo abbandonò un attimo, si spogliò e si mise a letto sperando di dormire nonostante il caldo umido e afoso che regnava nella stanza silenziosa.
Giuliana era ancora accanto a lui, poggiava la sua nuvola di capelli biondi sulla sua spalla, e lo guardava con i suoi intensi occhi azzurri, con un’ espressione sognante, gli offriva le sue labbra, lo chiamava amore, passava le sue mani sul suo viso e sul suo corpo, tutto era tornato come prima.
No, semplicemente, come è risaputo, anche durante il sonno il suo cervello aveva continuato ad elaborare ciò a cui aveva pensato prima di addormentarsi, anzi con Alberto il cervello era andato oltre, aveva proiettato un film, per quanto bellissimo, era semplicemente un film, un film da sogno.
Per cui il giorno dopo, contrariamente a quanto aveva sperato, si era svegliato sempre con quel chiodo fisso, fece passare l’ intera giornata confidando che prima o poi avrebbe pensato ad altro.
Speranza vana, l’ averla rivista aveva fatto riaffiorare tutto il desiderio che era rimasto di lei, i vuoti che nella sua esistenza si erano formati dopo che lei aveva preferito ignorare i tentativi di lui di riallacciare la relazione, forse anche tanta rabbia per aver gettato alle ortiche una storia che tutto sommato aveva regalato loro molti momenti di intensa felicità e di allegria, sicuramente molto più numerosi di quelli meno piacevoli, si erano scolpiti nella sua mente.
Verso l’ ora di cena pensò di chiamarla con una scusa qualsiasi, forse il risentire la sua voce avrebbe potuto riportare anche in lei un po di nostalgia.
Prese il telefono, compose il numero, attese, cinque, sei, sette, otto squilli, inutilmente, non rispondeva, o non era in casa o avendo riconosciuto il suo numero preferiva non rispondere.
D’ altronde può anche darsi che ora fosse nuovamente impegnata in una storia, forse quell’ uomo con cui parlava tanto amabilmente alla fermata dell’ autobus era il suo nuovo compagno.
Tuttavia non si arrese, pensò ad una scusa plausibile e le scrisse una mail: "Ciao Giuliana, come va? scusami il disturbo, mi è venuto in mente quel tavolo che tu hai sul terrazzo e di cui volevi liberarti perché inutilizzato e perché ne hai acquistato un altro più grande e funzionale, se lo desideri posso riacquistartelo io perché può veramente farmi comodo. Grato per una tua risposta ti invio un caro saluto".
La rilesse, e la inviò.
Alberto pensò: "Se risponde e da come risponde posso cercare di farmi un’ idea di come ha reagito a questa mia mail"
Trascorse poco più di un’ ora, poi finalmente vide arrivare una mail da lei: "Ciao Alberto, mi spiace ma l’ ho buttato via. Un saluto".
Beh non c’ era alcun dubbio, Giuliana aveva probabilmente ben studiato le parole con cui rispondere, non voleva lasciare spazio ad illusioni di sorta e teneva a ribadire che non le interessava minimamente il fatto che lui le avesse scritto, anzi non era neanche riuscito a suscitare un po’ della sua abituale curiosità.
Le rispose per educazione: "ok, grazie comunque. Ciao".
Si compatì per la sua ingenuità, e per la sua stupida speranza che ancora dentro il cuore di Giuliana, o almeno nella sua mente, fosse rimasto qualcosa della loro storia, e, se era rimasta qualche briciola, lei aveva trovato il modo di ignorarla o sostituirla con qualcosa di più consistente.
Riuscì soltanto a fare un’ ulteriore riflessione, che poi pensò vale per tutti e di cui bisognerebbe fare tesoro prima che sia troppo tardi:
La vita offre raramente più di una volta la possibilità di provare emozioni così profonde, così intime e così inaspettate da sconvolgere l’ anima, sensazioni che possono significare una svolta decisiva della propria esistenza, il non saperle riconoscerle o il non saperle valutare nella giusta misura è un errore che non viene perdonato ed a cui non si può rimediare, rimane soltanto l’ amarezza di averle sprecate.