Molti individui amano la montagna, per le meravigliose e affascinanti sensazioni che sa trasmettere, ma non tutti sono in grado di scalarla, perché è “ impresa ardua” e soprattutto richiede una valida preparazione, allenamento, e un buon controllo di nervi, perché la situazione, spesso presenta dei rischi da non sottovalutare.
Enrico e Irene sono abbastanza pratici di “ arrampicate”, anche piuttosto impegnative, ma non paghi di questa esperienza, decidono, di comune accordo, di voler scalare la Bocca di Brenta, sulle Dolomiti.
I due ragazzi sono emozionatissimi e addirittura fanno una scommessa, coi loro amici, sul successo positivo della loro futura impresa.
Avendo preso possesso di corde, moschettoni, imbragatura, rinvio e freni, riempiono il loro zaino del necessario, per cimentarsi in questa nuova avventura.
Le previsioni del tempo, al momento sono favorevoli, quindi i nostri protagonisti, euforici all’ ennesima potenza, si accingono a partire alla volta dei monti.
Il primo tratto della montagna si presenta favorevole alla salita, infatti Irene, gasatissima, va avanti con energia, picconando la parete rocciosa, con molta forza, e salendo sempre più alto… Enrico la segue a ruota, anche lui felicissimo di portare avanti la vicenda.
Il vento, molto piacevole, sfiora i loro volti e sembra quasi incoraggiarli, a proseguire con notevole grinta.
Qualche sterrato sentiero interrompe la ripidità della montagna, quindi i nostri pionieri decidono di fermarsi per una pausa e riempire lo stomaco con qualcosa che dia più vigore.
A quell’ altezza i due godono di un panorama eccezionale, vedendo, dall’ alto, la rigogliosità delle pianure sottostanti e respirando un’ aria, che “ gratifica i polmoni” per la sua purezza. Il silenzio, lassù è immenso e maestoso, ma improvvisamente si sente un rumore metallico e un grido provenire dal basso della montagna. I due ragazzi, allarmati, si spostano dallo scosceso ripiano e si accorgono che uno scalatore è in serie difficoltà, in quanto è rimasto appeso in aria e non riesce a riagganciarsi alla roccia.
Enrico allarmato, si cala subito verso quella persona in pericolo e, riesce con molto sforzo, a tirarlo su e, a salvarlo, da un volo nel vuoto. Lo fa rinfrancare con dell’ acqua, che aveva nella sua borraccia e insieme a Irene, iniziano una conversazione che parla un po’ delle loro storie.
Proseguire il percorso intrapreso, diventa sempre più faticoso, ma i ragazzi vogliono arrivare all’ ambita meta. Rindossano l’ imbragatura e si muniscono nuovamente degli attrezzi necessari, quando improvvisamente, sentono un forte guaito. Non credono ai loro occhi….hanno davanti, un enorme orso bruno che ha tutt’ altro, che un’ aria amichevole. L’ animale arranca verso i tre, che sbigottiti, e impauriti, si sono attaccati alla roccia per paura di essere presi d’ assalto, ma poco dopo appaiono anche due orsetti, e i tre animali s’ allontanano dal sentiero senza procurare danni di sorta.
Fabrizio, è questo il nome del ragazzo tratto in salvo, fa presente di voler approdare, per primo, sulla cima della Bocca di Brenta, e di voler lasciare una sua impronta in loco, appendendo una locandina di stoffa che porta il suo nome. Gli altri due ignorano l’ affermazione, e si rimettono in cammino sulla montagna, con più lena di prima. La roccia sempre più aspra, nella salita, richiede una forte concentrazione da parte dei tre alpinisti, che iniziano anche a essere stanchi dopo le molte ore di arrampicata.
Il cucuzzolo del monte si avvicina sempre più, e mentre Irene se la prende calma nella sua ascesa, fra Enrico e Fabrizio si scatena una vera e propria gara, per arrivare primi al traguardo. Enrico aggancia faticosamente, e velocemente la corda alla parete, per cercare di avere un vantaggio sull’ avversario e Fabrizio si appende a delle rocce meno appuntite, per risparmiare del tempo e avere la meglio….
Ma ecco che la situazione si fa grave…. dall’ alto precipita un grosso masso, che colpisce entrambi i ragazzi, che storditi rimangono attaccati alla roccia con un solo gancio e penzolano nel vuoto privi di sensi.
Irene si trova più indietro sulla sinistra e, resasi conto della spiacevole situazione, cerca faticosamente di raggiungere il rifugio Pedrotti, procurandosi così, l’ aiuto per i due sfortunati amici.
Con molta buona volontà e lena, dopo circa un’ ora Irene riesce a raggiungere la baita e a dare l’ allarme per poter mettere in salvo Enrico e Fabrizio.
Un elicottero si libra nel cielo, ma le condizioni atmosferiche sono improvvisamente peggiorate, e i soccorsi non riescono ad avvicinarsi al punto ove sono i ragazzi. Incredibilmente Enrico ha ripreso conoscenza e trascinandosi il compagno ferito, cerca, faticosamente di raggiungere la vetta della montagna. Il vento forte gli brucia il viso, ma il nostro protagonista non si perde d’ animo e “ si arrampica” coraggiosamente fino alla cima del Brenta. L’ elicottero che girava intorno per cercare di salvare i due malcapitati, con una manovra rischiosa si avvicina al cucuzzolo della montagna, riuscendo a trarre in salvo i due ragazzi.
Anche se fra mille difficoltà l’ impresa è stata portata a termine, per il futuro i tre alpinisti hanno
deciso di cimentarsi solo in arrampicate con la corda, sul muro.