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Fame d’amore sette

Amore

In classe.

La lezione quella mattina fu preparata diversamente.
Laura fece liberare il piano dei banchi da ogni accessorio, sia penne sia astucci, tutto libero per fare posto al quotidiano da leggere.
Ogni coppia di ragazzi ha un proprio giornale. Laura si era procurata i quotidiani di ogni testata. Distribuiti senza tener conto delle appartenenze, con grande calma Laura inizia a parlare ai ragazzi.
Una voce ferma e decisa allo stesso tempo e inizia col dire:
“ Questa mattina iniziamo un nuovo esperimento, qualcosa di diverso e molto istruttivo e insieme cercheremo di comprendere tante cose.

1) Le notizie del giorno, approfondire ogni singola nota leggendo gli articoli. Elaborarli e controllare eventuali errori di scrittura.
2) Confrontare le stesse notizie per vedere se riportano lo stesso modo di esprimersi e lo stesso pensiero.
3) Ricercare la verità, quella che emerge tra le righe, dopo aver letto ogni testata giornalistica e commentata. Ognuno deve esprimere la propria opinione.
Tutti noi si fa parte di questa società, siamo cittadini di uno Stato o Nazione e si deve conoscere il bene e il male di chi governa la nostra vita.
Mai demandare agli altri qualcosa che ci tocca da cittadini, non è più il tempo di far finta di nulla e bisogna prendere possesso della propria identità.
Studiare è l’ arma per conoscere e la conoscenza rende liberi, non sottomessi al volere di chi vuole sfruttare la situazione del momento.
Voi avete in mano il futuro e solo iniziando dalla base che si può plasmare e migliorare un po’.
Gli interessi di pochi, inducono gli stessi a far apparire quello che spesso sono loro a innescare.
Leggiamo del terrorismo, che è un’ arma potente che provoca la paura e l’ insicurezza. Quando un popolo si sente insicuro, chiede più controlli e regala una parte della sua libertà ai mezzi di vigilanza.
"Vero replica Matteo, sono d’ accordo che ci voglia più polizia; non sono rispettate le leggi e ognuno fa quello che vuole."
Una buona idea risponde Laura, la polizia deve svolgere questo lavoro, ma non è venuto in mente a nessuno che in Italia abbiamo tanti dipartimenti di controllo?
Un mixer di forze dello Stato e i cittadini non si sentono sicuri tanto che, anni indietro, hanno invocato a gran voce “ Le Ronde”, associazioni di cittadini a scopo tutelativo per i quartieri.
Spesso sono gli stessi cittadini che si fanno influenzare dalle notizie, ormai ogni annuncio arriva con la velocità del lampo e il frastuono poi si perde, ma quel bagliore acceca e non fa ragionare.
Voi dovete essere il faro per accendere il lume ai più confusi, quelli che non studiando e lasciandosi andare a lavori più redditizi, come manovalanza a gente senza scrupoli e che creano vuoti di potere legislativo nelle zone abbandonate dallo Stato: le periferie.
Noi viviamo in una località piccola e questi effetti sono ancora echi, ma qualcosa è arrivato anche qui e i ragazzi bruciati dal facile guadagno ci sono.
La scuola deve arrivare là, dove ci sono le lacune ed io voglio cercare di arginare quelle zone d’ ombra cercando di spiegare tra il passato e il presente, un futuro sostenibile.
Iniziamo a porci la domanda perché nel nostro territorio ci sono tante forze dell’ ordine e si pretendono ancora più controlli?
Per arginare il caos bisognerebbe riunire in una sede tutte le branche in un’ unità operativa; costituire un numero d’ emergenza con il personale specifico e smistare di conseguenza le chiamate e soprattutto, la collaborazione obbligatoria. Grazie alla digitalizzazione si può accedere a un sistema informatico che può portare direttamente sul posto in breve tempo, ma questo chiede una connessione senza limiti, investire sulle infrastrutture.
Semplice operazione e abbattimento di costi, le varie sedi di ognuna branca, sarebbero eliminati, oppure diminuite e sotto un solo colore quella della Polizia di Stato.

La voglia di cambiamento deve iniziare dal basso e solo i ragazzi come voi che sono a un bivio la può trovare.
Invece, come la storia stessa insegna e che abbiamo studiato in questi anni: ” Cambiare tutto per non mutare nulla”.
I giorni si susseguono con altre lezioni. Oltre i giornali Laura aveva portato a scuola immagini di quadri, imbastiva lezioni di storia, di arte e cultura del cibo. La pittura era la propaganda del passato e in quelle rappresentazioni oltre le immagini sacre, anche le pietanze, frutta e ortaggi e la spiegazione per ogni oggetto erano un insegnamento e innalzava l’ importanza del cibo e della sua qualità.
I ragazzi pendevano dalle sue labbra, interessati alle materie e nell’ aula oltre un’ educata attenzione non si percepiva altro.
Laura leggendo i giornali faceva anche lezioni di grammatica, errori di battuta ma anche strafalcioni grossolani che meravigliavano i ragazzi e che l’ abbattimento dei costi nell’ editoria aveva procurato. Eliminati i correttori di bozza, il filtro si era assottigliato e la cialtroneria avanzava. Laura faceva rilevare che le testate giornalistiche erano sostenute anche dalle tasse dei cittadini per garantire il pluralismo. Anche questo non succedeva in modo completo poiché la pluralità non era molto rispettata.
I giorni passavano pieni di entusiasmo e la preparazione delle lezioni portava via tutto il suo tempo libero.
Intravedeva ogni tanto Danilo che con quel classico fischio sottotono la invitava a bere un caffè, ovunque lei volesse andare.
Sorvolava sempre e si eclissava con il dire che era troppo impegnata.
Una mattina tra un’ ora e l’ altra, s’ incontrarono nel corridoio e lui la fermò per chiederle cosa combinasse.
"Tutti parlano di te sottovoce.
Si dice che insegni politica a scuola e metti nella mente dei ragazzi idee comuniste”.
Laura con gli occhi sgranati e meravigliati non comprendeva.
“ Che cosa dici?”
Io non faccio politica; non me ne intendo; spiego solamente ai ragazzi quello che deve essere fatto da un buon cittadino”, un’ educazione civica.
Danilo annuisce:
"Io ti credo, ma il Preside e altri professori non sono d’ accordo e alcuni genitori si sono lamentati."
Mamma mia che fatica a questo mondo. Mettere i bastoni tra le ruote piace alla gente e a quella più ciarlatana poi.
Rispose:
"Grazie di avermelo detto, ma non mi fanno paura sono tranquilla e vado avanti come mi sento di fare."
Danilo replica:
"Mi avevi promesso il tuo aiuto per un appartamento, ancora sono in albergo."
Laura:
"Ah sì è vero.
OK ti aiuto quando vuoi, dimmi tu."
"Va bene domani pomeriggio, ho visto siamo liberi entrambi."
Rispose lui.
Laura sorrise e con un cenno del capo annuì.
"Domani alle ore 15. 00 sono sotto casa tua."
Laura aggiunse:
“ Intuisco anche tu sappia dove abito?”
"Certo io so tutto di te.
Ciao a domani allora e mi raccomando qualunque cosa diranno e ti succederà puoi contare su di me." la salutò Danilo.


Annamaria Gennaioli 19/07/2018 16:55 837

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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