“Ti ho detto di no! È inutile che insisti, non ci vai a quella gita, figuriamoci! Tre giorni fuori con dei maschiacci che non si sa come va a finire!!!!”
"A sentire te, sembra che io vada via sola con dei maschi!!!! E’ una gita della nostra classe, ci sono anche molte ragazze, e poi, sono tutti buoni amici, che ci rispettano, e poi....”
“Ma tu lo capisci l’ italiano o te lo devo dire in cinese che non lo so? Non ci vai e basta! La discussione è finita!”
Mia madre uscì dalla stanza sbattendo la porta, ed io scoppiai a piangere. Come era possibile che a me non mi facessero mai andare da nessuna parte, senza nessuna spiegazione, senza un motivo? Ero sempre stata una studentessa modello, i miei voti erano eccellenti, ero una ragazza tranquilla che non avevo mai dato dei motivi di preoccupazione ai miei genitori, cosa c’ era allora che non andava? Mio padre non voleva interferire con le decisioni di mia madre per evitare delle liti, ma so che lui era dalla mia parte.
Non mi rassegnavo a questa rinuncia, e così per seguire le ragioni di mio padre, andai a trovarlo al lavoro. Conoscevo bene il suo ufficio perché c’ ero andata altre volte con mia madre. Una volta arrivata alla grande costruzione che portava il suo nome, passai davanti a una fila di scrivanie, senza chiedere permesso a nessuno, andai dritto alla porta dell’ ufficio e senza bussare entrai... Avrei voluto sparire, svanire, disintegrarmi, prima di vedere mio padre che baciava appassionatamente una bellissima ragazza!!!
Rimasi inchiodata al pavimento senza essere capace di fare un passo nè avanti nè indietro. Mio padre al vedermi si staccò dalla ragazza imbarazzatissimo e allo stesso tempo, molto arrabbiato, mi disse: “ Non conosci nemmeno le regole più elementari dell’ educazione tu? Non ti hanno insegnato a bussare prima di entrare in qualsiasi posto?”
Ero imbarazzata anch’ io, ma era molto più forte l’ indignazione che sentivo verso mio padre in quel momento, e gli dissi a voce alta: “ Sono contenta d’ aver violato le regole dell’ educazione caro papà! Perché se avessi bussato non ti avrei mai scoperto, e ora, non so proprio come raccontare alla mamma questa schifezza!”
Mio padre allora cambiò immediatamente atteggiamento, e mi supplicò di non dire niente alla mamma, avrebbe sofferto per nulla, perché quello era stato solo un momento di debolezza che non si sarebbe ripetuto più! La bella ragazza, che fino a quel momento non aveva aperto bocca, si girò verso mio padre e gli disse: “ Siete tutti dei porci vuoi uomini, prima parlate di soldi, di mare e monti, e ora, vi tirate indietro come dei conigli!!!” e dicendo questo se ne andò imprecando verso mio padre.
Io rimasi dove mi trovavo quando entrai in quell’ ufficio, mio padre mi si avvicinò, e con voce soave, mentre mi accarezzava i cappelli mi disse: “ Tu sei ancora troppo giovane e ingenua, per questo tua madre non vuole lasciarti andare alla gita con la scuola. Ha paura capisci? Sa che ti potrebbe capitare qualche situazione imbarazzante, e che tu non sapresti difenderti, o peggio ancora, cadresti in qualche tranello, e dopo soffriresti tutta la vita per una mezz’ ora sbagliata, mi capisci?”
“Si papà, ti capisco benissimo, tu fai i tuoi comodi, inganni la mamma, e a me vorresti insegnarmi come comportarmi, sai che ti dico? Che mi dispiace per la mamma, ma io me ne vado alla gita, io so quello che devo o non devo fare, e che ormai sono grande, perciò lasciatemi in pace tutti e due!”
Uscì dall’ ufficio senza nemmeno salutare suo padre e andò a casa. Era disposta a litigare anche con sua madre pur di ottenere quello che lei sentiva come un diritto. Le sembrava di essere cresciuta all’ improvviso, le sembrava di sentirsi più grande dei suoi genitori, più matura. Andare da suo padre, dopotutto era servito a molto (continua)