Tornai a casa quasi subito, vidi la mamma in giardino che raccoglieva delle rose, e il cuore mi si strinse di pena, lei era felice, pensava che la sua famiglia fosse perfetta, ed io non ero capace di toglierle quella illusione...
Arrivò il giorno della sospirata gita scolastica, io ebbi l’ ennesima discussione con la mamma, ma alla fine la convinsi di lasciarmi andare, era l’ ultimo giorno che sarei stata assieme a tutti i miei compagni di scuola, e dopo... ognuno avrebbe intrapreso una via diversa, ognuno si sarebbe fatto le proprie esperienze, trovato un lavoro, incominciato una vita autonoma....
Ci riunimmo tutti davanti alla scuola, e ci avrebbe accompagnati con un pullman privato, il nostro bidello, al quale volevamo un gran bene. Ci conosceva uno per uno dalle elementari, e ci amava anche lui, alla sua maniera un po’ burbera.
Partimmo molto presto quella mattina, e mentre cantavamo a squarciagola il pullman prendeva l’ autostrada. Nessuno di noi se ne accorse di nulla quando all’ improvviso una sbandata forte e una frenata brusca fece uscire il pullman dall’ autostrada, cadendo in una scarpata...
Non dimenticherò mai quella scena! Il pullman si era rovesciato e si sentivano i lamenti dei miei compagni, urla e pianti, ma purtroppo non di tutti, qualcuno taceva, per sempre. Io, nella disgrazia, ero stata abbastanza fortunata, avevo sbattuto fortemente la testa, ma apparentemente non avevo subito traumi, avevo qualche escoriazione, ed ora mi trovavo ricoverata all’ ospedale della zona, per farmi degli accertamenti più approfonditi assieme a tutti i miei compagni.
Mia madre e mio padre corsero immediatamente all’ ospedale per venirmi a vedere, e la prima cosa che mia madre mi disse fu: “ Hai visto? Se tu mi avessi ascoltata!” io la interruppi subito con un “ Per favore mamma!!!! non ricominciare, non era questa la tua paura....e poi, un incidente può capitare da qualsiasi parte.”
Mi trattennero in ospedale per una settimana, dalla TAC alla testa risultavano alcune anomalie, ma ancora non mi avevano spiegato niente di concreto. Dopo altri tre giorni mi si avvicinò il primario del reparto di neurochirurgia, dicendomi che purtroppo nella TAC si evidenziava un piccolo tumore, che per fortuna non aveva lasciato delle metastasi, e lui consigliava vivamente di toglierlo...
Io mi misi a piangere, ma come!! non avevo avuto niente fino a quel momento, mi sentivo benissimo, ed ora... Il primario intuendo il mio dramma, mi spiegò che se non fosse stato per l’ incidente, chissà quando sarebbe stato scoperto quel tumore, forse troppo tardi, mentre invece ora era piccolissimo, e le possibilità di guarigione erano enormi. Non dovevo angustiarmi, tutto sarebbe uscito bene.
Chiamai immediatamente i miei genitori, che, saputa la notizia si erano precipitati all’ ospedale. Senza farla troppo lunga, mi prepararono per l’ operazione, e due giorni dopo mi trovavo sopra il lettino, in sala operatoria.
Devo dire che andò tutto alla perfezione, il primario mi assicurò di nuovo che non c’ erano metastasi e potevo stare più che tranquilla, il tumore era stato asportato nella sua totalità senza nessun problema perché era piccolissimo. Se non fosse stato perché ero appena operata e dovevo stare ferma con la testa, mi sarei messa a saltare in mezzo alla stanza!
Dopo una settimana, uscì dall’ ospedale, accompagnata dai suoi genitori che se la coccolavano come una bimba di pochi mesi... Sua madre pensò che doveva ringraziare Dio e tutti i Santi, per il fatto che sua figlia fosse andata a quella gita anche contro la sua volontà: Che ne sappiamo noi delle misteriose vie del Signore?
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