Sempre più spesso mi capita di sentirmi nel posto sbagliato. O meglio, ogni posto è quello sbagliato.
Avrei voluto vivere una vita diversa, in condizioni di maggiore agiatezza. Avrei dovuto lavorare meno intensamente, avrei dovuto pensare un po’ a me stessa.
Avrei dovuto avere più tempo per coltivare i miei hobby, i miei interessi e fare dei miei interessi il mio “ lavoro” e svolgere il mio lavoro con entusiasmo e passione.
Ma a nessuno è dato di vivere una vita così, così maledettamente favolosa, o almeno credo.
A volte mi sono affidata ai numeri ma mi son sentita dire, se vinci tanti soldi che te ne fai?
Che te ne fai? Vi pare una domanda pertinente? Chi può dire una cosa del genere… solo uomini e donne senza fantasia, senza intelletto ed anche senza sogni.
Perché non è vero che i sogni non costano nulla.
A queste persone avrei detto: ma viaggiare vi fa forse schifo? Si, viaggiare senza doversi preoccupare del costo degli alberghi, delle cene al ristorante. Viaggiare ed avere tanti posti da visitare, tanti luoghi da scoprire.
A queste persone avrei detto: ma una macchina con autista, vi farebbe schifo? Ecco il mio sogno che racchiude tutti i sogni. Una macchina con autista e avere i soldi per il suo stipendio. Tutto il resto l’ avrei deciso io.
Avrei passato gran parte del tempo a scrivere. Ogni più piccola idea un appunto sul foglio, magari sulla tovaglia d’ un tavolo al ristorante, una nota sul cellulare o sul tablet.
Se riesco a rendere interessante un episodio da poco e normalissimo della mia giornata, figuriamoci con il mondo che mi sfoglia davanti. I mille strati del mondo… L’ avrei ridisegnato, colorato, l’ avrei inventato daccapo, l’ avrei plasmato a mio piacimento, l’ avrei cancellato, per costruirlo di nuovo nei miei sogni.
Se solo penso a tutte le cose che vorrei fare, che sarei capace di fare, so che non mi basterebbero sette vite per farlo.
Se mi soffermo sulla realtà e la monotonia del mio quotidiano vivere, questa vita mi disturba.
Se avessi tanti soldi, ma tanti da non dover perdere il mio tempo a lavorare, potrei conoscere tanta gente.
Amo la gente, studiarne i comportamenti e le abitudini.
Odio invece la gente quando è normale, la gente che rompe, la gente che non ti saluta, non ti degna della sua attenzione, ma puntualmente, ti fa la posta su facebook, per qualche stupidata e ancor peggio per domandarti cose inerenti il tuo lavoro.
E no! Su Fb non ho capi e regole e doveri e obblighi, sono un costruttore fantasioso di me stessa, non sono IO, nella mia veste lavorativa.
Non dovrebbe accadermi, ma resto delusa, perché non sopporto di vedere un popolo che non cresce mai. E non dico giusto per dire. La mia analisi risale ad anni ed anni di lavoro. Finisco col parlare a me stessa. Ma ti aspetti – mi dico - che la gente sia capace di una tale forma di intelligenza e di rispetto? Lo sai che i più rompono, gli altri fingono, i rimanenti ti ostacolano.
Così decido, rassegnata, che farò a meno di tutti, fuorchè di quelli sinceri, aperti, leali, onesti. Sono pochi, ma ci sono.
Non devo fare nessuna ricerca. Io vivo la mia vita, monotona e annoiata, a volte, fantastica, altre volte.
Le anime, autonomamente, decidono di incontrarsi. Non hanno intermediari, non avanzano pretese, non seguono secondi fini.
Si incontrano, si parlano, si raccontano, senza inganno, senza ipocrisie
In fondo noi siamo anche questo, ancelle dell’ anima.