Non si curava affatto dell'esteriorità delle cose, dentro possedeva la luce. Viveva di sé, aveva sempre vissuto del proprio provare, lo colmava dal vuoto che la terra girando produceva. Tante volte si arroccava nella sua dimora, gli bastavano poche cose utili per il suo apprendimento, tra queste cose:" Un cannocchiale per osservare le stelle che illuminavano il cielo dal nero colore della notte".Altre volte ascoltava della buona musica dai leggeri ritmi che davano forza al vibrare della sua anima, altre ancora, una biro e dei fogli bianchi, dove poteva scrivere tutto quello che il treno dei pensieri faceva scendere alla stazione della sua coscienza.
Era umile e saggio. Non si mescolava nelle altrui cose, stava alla larga con la barca del suo corpo.
Scriveva belle poesie, ma non era un poeta! scriveva bei racconti, ma non era uno scrittore, dipingeva bei quadri dai vivaci colori, ma non era un pittore.
Era una persona che sempre manifestava i propri sentimenti attraverso strumenti utili per la sua crescita
Amava, e quando amava, amava l'insieme di tutte le cose, cose sia materiali che spirituali.
Da piccolo aveva avuto poco affetto, quasi niente, e quel poco se lo conquistava attraverso le vele alte della fantasia.
Avrebbe voluto carezze e, dunque, sognava una fata.
La quale, veniva sempre a cavallo di un ippocampo di colore banco. Lo accarezzava, lo baciava e gli ripeteva: " Hai un gran dono piccolo uomo, lo avrai sempre con te, si chiama Fantasia".
Felice, se ne stava dopo a giocare con eserciti di tappi di bottiglia.
Non gli interessavano i danari e nemmeno i biglietti di filigrana.
Gli interessava dare e ricevere amore.
Lo donava quasi sempre, a volte ne rimaneva senza,
allora cercava nella terra della sua dimora, come il cane cerca tartufo.
Grattava la terra, sentiva l'odore...
Si voleva elevare dentro ad ogni costo, questo era il suo percorso, percorso che aveva accettato da sempre, prima di marerializzarsi sulla terra.
Pensava che non c'era altra strada per comprendere i basoli che la costruivano, se non quella della spiritualità e del prendere distanza dalla materia ingannatrice.
Crebbe? Non si sa.
Sparì un giorno, non rimanendo traccia alcuna, qualcuno disse che lo avevano visto volare al di là delle nuvole, altri che si era autocombustionato e ridendo lo videro ascendere al cielo.
Ma certamente, tutto questo era falso.
Stanco e provato dalle esperienze della vita, un giorno si ritirò ad ascoltare la voce della montagna tra pini verdi e odorose violette, la stessa l'aveva chiamato tempo prima per fargli ascoltare il sacro silenzio.
Non scrisse più nulla, non dipinse più nulla, non ascoltò più musica.
Zitto, osservava dall'alto il tempo passare di fuori, mentre dentro cantava e, nello stesso tempo ascoltava la meravigliosa voce di tutte le cose.