Non so cosa sia. Se dovessi indossarla, obbligata, lo so mi darebbe prurito.
Non riesco neppure a tenere gli occhiali sul naso quando devo leggere qualcosa di infinitamente piccolo.
E un occhiale è fatto solo da un paio di lenti e due stanghette.
Una pellicola sul viso… non respirerebbe. Una guaina, due buchi in direzione degli occhi, una fessura dove spunta il naso. E la bocca? Non può certamente rimanere li sotto serrata.
E’ fatta così quella membrana, di gomma o di plastica… e non so di cos’ altro.
Se la indossi, lo sai, se la indossi gli altri lo vedono.
Una maschera che gli altri vedono, è uno scherzo, è un gioco.
E così loro sanno come comportarsi, se tenersi alla larga o gareggiare con te. E tu sai come comportarti, se adeguarti o schivarli.
E’ troppo semplice così. La vita c’ insegna ben altre cose.
Magari avessimo di fronte sempre persone con una maschera ben visibile sul viso, una maschera che puoi toccare, togliere di dosso, strappare.
Ci si illude, si viene ingannati, imbrogliati, ci si sente presi in giro.
E’ una sensazione indescrivibile quella che si prova quando si scopre che una persona alla quale avevi offerto la tua amicizia, aprendo il tuo cuore e la tua anima, si rivela falsa, subdola.
Ti cade il mondo addosso, ti poni tanti interrogativi, in te si fanno strada mille dubbi.
E’ questo il genere umano? ti domandi. E più esperienze negative hai collezionato nella tua vita, più ti convinci della verità dei tuoi dubbi e timori.
Quante persone intorno a noi ci guardano così, ci parlano, ci ascoltano attraverso una maschera, ben calata sul volto, ma invisibile. E ci sorridono e fingono di offrirci aiuto o di capire il nostro stato d’ animo del momento.
Ma quante persone ci guardano negli occhi quando ci parlano? Quante persone ci stringono la mano con sincerità?
Odio le maschere d’ ogni genere. Forse per questo non ho mai amato il carnevale, neppure da bambina.
Non è una festa per me, non lo è mai stata. Mi mette solo tristezza, una profonda tristezza…