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“ Senti, perdona la schiettezza, ma questo tipo di silenzi mi danno fastidio. Tu puoi pensare quello che vuoi e farti tutte le idee del caso, non devi darmi ragione, spiegazioni o tanto meno scuse, però non saltare a conclusioni. Avrai a che fare con tantissime persone, magari tutte simili, ma io non lo sono. E’ stato un anno pesante, poco sereno e non vorrei concluderlo in questo modo“. dissi stizzito. Mi auguravo solo non mi facesse scendere. Mi avesse preso a male parole, poco male, ci ho fatto il callo. Mi porse la mano: " Scusami davvero, mi chiamo Susanna". "Piacere, io sono Matteo, ma tutti mi chiamano Bio. Non son vegano, nè animalaro. Risparmiati il terzo dito" risposi ridendo. Sorrise e mi strizzò l’ occhio. Il tassametro segnava 45 euro. Suonò “ Pro Chill” all’ imbocco della SS 45. Altri quindici minuti e sarei tornato a casa, finalmente. Ragazzi che anno, sto diventando vecchio e le battaglie diventano quasi quotidiane. Non ho più voglia di feste, casini e attriti, ho bisogno di pace e calma. Una serata fra amici, se mai li avessi. Risate, momenti piacevoli, chitarra e relax. Son stati mesi difficili, emotivamente e mentalmente. Fortuna mia ho sviluppato resilienza, ma che fatica. Son contento di come son diventato, avessi avuto un carattere debole, sarei crollato alla prima mazzata e porco mondo ne ho avute parecchie. Per ora mi reggo ancora abbastanza bene, domani non lo so. Ero assorto fissando la linea di mezzeria, un po’ di stanchezza, mista all’ effetto del Valeans e questa musica che mi portava all’ oblio. " Eccoci arrivati " disse Susanna. 55 euro di corsa... Misi mano al portafoglio, maledendo Sergio e la mia troppa indulgenza verso gli stupidi. Mentre contavo gli ultimi spiccioli, mi venne spontaneo dire: " Mancano una manciata di secondi al nuovo anno, ti va di brindare con me davanti ad un bicchiere di Coca ed una fetta di cheesecake? Nulla di eccezionale. Puoi stare tranquilla, non ho secondi fini”. Attese, guardandomi un po‘, poi acconsentì. Le feci mettere il taxi nel cortile interno. Piuma mi accolse guaendo e scondinzolando. "Il bagno è di là se ti vuoi lavare le mani o rinfrescare. Fai come se fossi a casa tua " dissi. Tolsi le scarpe. Accesi il pc e feci partire la musica. Presi due bicchieri e del ghiaccio. Mi avvicinai al caminetto, guardando le foto a me più care. Mati da piccolo, la sua urna. Mio padre e mia madre. Mia nipote. La prima macchina. Flavia... Roberta... Annalisa... Beatrice...... Ricordi non tutti piacevoli coperti dalla patina del tempo, ma alcuni sempre troppo vividi e fottutamente dolorosi. Susanna venne in salotto. Non avevo fatto caso a quanto fosse carina, avevo il cervello altrove, impigliato in un rancore duro a morire, in un rimpianto mai passato, in un angolo a leccarsi le ferite. Le porsi il bicchiere e una fetta di dolce. Mi sorrise. Ci sedemmo per terra davanti al fuoco, messi là come amici di vecchia data, senza tensioni, senza dire una parola. Ognuno con i suoi pensieri, ognuno con le proprie aspettative. Si sta chiudendo un anno con la certezza di essere diventato un pò più cinico, disilluso e ammaccato. Speranzoso di trovare un pò di pace per i sentimenti nel futuro. Forse chiedo troppo, forse non me lo merito o forse non la troverò mai, ma non mollo. La mia solitudine è libertá, è un vino dolce, è un bicchiere di veleno. Per quanto sia ben accetta, alle volte è veramente pesante. Una lacrima non voluta si fece spazio fra le ciglia. Guardai il fuoco mentre strane colorate figure di fiamme e fumo prendevano vita. Scoccò la mezzanotte. Mi voltai verso Susanna accennando un timido sorriso. Brindai con un sorso di coca, affidando i tormenti passati all’ eco dei botti. Che Gennaio avanzi. Buon anno.....
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