Mi hai detto che mi piace farmi del male, non abbastanza credo. Non mi sono fatta corrompere dalle droghe, eppure mi sono passate sotto il naso, accanto alle vene, hanno sfiorato le mie labbra. Mi sono detta: “ scelgo la vita”.
Tu, no, tu un giorno hai pensato al tuo futuro come a un lento suicidio, ed ora arranchi a risalire. Non ne fai più uso, dici, ma i drogati sono spesso bugiardi. Ti ho incontrato l’altro giorno, in piedi, in trepida attesa del tuo pusher. Mi sarei voluta avvicinare a te, poi mi sono fatta i fatti miei, perché con chi fa uso di sostanze stupefacenti è facile perdere le battaglie e buttare le parole al vento.
Da bambini giocavano insieme, mi trattavi come la tua sorellina, forse eri anche innamorato di me. Ti ricordo al mare col tuo secchiello pieno di sabbia e di sogni, mi vieni in mente quando imparasti a immergere la testa sott’acqua. Com’eri felice! Chiamasti la mamma per farti vedere. Io ti prestai le pinne, ti stavano larghe ma tu li volesti per forza, Ricordo quando mi schizzavi l’acqua. Qualche anno dopo imparasti a tuffarti dallo scoglio più alto, lo scoglio del Pellegrino. Pochi erano così audaci da farlo.
Oggi ti rivedo qui, buttato per strada, con occhi che non riescono a sognare, lo sguardo spento, basso, ma solo prima di consumare il tuo veleno, poi alzi la testa e tiri fuori tutta la rabbia che hai in corpo e se capita di incontrarmi mi massacri, mi dici che sono troppo borghese, troppo integrata e che mi faccio del male solo perché non ho perso il mio sogno di cambiare il mondo.
Non so cosa tu intenda per essere borghesi, forse alzarsi tutte le mattine alle sei per andare a lavorare? Una volta mi scegliesti come avvocato, quando ti mettesti nei guai con la giustizia, sempre per procurarti quella robaccia e te la prendesti con me quando il giudice non ti assolse. Mi prendesti a parolacce, iniziasti a bestemmiare, Che volevi la medaglia per avere scippato una vecchietta? Fosti tu a implorarmi di difenderti, e forse non fui un buon avvocato, perché non fu facile trovare delle giustificazioni al tuo gesto immondo, praticamente mi rimisi alla clemenza della corte e la corte non fu clemente.
Sai, Michele, penso che gli amici dell’infanzia te li devi ricordare solo come erano nell’infanzia.