Mi guardavi, con gli occhi monelli da bambino, volevi fare il grande uomo, il coraggioso, non ti bastava niente, la vita la volevi afferrare tutta e berla in sorso, non riuscivi a stare fermo, perché fermarsi era perdere attimi di vita. Lo so, dovevi fare tutto velocemente perché a vent’anni te ne saresti andato. Forse lo sapevi, o lo immaginavi e dovevi cogliere ogni secondo come qualcosa di magico, di speciale. Io ti trattenevo forzosamente in classe, mentre tu fremevi perché volevi correre e allora ti agitavi con le gambe.
Io ti dovevo spiegare il bilancio societario, ti dovevo fare capire i criteri di valutazione e i principi di redazione delle poste di bilancio. Era ovvio che non te ne fregasse nulla. Cosa ti poteva importare del principio della prudenza o della continuità. Io avrei dovuto fare altro per i cinque anni che ti ho conosciuto.
Avrei dovuto, ogni lezione,farti un bollettino dettagliato di cosa succedeva sulle strade, indicarti i nomi di coloro che erano morti in incidenti stradali, ti avrei dovuto spiegare la dinamica, ti avrei dovuto raccontare la vita di queste persone, gli affetti che lasciavano e avrei dovuto proiettare su un grande schermo ognuno di loro, mostrarti il luogo del massacro , farti vedere la morte come spacca il cranio, decapita, maciulla il fegato. Ti avrei dovuto parlare dei danni dell’alcool alla guida, della velocità.
E poi le interrogazioni!!!
Si, ti avrei interrogato su Tizio, avresti dovuto sapere quando era morto, quanti anni aveva, dopo quanto tempo l’ambulanza l’aveva raccolto, chi lasciava in famiglia, quante vertebre gli si erano rotte, se indossava la cintura di sicurezza, se aveva bevuto, e poi mi avresti dovuto parlare della sua infanzia, dei suoi sogni, mi avresti dovuto raccontare l’ultima persona che aveva incontrato e ancora, dove si dirigeva o da dove tornava.
Ti sarei stata più utile, più maledettamente utile.
A che è servito parlare di numeri, di bilanci. Tu non ne hai mai visto uno dal vero e mai lo vedrai.
La morte, invece, l’hai vista in faccia, netta, puntuale, precisa, maledetta.