Quella mattina mi ero svegliato presto, niente di nuovo del resto. Avevo dormito poco, la cucciola si era fatta sentire innumerevoli volte, e la madre (figura mitologica mezzo donna e mezzo cerbero) me l’ aveva praticamente tirata sul divano lungo un metro e mezzo dove mi rifugio per provare a dormire un pò, o almeno si rifugia il mio corpo escluse le gambe fino al ginocchio.
Erano le sei quando quel batuffolo di ciccia, sveglio e sorridente come un grillo fatto d’ erba, aveva iniziato a fare versetti, a tirarmi il naso, cavarmi gli occhi e a fare tirocinio da dentista provando ad estirparmi un molare. Ma quant’ era dolce però, e profumata... dopo averle cambiato il pannolino!
Ovviamente, non volevo arrendermi all’ evidenza del sonno, sogno ormai svanito, e provavo con cantilene da bassotuba e con delicati massaggi a fare addormentare il piccolo buddha, conscio fino al midollo che non ne avesse la benchè minima intenzione.
Dopo svariati tentativi, sorrisi, risate e mille baci (visto che c’ ero perchè non approfittarne per spupazzarmela un pò!), risoluto convinto e ti dirò, pure abbastanza riposato, mi sono alzato e dopo aver adagiato il mini lei sul tappeto a gattonare selvaggiamente, sono andato a prepararmi un bel caffè, che come sempre ci ha messo due eoni e cinque lustri per uscire, mentre ero assalito dai soliti dubbi esistenziali... avrò messo l’ acqua? Forse la macchinetta si è rotta? Ma il fuoco è acceso? La fatina del caffè si starà prendendo gioco di me?
Alla fine il benedetto caffè è uscito e io con lui a respirare soavemente la prima sigaretta della giornata sul balcone. Ah che bellezza, irradiare i polmoni di nicotina e catrame in un fantastico giorno assolato di Novembre, rischiando l’ assideramento. Quant’è bella la vita!
Finalmente ritemprato dalla mia entusiasmante routine mattutina, ho continuato le solite faccende sulle quali non mi addentro e sono uscito con la cucciola maggiore da portare a scuola, dopo essermi dimenticato nell’ordine: lo zaino della bambina, il telefono mio, le chiavi di casa e... apriti cielo... la lista della spesa! Cento righe scritte in cirillico di irriconoscibili verdure esotiche, frutta nota solo agli abitanti dell’ eden, dieci casse d'acqua manco fossi Hulk e assurdi alimenti bio di cui neanche mister conad aveva mai sentito parlare!
Fino a qui tutto bene insomma. Un fantastico e solare risveglio come tutti gli altri ed io ero pronto, fresco e proattivo per una stressante giornata di lavoro e soprattutto per mettermi in macchina nel traffico indemoniato della città eterna.
Sì eterna, perchè per fare tre chilometri ci vogliono due ore!
Un occhio all’ orologio, un occhio allo specchietto e un occhio alla strada (c’è qualcosa che non torna, vabbeh) e via verso la mandria di pecore (va bene mandria per le pecore?) che mi aspettava, strombazzante e smadonnante al primo incrocio.
Ma qualcosa di assolutamente nuovo stava succedendo intorno a me quando mi sono trovato nel traffico congestionato con gli altri fantastilioni di automobilisti...
Erano tutti felici, allegri, contenti. Avevano i finestrini abbassati e parlavano fra di loro amabilmente, si auguravano buona giornata, si consigliavano musica per il tragitto, facevano i complimenti per la precedenza:” Passi lei, la si figuri” diceva uno e l'altro rispondeva:“ ma no le pare, non ho fretta, vada vada tranquillo che poi fa tardi”. Quando passavano i pedoni sulle strisce, tutti si fermavano immediatamente e iniziavano con una serie di complimenti: “ Come è vestita bene oggi signora”, “ che bambino educato, dovete proprio esserne fieri”, “ che carino il suo cane, che razza è?”.
Se arrivava una bicicletta, spaurita, tremante, abituata a rischiare la vita come un guerrigliero palestinese a Tel Aviv, tutti si fermavano e facevano applausi, ole e standing ovation! “ Bravo, bene, bis! Se tutti facessero come lei..”.
Ero davvero spaventato. Cosa mi stava succedendo? Ero impazzito? Erano impazziti tutti gli altri? Gli alieni ci avevano invaso e avevano sostituito i miei concittadini con dei fantocci? La Roma aveva vinto lo scudetto? Il governo aveva deciso di cancellare le tasse e restituire tutte quelle già estorte? Cosa stava succedendo?
A un certo punto, ho visto... c’ erano bambini di pochi mesi ad ogni angolo di strada che sorridevano agli automobilisti! Era pieno, ed erano bellissimi, felici, dolci come solo un bambino può essere.
E tutti erano sereni, zuccherosi, li salutavano, facevano le facce... cu cu settete, mandavano baci, agitavano oggetti rumorosi per farli ridere, le signore erano commosse, i signori instupiditi.
Era bastato questo per farci capire quali mostri diventiamo nelle nostre scatolette, sorpassanti, bestemmianti, taglianti strade, eludenti precedenze e zebre, rombanti e infilanti per rubare un centimetro di strada, con l’ unico assurdo scopo di arrivare tutti puntuali a svolgere le nostre rispettive incombenze fondamentali per la sopravvivenza dell'umanità.
Ah che bello! Ero così felice! Avrei fatto tardi, sì, ma che mi importava? Avrei ricevuto decine di sorrisi, di complimenti e di buongiorno prima di arrivare al lavoro, ah che bello!!!
...e tutto a un tratto mi sono svegliato... con vicino una piccola tonda gnappa con il pigiama pieno di giraffine... che faceva versetti, mi tirava il naso, mi cavava gli occhi...