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Savina era una bella donna, amava vestire in modo provocante, la sua età glielo permetteva. Con i suoi trentacinque anni e la voglia di affrontare la vita a muso duro, sfidava il mondo; questo era il suo punto fermo. I suoi capelli di colore rosso- tiziano e gli occhi grigio mare, erano le sue attrattive migliori, accompagnate da un fisico prorompente. Tuttavia ciò che la rendeva veramente unica era il suo sorriso ed un carattere solare con il quale trasmetteva un’ immensa gioia di vivere.
Savina però non sapeva amare, sfuggiva a qualsiasi rapporto serio, anzi, quando si accorgeva che la cosa stava per prendere una piega diversa, scompariva nel nulla. Abitava da sola in un appartamento in una grande città, dove la gente ti sfiora e nemmeno ti vede, a lei piaceva questo, appunto, l’ anonimato della sua vita. Vivere nel nulla, arraffare tutto ciò che poteva farle piacere in quell'attimo fuggente e senza che ci fosse un seguito. L’ eccitava il suo modo di attrarre gli uomini, di sentirsi desiderata e circondata da apprezzamenti, ma tutto doveva finire lì. Lavorava in uno studio medico, faceva l’ assistente per un chirurgo plastico che operava in ambulatorio privato, dove venivano eseguiti diversi interventi fra cui il Lifting viso e collo, palpebre superiori ed inferiori, Otoplastica e altri. Nello studio vedeva passare uomini e donne di qualsiasi età, professionisti e casalinghe. Nei rapporti con i pazienti, alcune volte lei andava al di là della sua professione e diventava la loro confidente. Un giorno accadde che nello studio ci fu un’ infiltrazione d’ acqua e per sistemarla, fu necessario l’ intervento di una ditta di edilizia che dovette ristrutturare il solaio. La mattina del loro arrivo in ambulatorio si presentarono in tre, due operai sulla cinquantina ed un ragazzo sui venticinque anni. Savina, appena lo vide fu immediatamente attratta dal giovane, dal suo bel fisico e dai suoi bellissimi occhi neri e profondi. Lei si presentò come l’ assistente del medico e li accompagnò dove avrebbero dovuto eseguire il lavoro. Savina non poteva immaginare che quell'incontro le avrebbe cambiato improvvisamente la vita. Non riusciva a staccare gli occhi da quel ragazzo, che seppe poi chiamarsi Stefano. Lui si accorse del suo interesse e cominciò a ricambiarle lo sguardo. Alla fine della giornata, lei, si fece coraggio e sfacciatamente, gli chiese se accettava un invito a cena. Lui benché sorpreso dall'inaspettata avance, accettò e si diedero appuntamento a casa di lei. Stefano arrivò in ritardo con una bottiglia di prosecco in mano e molto impacciato, si scusò dicendo che era stato bloccato dal traffico. Lei lo guardò affascinata e con la voglia di saltargli subito addosso, appena fu dentro, gli si avvinghiò e cominciarono a baciarsi con grande passione, non ci fu bisogno di dire nulla, lei sentiva il sangue bollire dentro ed avvertiva un’ emozione mai provata, era qualcosa di più di una semplice attrazione, era qualcosa di viscerale, profondo, un annientarsi l’ uno nell'altro. Ansimanti e storditi dalla folle passione, si guardarono ammutoliti e persi nell'attimo struggente. Alla fine lui si rivestì e a sorpresa, senza troppi preamboli gli disse che era fidanzato con una bella ragazza e ne era profondamente innamorato. Savina non l’ ascoltava, era in un altro mondo, non le importava che fosse impegnato, né tanto meno la differenza d’ età. Voleva rivederlo a tutti i costi, anche se per pochi e brevi incontri. Stefano se ne andò ma non riusciva a credere che proprio a lui, gli fosse capitato una storia simile, era confuso, quella donna gli aveva scatenato una miscela di libidine esplosiva. Non gli era mai successo, nemmeno con la sua ragazza Gabriella. Cercò di togliersela dalla mente, ma all'indomani, appena sveglio, il primo pensiero fu per Savina ed a sera, quando terminò di lavorare sul terrazzo dello studio, e si ritrovò davanti a lei, sentì il cuore martellare per il folle desiderio di possedere ancora quella donna, sembrava che lo avesse stregato. La stessa cosa stava succedendo a Savina, anche lei aveva perso letteralmente la testa ed anche se faceva a se stessa un sacco di raccomandazioni, si sentiva invasa da una libidine incontrollabile. Appena si ritrovarono nuovamente insieme, le disse chiaramente che per lui era soltanto sesso e niente più e che non l’ avrebbe mai amata. Lei si rifiutò di credergli, nel suo intimo sperava che sarebbe riuscita a farlo innamorare. Così iniziarono una relazione sfrenata ed insaziabile. Stefano la chiamava soltanto quando aveva voglia di lei ed alcune volte passavano anche dei mesi prima di incontrarsi. Lei era sempre più triste, stava incollata al cellullare sperando in un suo messaggio o un suo invito, fino a quando, in uno degli appuntamenti clandestini, gli annunciò che si sarebbe sposato e che presto sarebbe diventato papà. A questa notizia, Savina scoppiò in lacrime, lei, quella che non aveva mai amato, adesso moriva d’ amore per l’ uomo sbagliato. Lui tagliò corto e con il suo solito modo da maschio egoista le disse che molto probabilmente non si sarebbero più incontrati. Lei assentì ma con la morte nel cuore. I giorni a seguire restò chiusa in casa, in pigiama, seduta sul divano, a guardare distrattamente la televisione e divorando sacchetti di patatine. Riflettendo tra sé, si rese conto che per elemosinare una briciola d’ amore da quell'uomo, si era resa ridicola ed aveva messo la sua dignità sotto i piedi e lui, si era solo divertito. La storia sembrava ancora più squallida, perché Stefano era stato sincero e le aveva messo davanti una verità scomoda, dicendole senza giri di parole: ” Mi dispiace… né ti ho amato, né ti amo e né ti amerò mai, se credi che io possa innamorarmi di te, sei completante fuori di testa”. Anche se il suo cuore era a pezzi doveva farsene una ragione, non doveva rivederlo mai più, non poteva racchiudersi in un sogno che era solo suo, accontentarsi come aveva fatto in quegli anni, di pochi attimi rubati. Lui, non le aveva mai aperto il suo cuore, non gli aveva mai confidato qualcosa della sua vita, non era stato nemmeno un amico con cui parlare. Cosa le aveva dato questa folle relazione? Niente! Se non piccolissimi istanti di gioia e poi subito dopo, lo strazio, le inutili attese e tanta amarezza. Savina aveva sempre sperato di cogliere nello sguardo di Stefano una piccola luce d’ amore, ma si era sbagliata. La passione, al contrario di come aveva sempre creduto, non coincide con l’ amore . Dopo alcuni mesi era riuscita finalmente a non mandargli più messaggi ed a farsene una ragione, non l’ avrebbe mai più rivisto. Finalmente stava per ritrovare una certa serenità, quando le arrivò un messaggio, era lui che le scriveva: ” Ciao cara.. Ho voglia di te, ci vediamo?” Lei restò a fissare il cellulare, a leggere ed a rileggere quel messaggio, lo desiderava ancora, anzi forse più di prima, ma ripeteva a se stessa che non doveva rispondergli. A quel messaggio ne seguirono tanti altri e sempre con più insistenza, fino quando si fece sera e Savina si arrese, rispose con una sola parola: ” Quando?” E lui arrivò a casa sua in pochi minuti. Fu come sempre, la scintilla fra loro due non si era mai spenta, fecero l’ amore con passione e trasporto forse più di prima; poi, alla fine dell’ incontro la scena si ripeté, lui si rivestì ed andò via. Dopo quella volta, la cercò nuovamente e lei, come sempre, accettò di fare l’ amore con lui. Passarono alcuni anni, sentiva che doveva porre finire a quella storia malata; lei era una donna, non un oggetto ed aveva bisogno di essere amata e rispettata. La sua passione si affievolì, così, un giorno, quando le arrivò l’ ennesimo messaggio di Stefano non gli rispose e per una settimana, decise di tenere spento il cellulare. In seguito, quando lo riaccese, vi trovò una marea di messaggi, i primi molto gentili, ma poi, dopo le sue non risposte, si trasformarono in insulti e minacce. Per Stefano, il solo pensiero che Savina non era più disponibile a cedere ai suoi capricci lo mandavano in bestia. Lei, dal canto suo, era molto determinata, non voleva accontentarsi più delle briciole, adesso che aveva scoperto il vero amore e la passione travolgente, non poteva accontentarsi del solo rapporto sessuale. Cercò di distrarsi, e con fatica tentò di allontanare dalla sua testa il pensiero per Stefano, anche se in cuor suo, sapeva che la sua vita, senza quell'uomo, era completamente vuota. Ma nonostante ciò non era più disposta a mortificarsi e ad supplicare un po’ di amore, era meglio restare sola. Purtroppo, da quel momento cominciò per lei un incubo, se lo ritrovava dappertutto e la perseguitava in tutti i modi possibili: dai messaggi, agli appostamenti sotto casa. Fu costretta a fare una denuncia per stalking, e nel colloquio con il maresciallo dei Carabinieri, questi disse chiaramente, che non avrebbero potuto intervenire se non in presenza di un’ aggressione concreta. Così successe tutto all'improvviso, lei era sola nello studio, lui aveva le chiavi e sapeva che quel giorno il dottore non era presente, bastò un attimo se lo ritrovò davanti con i suoi occhi di ghiaccio, che le fecero temere subito il peggio. L’ indomani trovarono Savina riversa per terra, con un coltello conficcato nel cuore e più in là, un biglietto dal contenuto delirante e nel quale Stefano, l’ accusava di avergli distrutto la vita e che lui, dopo tanto tempo, aveva capito di amarla. Vi era scritto anche, che non avrebbe mai accettato un suo rifiuto, lei gli apparteneva e niente e nessuno li avrebbe mai divisi. La follia di un amore malato, si era trasformata nel peggiore dei modi, l’ unica colpa di Savina era stata quella di aver creduto a tutti i costi, in una storia sbagliata. Nella notte i carabinieri riuscirono a localizzare l’ auto di Stefano; era parcheggiata davanti al molo e da un lato, con la portiera aperta gli penzolavano le gambe. Si era sparato un colpo in bocca. Sul sedile di fianco c’ era una foto imbrattata di sangue dove vi erano ritratti Savina e Stefano che sorridevano felici, mentre mangiavano un gelato. L’ unica fotografia della loro storia, scattata da un turista che gliela aveva regalata. In quell'istante, si alzò una folata di vento e la foto volò via in acqua, scomparendo fra i flutti del mare crespo; fu quasi come se il mare, avesse voluto mettere la parola fine a due vite, che il destino aveva fatto incontrar e per poi distruggersi in nome di un amore rubato.
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