La storia è finita. Un epilogo quasi scontato con un amore ritrovato e un altro lasciato nel passato e un bambino in arrivo, tutto poteva sembrare complicato, ma non lo era.
All’apparire un momento felice: Alberto e Giulia si prendono le mani per percorrere quella strada che li conduca nel futuro, per scoprirlo ogni giorno, senza voltarsi mai indietro.
Amarsi e rispettarsi: il loro concetto d’amore, una formula che non presentava controindicazioni. Alberto accettando quell’incombenza: una prova di grande apertura mentale. Un’annunciazione! Roberto aveva cercato un aiuto e lo aveva trovato, il suo desiderio più grande si stava esaudendo.
L’affanno di pace in quella barriera a metà con il sovrannaturale e il raziocinio che lo conduceva oltre, d’ora in poi non si sarebbero più visti, solo cercati in un amore futuro.
Alberto lo sapeva e aveva salutato quell’avo un po’ ingombrante, ma molto romantico che gli aveva ceduto il suo bene più prezioso.
Doveva solo amare quella ragazza e tutto il resto sarebbe venuto da se, Giulia allo stesso modo ricambiava quel sentimento e ora doveva sistemare la sua vita.
Dare spiegazioni a Guido; l’unico che l’aveva cercata e amata in silenzio, con lui stava bene, ma la scintilla non era scoccata.
Sistemò la sua posizione lavorativa, si licenziò!
Si organizza con le sue due, lasciandole a un custode che si occupi di quei due valori. Infine, porta la clessidra da un rigattiere; in quei mercatini, dove si trova di tutto e i ricordi sono uniti dal vecchio, forse lì quell’oggetto misterioso avrebbe trovato il posto giusto senza suscitare nessuna emozione: solo per quello che raffigurasse.
Tornò a casa: quella di Alberto, progettarono di sposarsi per poi imbarcarsi in un lungo viaggio in terre lontane dove, un’altra storia inizia e per un po’ avrebbero scritto la loro vita. La rendita di entrambi permetteva a loro di fare un’esistenza senza pensieri. Abituati a spendere poco solo il necessario e un solo desiderio: stare insieme, coltivare la conoscenza e la medicina, aiutare i deboli e in quei luoghi li avrebbero trovati.
Il cammino verso quell’avvenire a portata di mano, nulla di regalato solo avventure, conoscenze e l’ignoto sempre, come la vita ti offre. Affrontare il quotidiano e rendersi liberi. La verità tracciata dagli uomini può essere modificata con la forza dell’amore.
Nacque una bambina. La chiamarono: Vittoria! La vittoria sul tempo. Quella bambina venuta dal passato con i capelli rossi: un fuoco che incendia l’amore, suggellò la loro unione.
Altri bambini non ci furono: cercati e cercati ancora, non arrivarono e Giulia e Alberto continuarono la loro esistenza. Quella bambina crebbe con la curiosità che la distingueva. Chiedeva! Voleva sapere! Il mondo per lei non doveva avere segreti. Scriveva e prendeva appunti di tutto; diceva sempre che un giorno avrebbe scritto la storia di quella famiglia: fu così! Quella bambina che divenne donna crebbe con l’amore donato e il passato sempre presente. Correva al suo fianco un uomo con un cavallo nero: Fulmine. Quell'uomo la guardava per dirle:
< non ti accadrà mai nulla; fino a che ci siamo noi con te, sarai sempre protetta>.
Due padri, una mamma e un cavallo.
Nel crepuscolo di quella vita quando giunse l’ora di dirsi addio: Giulia e Alberto salutarono quella donna, ormai adulta. La sua strada era tracciata e loro se ne andarono in punta di piedi, con il sorriso sulle labbra. Volevano oltrepassare quella barriera che li avrebbe portati nei mondi sconfinati della fantasia.
Ogni giorno insieme in quell’avventura che l’universo dona, dentro sogni che si avverano con il pensiero. Fuggire per ritrovarsi nelle mille vicende del passato, per andare a toccare con mano quelle letture, scritte e raccontate da altri e il loro pensiero soggettivo, viverle sono una realtà diversa.
La libertà è dentro di noi.
Vittoria: l’ultima discendente di una famiglia scomparsa e che vive per sempre. Ogni essere è vitale dentro i ricordi e la natura. Nel sussurro del mare, nel chiasso che fanno gli uccelli, nella sinfonia di note ascoltate al pianoforte, nella delicatezza di un fiore. Una rosa che non vuole scomparire, un mattino illuminato, oppure ombrato da un sole che si è nascosto.
Nella dolcezza delle parole che sfiorano l’anima e correre libere nella bellezza del momento.
Anime che si ritrovano e si rincorrono ogni giorno, un vivere e un morire e vagare nell’infinito finito di un attimo continuo d’eternità e all’albero di quercia per andare a ritroso nel tempo e riscrivere un pezzetto di storia. Amare alla follia oppure il desiderio di conoscere chi ci ha preceduto.
Amore è dolore spesso ci costringe a scelte che non soddisfano tutti, ma l’ultima parola è sempre l’amore che la dice e lui è un despota senza risposta.
Giungere ai confini dell’invisibile e fare ritorno per poi osservare il mondo cambiato cavalcando l’onda di giorni colorati e Vittoria va in quei mondi di solitudine affollata e s’immerge nel suo passato presente e futuro. La sottile linea che unisce e divide, ma esiste, il buco nero della frattura temporale.
FINE