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Nonna Angela da parecchio tempo, ormai, si era rassegnata a non avere più l'uso delle gambe, era consapevolmente serena. Raramente si lamentava. Conservava il suo ritratto di quando era una donna giovane e bella: il collo di cigno, due piccole perle alle orecchie, occhi scuri e penetranti. La nipotina immaginava la grazia e la leggerezza dei suoi passi, il profumo della sua acqua di colonia. Adesso a sua nipote Clara sembrava che la nonna portasse addosso un buon profumo di dolce alla vaniglia. “ Mia nonna profuma di dolce alla vaniglia” diceva ai suoi compagni che vantavano nonne giovanili e tutto fare. Aveva davanti agli occhi dell'immaginazione la torta colossale che la nonna aveva preparato per il matrimonio della mamma con il suo papà. Era una ragazza sognatrice la mamma, di quelle che aspettavano “ il principe azzurro”. Lui non era apparso in un mantello azzurro ma nel bianco camice di un giovane medico e come “ cavallo” una topolino di seconda mano. Andava a prenderla a a scuola per portarla a casa e come ricompensa c'era sempre una buonissima torta di nonna Angela. Già da allora la malattia non permetteva alla nonna di deambulare bene e, a stento, era riuscita ad arrivare fino alla chiesa, per la cerimonia del matrimonio della figlia. Di lì a poco, anche la cucina, divenne irragiungibile e a nonna Angela rimase soltanto un occhio sul mondo: un'ampia e luminosa finestra. Per alcuni anni fu ancora possibile alla nonna sedersi davanti alla finestra ma, col passare del tempo non potè più lasciare il letto. La finestra della stanza, che stava all'altezza dei suoi occhi, rimase il suo sguardo sul mondo. La piccola Clara avrebbe voluto sottrarre la nonna al suo letto, alla sua paralisi, prenderla in braccio e portarla in mezzo a un campo di papaveri e grano e poi osservare il suo sguardo felice. Non poteva fare questo incantesimo e, allora, irrompeva nella stanza e apriva la finestra, così la nonna poteva vedere uno scorcio di mondo: il nido delle rondini dei vicini dirimpettai. Le rondini tornavano puntualmente ogni anno e il loro andirivieni metteva allegria. Una volta, per Natale, il papà di Clara comprò il televisore, un grosso apparecchio Telefunken, di quelli che lanciarono l'epoca di “ Lascia o Raddoppia”. Quel giorno, la bambina non stava più nella pelle, per la gradita sorpresa, a rotta di collo andò dalla nonna per raccontarle del televisore e delle sue meraviglie. - Sai nonna, papà ha comprato un apparecchio grande come questa finestra. Ha quattro “ pomelli”, tu li giri e puoi vedere balletti, cantanti, tutti i paesi del mondo, il calcio e anche Carosello. - Alla nonna si erano arrossate le guance. Scuoteva la testa incredula. - Cos'hai nonna? Ti senti forse male? Ehi, nonnaaaa, ti piacerebbe avere un televisore?- - Non prendermi in giro Clara... Non è possibile che esiste un apparecchio così e poi è sempre meglio la mia finestra. - La nonna aveva creduto che “ la finestra coi pomelli” fosse una fantasia della sua adorata nipotina, un gioco “ crudele” per prenderla in giro. Clara si avvicinò alla finestra per dare un'occhiata fuori: non vedeva altro che la malinconia di un paese vuoto e spento. Poi... improvvisamente ebbe un tuffo al cuore: vide passare una bicicletta rossa, guidata da Alessio, il figlio del meccanico. Com'era bello Alessio! Anche una bambina può avere la sua prima “ passione” d'amore. Alessio guardò verso la finestra, sventolò il berretto in segno di saluto e Clara provò un'immensa gioia. Aveva ragione nonna Angela: il televisore era ben poca cosa in confronto alla sua finestra. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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«Ambientato nell'epoca di "Lascia e raddoppia", quando il primo televisore era un evento.» |
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Dolce racconto di un tempo passato.. (Annamaria Gennaioli)
Brava Sara! (Grazia Denaro)
Tenerissimo racconto, bello!Ciao (Anna Rossi)
Un caro saluto Sara. (Cinzia Gargiulo)
Ciao Sara,ho voluto leggere un racconto e ho letto (anna di principe)
il tuo.Coinvolgente.Bello.baci (anna di principe)
Lietamente ()
Edificante, confortante. ()
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