In tema dantesco a l' “ Inferno” di Dan Brown, che ha preso volo (paradiso), contrappongo la mia “ umana commedia” che è rimasta sottoterra (inferno) e che, in ultima analisi, non è una scrittura proprio terra terra!
L'umana commedia
L’ animo umano,
perenne campo di battaglia
di interiori forze clandestine
per il quotidiano folle scontro
tra spirito e materia,
primordial alito vitale
e polvere condensata,
realizza in ognuno di noi
l’ umana commedia che ha così luogo
istante dopo istante
all’ interno delle nostre anime,
teatro di grandi eventi,
spesso nel segno dell’ arte
ma anche rabbrividenti.
È proprio qui, nel più profondo io
dove ha sede la vera coscienza,
da sempre in filo diretto
con la sua eterna fonte,
che da sempre germogliano
quei momenti della nostra anima
che noi chiamiamo sentimenti,
che possono esser belli e puri
con tanta bontà, carità e pietà,
ma anche contaminati
come risentimenti e rancori,
e infin tra loro in conflitto,
se da antico tempo
si è sempre parlato di amore e di odio
all’ unisono cantati.
Miscelando materia
con questi momenti della vita interiore,
ecco d’ incanto affiorar i fantasmi
del nostro io profondo
in sembianze di belve feroci,
le famigerate gemelle,
invidia e gelosia, sempre presenti,
seppur nascoste e ben acquattate
in reconditi meandri al riparo della luce,
resistendo finanche alle fitte
e copiose piogge dei turbamenti,
lacrime dei sentimenti
e al colmo della cattiveria
resistendo senza fiato immerse così
nei densi umori di affetti ed emozioni,
senza pietà alcuna
anche ad estreme passioni.
Questo è lo scenario di un regno ignoto,
sede delle anime da sempre ricercato
da scienziati e filosofi,
e pensandoci bene
negli arcani della mia mente
un simil posto io ricordo,
peccato per le mie follie
che han creato confusione
tra reale e fantasia.
Comunque un lontano dì,
frastornato, stanco e disperso
per troppe umane disavventure,
con la gran convinzione
che a questo mondo capitano tutte a me,
mi ritrovai, per davvero proprio non so,
rinsavendo da una
delle mie tante follie,
a girovagar all’ interno del mio corpo
nei pressi del cuore
per questioni di sacro amore.
In questa sede afflitto e stanco
ero convinto di trovar pace,
non fu così perché i battiti cardiaci
a ritmo incessante tra sistole e diastole
con relativi toni, seppur sempre ritmici,
non mi fecer riposar,
mi rimbombavano per l’ intero corpo
dalla testa ai piè.
Si misero a far rumore
anche le valvole cardiache
che con i loro suoni
per memorizzare i soffi
facean proprio così:
“il suon della mitrale
dalla punta mi risale,
l’ appendice xifoidea
mi dà la tricuspidea,
aorta e polmonare,
l’ una a destra l’ altra a manca
del secondo intercostale”.
In tal confusione
sentendo lì nei pressi movimenti d’ aria,
pensai tra me e me,
“ora provo ad andar là
perché una boccata d’ aria
di certo darà sollievo
alla mia mente in affanno
per asfissianti pensieri
che ormai già da tempo
mi tormentano senza il minimo riposo
la notte ed anche il dì.”
Mai peggior scelta davvero potevo far,
in quella sede i rumori
eran proprio tanti, da quelli secchi
con sibili, fischi e gemiti,
con anche i comuni ronchi,
ai rumori umidi con rantoli
a varie bolle, consonanti o gorgoglianti.
Miei cari fumatori,
ex colleghi di sventura,
lo so è proprio dura,
ma se non la smettete
la cosa in questo ambito
si fa davvero seria,
se non insorgon prima
guai vascolari
specie nei distretti cardiaco e cerebrale,
per non parlar delle pene
del solito attributo,
in ogni tempo contrastato:
da bambino peccato pur la vision,
in gioventù divieto religioso e
da grande con tanti accorgimenti.
Dando seguito allo stress...