Mi dicono quando alzarmi, quando mangiare fare la doccia e spegnere la luce, sembra di essere tornati bambino, invece sono in galera.
Una cella di poco più di due metri per tre. Un letto, un water e un lavandino.
Tre ganci per appendere i vestiti. Una presa d'aria al pavimento e stop.
Menomale che è singola.
Dieci appelli al giorno. Se ne salti due, isolamento per una settimana, razioni di cibo dimezzate.
Alle volte mi chiedo se lo fanno per spregio o per noia.
Cosa pensano, che evadere sia cosi semplice?
Ammesso che tu possa lasciare la cella, percorri il cortile, superi le garritte, senza per altro essere visto, oltrepassi il muro, eviti il filo spinato magari ti fermi a guardare la vista....verresti massacrato dai cecchini e/o dai cani.
Mica son tutti come Clint Eastwood che scavano un tunnel con un cucchiaino da minestra.
Qua le posate son di plastica.
La cosa positiva in tutto questo merdaio è l'assoluta mancanza di stupri e risse.
Il direttore odierno non permette nè riconosce congregazioni di detenuti.
Esige un comportamento tranquillo.
Non gli interessa redimere i colpevoli, vuole che gli " ospiti" si comportino bene e non creino problemi.
Ha diviso i bracci a seconda del reato commesso.
Ogni etnia è separata.
Hanno stanze, sempre sorvegliate, dove professare la loro religione.
Gli unici momenti comuni sono l'ora di mensa, le due ore di aria e durante la doccia.
E' raro succeda qualcosa.
Qui siamo molto inclini a farci i cavoli propri.
Le punizioni per mancata ottemperanza alle regole sono pesanti e dolorose.
Questa prigione ha spezzato chiunque, anche quelli che si sentivano indistruttibili.
La notte è sempre dura. Alcune più di altre.
Vedi la luce soffusa di piccole candele o pallidi raggi di luna che filtrano dalle finestrone, quando il cielo è sgombro.
Senti le preghiere ed i singhiozzi strozzati di chi nel buio della sua cella piange, fra i rantoli di quelli che russano o quelli che cantano sotto voce.
Le guardie sono abbastanza umane, anche se spesso sono più fredde di un iceberg.
Ci ripetono sempre " Non dateci problemi e vi lasceremo stare. Dateci guai, ve ne pentirete".
Non è una frase di circostanza o detta per vincere un oscar. E' la verità.
Richiamano all'ordine una volta, la seconda son legnate.
Il capo delle guardie e qualcosa di immenso.
Cattivo e spietato come un cancro.
Durante il suo turno non permette urla o bestemmie.
Una volta, un detenuto nel vedere la pin up di play boy esclamò a voce alta "Cristo Santo "
Ricevette una manganellata, che oltre a perdere quattro denti e la rottura dello zigomo, gli provocò una perdita di focus all'occhio sinistro.
La vita qua dentro procede lenta, hai tutto il tempo per ripensare a quello che ti ha portato dietro a queste sbarre.
Ogni tanto la commissione esamina un caso.
Se vedono che il cambiamento c'è stato ed è reale, possono essere di manica abbastanza larga e concedere la vigilata, ma è cosa rara.
Tanti non lasceranno mai queste mura da vivi.
Pochi verranno giustiziati.
Qualcuno avrà la fortuna di rivedere ancora il sole.
Che poi siano pentiti veramente, è un altra storia.
C'è la musica per fortuna, le riviste.
Ti fanno anche lavorare. Leggere, volendo ti fanno anche riposare il pomeriggio.
Hanno un occhio di riguardo per i detenuti anziani.
Psicologi, infermeria, dottori.
Il cibo della mensa non è certo da ristorante a cinque stelle, ma è comunque appetibile.
Due volte al mese sempre che tu abbia tenuto un comportamento rispettoso puoi ricevere la visita di un familiare.
La direzione con il beneplacito degli organi interni può disporre piccole uscite, sempre con scorta armata, per quei detenuti che hanno mostrato un cambiamento concreto.
Per le ricorrenze festive, Natale, Pasqua, Ringraziamento, 4 luglio etc sempre tenendo conto della buona condotta, c'è la possibilità di poter tornare a casa per due, tre giorni, ma sempre guardati a vista.
Se tutto andrà bene fra circa un mese avrò la valutazione, sempre che la commissione mi dia la possibilità, potrò tornare dai miei cari.
La mia colpa? Beh sono fatti miei.
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