Venne come ogni giorno, le brillavano gli occhi, infuocati d'amore, le sprizzavano scintille sul viso,
accesi lampi nel nero soffuso della stanza, dove apparve all'improvviso, bagnata di luce rovente. Ebbi paura,
nel suo infido sguardo lessi la malvagia intenzione, braccia tese a stringermi come di consueto erano rigide,
lei distaccata non proferiva parola.
"Amanda" fu il suono della voce che interruppe il freddo silenzio..."perché sei qui, adesso?"
Tutto era già deciso prima che che salisse le scale, infilasse la chiave nella serratura,
con tale disinvoltura s'insinuava tra i miei pensieri rovistava la mia mente sicura di manipolarmi a suo piacimento,
facendo leva sulle mie debolezze, riusciva a possedermi interamente....dunque, non opposi resistenza alle sue tentazioni,
mi piegai alle sue insistenti richieste, sapendo che infine avrebbe infierito su di me, amore tramutato in odio sarebbe stato il colpo di grazia!
Accesi la lampada, mi rivestii frettolosamente, mentre continuava a fissarmi con rabbia, percepivo nell'aria un senso di disagio,
e come disarmato ero interamente nelle sue mani, incapace di reagire, di frenare il suo istinto ferale.
Mi sorprese di spalle, ero a terra come impietrito, sanguinante alla testa, non capii la follia di quel gesto azzardato, atto vile di una donna spregiudicata
che con mente lucida trama ingannevoli sotterfugi.
"Amanda" fu il suono della voce echeggiante, come un grido riverso che si spegne nel dolore frustrante senza far rumore, tra folate di amabili ricordi
che l'orrore ha tinto di rosso.
Amanda si era già dileguata cospargendomi di vergogna, l'impossibilità di lasciarla, di prendermi cura delle sue manie perverse aveva fatto di lei un mostro onnipresente, l'ossessione reale che non riesci a scacciare, pronta a ferirti lasciando un segno che tradisce l'amaro rimpianto, la paura di rivivere ogni notte l'incubo minaccioso del suo ritorno.